two

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Il ragazzo passava lievemente il pennello sulla tela. Non sapeva bene cosa stava disegnando, si potevano vedere solo colori dai toni scuri e freddi che andavano a formare linee non collegate fra loro. Vergognose e amare lacrime scendevano dagli occhi accompagnati da sospiri lenti e pesanti. Ogni tanto chiudeva gli occhi facendosi trasportare dal movimento della sua mano in perfetta armonia con il pennello. 

Jimin intinse il pennello nell'acqua agitandolo per intingerlo del colore nero. Riprese a disegnare concentrato guardando attentamente il dipinto che stava prendendo forma. Si poteva vedere benissimo una casa scura e inquietante con davanti a se una bambola, per la precisione un bambino simile a una bambola, con i capelli arruffati e la maglietta sulla schiena strappata. Aveva in mano una valigia aperta che faceva ricadere tutti i suoi vestiti mentre si poteva notare da sopra la casa un enorme sorriso pauroso. Per Jimin quel sorriso era tossico, era puro gas, era orrido, pieno di menzogna e disprezzo, pieno di lussuria e opportunismo. Jimin si ricordava benissimo la prima volta che vide quel sorriso, si ricordava come pensò ingenuamente che quel sorriso non fosse altro che appartenente al suo nuovo "genitore", non aveva capito che quel sorriso lo avrebbe fatto soffrire senza pietà, non sapeva che avrebbe dovuto vivere in quel modo, non sapeva che sarebbe diventato il gioccattolo di qualcun altro; Lui pensava solo che sarebbe tornato presto dai suoi genitori presto, così come gli ripeteva Yoongi.

"Jimin!" il giovane sobbalzò impaurito facendo cadere il pennello a terra. "Jimin!" la voce si fece più forte e violenta. La porta del piccolo atelier si aprì facendo  sbattere ferocemente la porta al muro."eccoti qua Jiminie" continuò Yoongi mettendo su un beffardo sorriso. 

"Y-Yoongi...t-ti prego" sussurrò Jimin indietreggiando mentre metteva le mani davanti. L'uomo più grande fece passi lenti e grandi."vedo che abbiamo già capito" rispose Yoongi con voce paurosa e inquietante."allora Jiminie...quale sarà la tua punizione di oggi?" chiese retorico il maggiore avvicinandosi sempre di più al più giovane.

"n-non l-l'ho f-fatto a p-posta" sussurrò ancora Jimin. "anche l'altra volta non l'avevi fatto a posta e neanche quella prima...e neanche quella di tre anni fa" disse guardando con occhi da pazzo il minore."allora dove sei stato questa volta? A Daegu? A Seoul?" richiese Yoongi dirigendosi verso il nuovo dipinto di Jimin. "ma che bello...deve essere nuovo" ribatté ancora una volta. Jimin iniziò a tremare inghiottendo il groppo in gola che aveva.

"ti p-preg-go...n-non lo t-toc-care" implorò il maggiore immobile. Piccole e silenziose lacrime continuavano a scendere. Mentre Yoongi con le mani passava le sue dita sul nuovo dipinto. Girò il capo verso il minore e gli rivolse lo stesso sorriso raffigurato nel disegno."oh certo che no...non potrei mai" disse ironico facendo finta di fare il dolce. L'uomo tirò fuori dalla tasca un coltellino svizzero e, tirando fuori la lama, iniziò a tagliare la tela. Jimin iniziò ad urlare e gridare a squarcia gola cercando di pregare al maggiore di farlo smettere.

"fermo! Fermati!" urlò disperato piangendo. Si diresse verso il maggiore spingendolo via. "oh scusami Jiminie non volevo" disse per poi spingere a terra pennelli e tavolozze in seguito anche tutto il mobiletto di colori facendolo rompere in mille pezzi."oh scusami...anche questo non l'ho fatto a posta" disse facendo finta di essere dispiaciuto. Jimin si accascio a terra cercando di recuperare le poche cose ancora integre. Yoongi si diresse verso la parete piena di quadri di quella stanza iniziando a romperli tutti. Ogni volta che tagliava una tela ripeteva "non l'ho fatto a posta" mentre il minore, senza voce e traumatizzato si rinchiuse in un angolo della stanza.

"vedi Jiminie...tutto quello che vedi in questa stanza te l'ho dato io...e posso anche togliertelo come potrei toglierti la vita" disse Yoongi all'orecchio del ragazzo che stava tremando e piangendo con le ginocchia al petto."ah e buon compleanno...passa bene i tuoi vent'anni*" disse allontanandosi per poi chiudere violentemente la porta alle sue spalle. Jimin sobbalzò e strinse più forte a se le sue gambe. Alzò per un attimo lo sguardo e vide l'itero atelier distrutto.

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*In corea si diventa maggiorenni a vent'anni.
questo capitolo è stato creato per far capire chi è Jimin e chi è Yoongi. Ovviamente siamo solo all'inizio quindi molte cose si scopriranno poi.

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