One Shots che parlano di due ragazzi, Blake e Rebecca, riguardo ai momenti più belli ma anche i più brutti della loro vita, piena di gioie ma anche di dolori. Il loro presente e futuro saranno accompagnate dal loro passato che gli ha lasciato un mar...
Dio mio... Dio mio perdonami... -"Dove Sei?"- Urla ancora, ossessivamente. Mi guardo in torno per capire dove sia, ma appena lo vedo, mi metto di nuovo in copertura dietro alla roccia che usavo per nascondermi. Ho affrontato qualche soldato, alcuni zombi...
Eppure, lui da solo basta a farmi paura.
-"Dannata... esci fuori, figlia di troia!!! FATTI VEDERE!"- Spara un altro colpo di pistola contro un albero in modo completamente randomico.
Non è colpa mia... Non è colpa mia... non può essere colpa mia...
Blake POV
-"Papà?"- Lo chiamo. Silenzio. Lui era qui, me lo aveva detto prima.
E dove cazzo sei adesso?
Entro uso il mio fucile da cecchino per ispezionare l'area. Mi posiziono sopra ad una collinetta e controllo. Non c'è nessuno e il silenzio è pure inquietante... dopo un po' smetto di controllare. Smetto di usare qualsiasi tattica; corro, corro e basta inoltrandomi sempre di più dentro la foresta. Cambio arma, prendendo il coltello da battaglia. Però... sento un ululato. Il mio sospetto si rivela vero, ovviamente: lupi. Da dietro una roccia e dai cespugli, escono due lupi bianchi.
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Ma... sono infetti? Perché hanno la bocca scorticata e sanguinante; sembra quasi in decomposizione. Iniziano a girare in fondo mettendomi in trappola. Io rimango fermo con il coltello pronto. Il primo che attacca, morirà... guardo uno di loro che si è fermato; ringhia...
Il mio spirito animale è il lupo, quindi perché non possiamo parlarne? A quanto pare no...
-"fatti sotto, lupo."- dico, quasi sussurrando. Fa quello che volevo, attacca saltando verso di me per mordermi alla gola ma Io lo intercetto con il braccio. Senza modo per salvarsi, muore per via della mie tre rapidi affondi sul fianco. Il secondo mi prova a mordermi la gamba ma intercetto anche lui con un calcio, faccio però l'errore di attaccare e vengo atterrato e tento di spingerlo via. Gli tiro un calcio facendolo volare via. Mi metto in ginocchio di fronte a lui ma vedo che il coltello è tra me e lui. Scatto in avanti e la bestia fa lo stesso ma prendo il coltello e eseguo un colpo laterale, provocando a lui una ferita profonda allo stomaco. Mi pulisco dal suo sangue, mentre lui guaisce sofferente. -"se non facciamo qualcosa, l'umanità si ritroverà a dover seguire la legge del più forte per sopravvivere..."- Affermo, sospirando. Mi avvicino al lupo e mi metto in ginocchio vicino a lui, mentre si forma quasi una pozza di sangue. -"Einstein disse che se ci dovesse mai essere una terza guerra mondiale, la quarta sarebbe stata combattuta come se tornassimo nel paleolitico... eh... ci siamo vicini."- concludo, per poi colpire il lupo alla gola. Sentire la sua pelliccia bagnarsi dal sangue mi provoca un violento brivido, ma continuo la mia corsa.
Eliot POV
Morte. Morte è tutto quello che mi circonda. Ci sono dei poliziotti e dei soldati orribilmente uccisi a torno a me. Quando riprendo del tutto conoscenza, il primo cadavere che vedo non ha la testa ma solo il collo che le ossa che escono da esso. Uno di loro ha un buco grande quanto un pugno. Un soldato è morto incollato ad un albero, trafitto da un ramo aguzzo e sotto di lui c'è un poliziotto che ha la canna della sua pistola in bocca e il foro del suo petto fanno intendere che sia stata usata dentro la sua gola. Poi, l'ultimo, quello che più vicino a me, è graffiato in varie parti del corpo e ha un machete conficcato in faccia, proprio al centro del suo volto. È come se mi guardasse... la sua bocca è sporca di sangue invecchiato e i suoi occhi sono questi trasparenti, senza vita ma mostrano ancora una espressione di terrore indescrivibile. Rimango impietrito dallo sgomento da lui e lo spingo via, facendolo cadere prono, pur di non vederlo più. Tento di alzarmi ma non ho un briciolo di forza... ad un tratto... vedo una figura in lontananza, ma... la mia speranza di essere salvato si frantuma in mille pezzi.
