Blake POV
Queste cazzo di braccia!
Mi fanno male... tanto...
-"Non riesci a dormire vero?"- Gli chiedo, anche se non mi risponde.
La risposta sarebbe ovvia, però.
Si alza dal letto, appoggiandosi su un muro con il telefono, ma non c'è segnale. -"Hai degli occhi così stanchi..."- dico, avvicinandomi. -"Sei ancora disturbata da ciò che ti ha fatto Koral? Non è più qui. Non può toccare ne te, ne Lilith ne nessun'altro."- -"Non solo lui. È che... volevo aiutare suo padre. Ci ho provato, te lo giuro, ma... È morto per colpa della mia stessa pistola. Forse l'unica magra "consolazione" è che sarebbe morto lo stesso, con o senza il mio sparo..."- Afferma. -"Sai dove è ora lei?"- -"No."- Rispondo.
-"C'è qualcosa che hai visto in quel magazzino abbandonato? Te lo leggo negli occhi."- -"Ho visto... ho visto un uomo legato ad un tavolo che si dimenava come un posseduto. Era riuscito a liberarsi dalla catene che lo tenevano fermo, con una forza così grande che è sobbalzato in avanti, ai piedi di esso, in ginocchio. Ogni parte del corpo perdeva sangue per via delle ferite causate prima e anche naso, bocca e orecchie non smettevano di farlo. All'inizio le urla sembravano umane ma poi... il suo corpo è diventato più grande, ma era tutto in una questione di secondi. Il suo ennesimo urla diventa un verso sofferente, come se venisse strozzato. La bocca è letteralmente caduta; si è spellata in pochissimo tempo, sono rimasti sono i denti sanguinanti e la parte superiore... dopo questo, silenzio. Silenzio assoluto. Pensavo che avrebbe fatto a pezzi il suo creatore ma è rimasto impassibile. Era identico a quello che hai affrontato su Marte. Koral disse "È vivo... ed è perfetto." "- Afferma.
Il solo pensiero che lei potesse diventare così... che avrei potuto perderla.
Ma è qui davanti a me e questo è l'importante.
-"Non hai visto altro?"- -"Cosa vuoi che ti dica? Eh? Cosa?"- -"ti devi sfogare e sicuramente non lo puoi fare rimanendo a guardare il soffitto tentando di dormire inutilmente."- dico.
-"Ho fallito su tutto ecco cosa ho visto e realizato! Ho provato a difendere la bambina e suo padre ma ho rimediato solo dei lividi e il mio sangue che non potevo vomitare; mi soffocava e in cui ero immersa dalla testa ai piedi!"- Dice, furiosa.
-"Io ho compiuto ogni missione proprio come te e mi sono guadagnata un ritorno sulla Terra, ma mio padre era morto e ora mio fratello non dorme la notte! Ecco cosa ho vis..."- dice, ma quasi cade in avanti ma la sostengo.
Se non fosse stato per questo, non si sarebbe fermata.
-"Che c'è?"- -"Le gambe. Non riesco a sostenermi molto a lungo."- Afferma.
La aiuto a sedersi sul letto. -"Sei ancora debole, non arrabbiarti."- le dico, mentre si tiene una gamba, dolorante.
-"Queste sono cose che sono capitate e basta. Il dottor Zu direbbe che nulla capita per caso, ogni causa ha il suo effetto ma anche se fosse, tu sei innocente."- Affermo, ma non dice più niente.
-"Io mi chiedo... che senso ha provare a fare la cosa giusta se non si ottiene giustizia?"- Domanda, ma la sua rabbia si è spenta del tutto ora.
-"quando tu eri nel manicomio, a mount massive, io volevo aiutarti anche non avevo nulla per difendermi... sono solo corsa da te. Ma non è servito a nulla. Io, quando eravamo in quel rifugio abbandonato nella foresta, ho provato a difenderti da dei cannibali ma abbiamo vinto solo perché ti sei alzato tu e hai preso un coltello. Ho provato a salvare la figlia di David ma invece di chiudere le sue ferite infette ho dovuto chiudere i suoi occhi senza vita e ora ho provato a salvare una famiglia ma sono stata torturata per il mio tentativo."- dice.
-"Ti ricordi tutto ancora, eh?"- -"Troppo bene."- afferma.
-"ma non puoi incolparti per "questo." Queste sono cose che vanno molto oltre il nostro controllo."- Affermo, posando le mie mani sulle sue spalle, mentre sono in ginocchio.
-"Però tu ci proveresti lo stesso, ad intervenire intendo. Hai coraggio e un cuore buono; troppo grande per rimanere ferma senza fare nulla. Non importa ciò che dici, perché fa parte del tuo carattere non lasciare impunite le ingiustizie."- Dico, ma subito dopo, sentiamo una comunicazione dall'alto parlante della nave: devo prendere una navicella spaziale e controllare i dintorni insieme agli altri.
Non sono al massimo della forma, ma si tratta solo di fare da guardia d'altronde.
-"Scusa, ma ho un ordine."- Le dico, ma vedo che si alza. -"Ma dovresti stare a letto."- -"Vado solo a vedere come procedono le ricerche del dottor Zu; non sarò sempre in piedi."- Mi informa. Prendo l'orologio che ho lasciato sul tavolo per poi raggiungere la zona di decollo.
-"Aspetta, amore."- la fermo, toccandole un braccio.
-"Questa guerra sarà anche qualcosa di estremo, qualcosa di arduo da vincere... ma se davvero vogliamo combattere, dobbiamo farlo insieme, uniti. Io mi sono fatto avanti contro un piccolo "esercito." Tu hai voluto sfidare uno psicopatico. Non dobbiamo farlo mai più, capito? Combattiamo insieme. Dobbiamo difendere gli innocenti insieme. Dobbiamo guardarci le spalle. Dobbiamo lottare fianco a fianco, è l'unico modo."- Affermo.
-"Tu mi hai impedito di diventare un mostro, in quella caverna. Ad ogni ora, mi sentivo sempre meno una bestia è sempre più umano grazie a te. Sono il miglior combattente del quartiere anche grazie a te. Io sono vivo grazie a te. Sei il mio angelo, ti adoro per tutto quello che hai fatto; ti ringrazio, grazie anche solo di esistere; di essere venuta al mondo. Ti servono altre prove? "L'unione fa la forza" non è mai stato più veritiero."- dico, mentre lei sembra incapace di dire qualsiasi cosa.
Forse si è emozionata?
-"Ho bisogno di averti al mio fianco..."- Mi risponde, abbracciandomi con forza; quasi disperata.
È come se mi avesse chiesto per favore nel modo più umile possibile; una preghiera.
-"Lo so è seccante, ma sarò veloce. Mi sembra brutto lasciarti da sola adesso."- Gli dico come a voler consolarla, per poi dargli una bacio sulla guancia.
-"sei così carina con la luce delle stelle che ti illumina."- è l'ultima cosa che dico, mentre lei, prima che la porta si chiuda, mi sorride.
Cosa ci sarà nel vuoto cosmico di così pericoloso da spingere il capitano a voler essere informato? B'e' si, c'era quel mostro su Marte...
Ahhh... Ma perché non sto mai zitto?
Poco dopo...
Rebecca POV
-"Ciao."- sento, dalla porta: È la piccola Lilith. -"Ah, ciao, amore."- la saluto, con un piccolo sorriso, anche se un po' forzato. Si avvicina al letto e osserva il mio corpo steso sul letto, forse preoccupata.
-"Stai male?"- -"No. No, ora non più."- le dico. -"Mi dispiace per tuo padre, non sai quanto."- Affermo e solo ora mi guarda negli occhi. Mi metto seduta.
-"Tu come stai?"- domando, vedendo alcune piccole ferite sul viso e qualche parte della veste strappata.
-"ci hai provato, ha salvarlo."- mi risponde. Mi si spezza il cuore...
Mi dispiace...
Ma solo quando alzo lo sguardo verso il suo capisco cosa vuole dire:
Non sta infierendo sul mio fallimento, anzi lo apprezza. Apprezza che io abbia avuto il coraggio di lottare.
-"Sei ancora triste? Un abbraccio?"- mi domanda, aprendo le sue braccia con un sorriso."-
-"Oh, tesoro..."- l'abbraccio,mentre fa un un piccolo sorriso.
Devo proteggere questo angioletto a tutti i costi!
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One Shots
Short StoryOne Shots che parlano di due ragazzi, Blake e Rebecca, riguardo ai momenti più belli ma anche i più brutti della loro vita, piena di gioie ma anche di dolori. Il loro presente e futuro saranno accompagnate dal loro passato che gli ha lasciato un mar...