Blake POV
Lo so che è qui, non posso essermi sbagliato.
Tiro fuori il mio coltello e la mia pistola, sono pronto a tutto.
È ancora vivo e uccide ancora... perché?
-"Hey!!!"- urlo, nel mezzo del bosco; la mia voce risuona in tutta la zona. -"Vieni qui, avanti!"- Continuo, sparando alcuni colpi di pistola in aria. Mi guardo in torno; sono completamente solo... tranne per qualche zombi.
Mi avvicino ad esso e quando si accorge di me, voltandosi, lo colpisco alla gola con un colpo secco del coltello e miro alla testa, premendo la pistola sulla sua fronte fino a che non cade, colorando la nave di sangue.
-"Mi senti??? Eh?"- continuo ad urlare. -"Fatti sotto, fatti ammazzare!"- Continuo, ma sento dei passi dietro di me... proprio quando penso a come reagire, il loro suono non si sente più e vedo l'ombra del mio nemico che sovrasta la mia.
Non lo credevo possibile, ma cerco di far emergere tutta la mia collera; lo voglio distruggere, anche se è impossibile, almeno in queste condizioni. Voglio colpire più forte, anche se i suoi pugni posso distruggere il marmo.
Però, una cosa posso farla: posso ucciderlo. Voglio fargli provare la paura negli occhi fino a che non inizierà ad indietreggiare.
-"Tyrant... anche se sei uno zombi... sei sicuro che non puoi provare paura?"- lo schernisco e appena finisco la frase, lui afferra il mio braccio, ma rispondo all'istante sparando al suo occhio e accoltellando il braccio per liberarmi, ma mi colpisce con un calcio che mi fa volare all'indietro.
Fa male, più di quanto possa fare io, ma la sua forza fisica non è assolutamente al suo massimo.
Lui si avvicina a me, mentre vedo che tiene una mano stretta in un pugno pronto per essere sferrato. -AVANTI!"- Lo incalzo, schivando il suo colpo che si infrange sul busto di un albero. Sferro un pugno allo stomaco, all'altro suo braccio e un colpo di gomito alla tempia e sparo un proiettile al volto, ma lui afferra la mia mano, volendo usare la pistola.
Mi tira un colpo con il braccio così forte da farmi cedere all'indietro, contro l'albero, ma quando prova ad usarla, scatto verso di lui e impugno la pistola anche io. La pistola fa solo un "click," dato che ho tolto il caricatore.
Lo colpisco con esso, ma mi spinge con forza, facendomi cadere per terra, ben oltre l'albero.
Prima che possa alzarmi, lui mi tira un pugno dritto in faccia che quasi mi stordisce e pesta il mio braccio sinistro con il suo piede; preso dsll'adrenalina, mi lamento e mi dimeno come un animale, ma poi lo accoltello di nuovo.
Mi afferra per la gola e potrebbe staccarmi la testa se volesse, ma io la distruggo: una marea di piccoli buchi e persino un affondo che allargo sempre di più in una direzione casuale. Questo basta a fargli perdere la presa e quindi, penso alla sua gamba: la graffio sempre più forte e se stessi affrontando un essere umano, avrei già distrutto la rotula; sferro un pugno rapido e potente proprio li, ma non lo smuove, ho lacerato la pelle, ma non ho distrutto un cazzo.
Lui mi tira un pugno in faccia ancora ed è ancora più forte tanto che mi stordisce, ma quando si avvicina, miro al suo occhio destro; mi libero.
Mi allontano, mentre mi metto in piedi e lui tenta di estrarlo. Sferro un calcio con tutta la mia forza alla gamba lacerata e questa volta, lo faccio addirittura cadere a terra.
Salto, atterrando sopra di lui con un ginocchio dritto sul volto, lo danneggio. Lo prendo a pugni sempre più forte, però mi tira un singolo pugno che mi allontana.
Mentre, lentamente, si rimette in piedi, lo prendo a pugni ancora; una vera e propria raffica: mi colpisce alla cieca con il braccio, lo evito e colpisco al petto, sferra un pugno alla massima Potenza dritto davanti a lui, mi sposto di lato e colpisco la milza. Tira un calcio come a voler colpire un pallone, ma lo evito saltando.
STAI LEGGENDO
One Shots
Short StoryOne Shots che parlano di due ragazzi, Blake e Rebecca, riguardo ai momenti più belli ma anche i più brutti della loro vita, piena di gioie ma anche di dolori. Il loro presente e futuro saranno accompagnate dal loro passato che gli ha lasciato un mar...