twenty-five

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Passarono quasi tre mesi dall'episodio dell'ospedale e tutto era tornato come prima. Ma non a Jungkook a Jimin, ma a Jimin e Yoongi. 

Infatti Yoongi è riuscito, come aveva predetto Jimin, a trovarlo; anche piuttosto facilmente dato che  andò proprio in ospedale a riprenderlo. Yoongi si aspettava una qualche ribellione eppure, quel giorno, come i giorni a seguire, il ragazzo sembrava...spento, quasi morto. Il "padrone" era quasi stupito da quel comportamento dato che Jimin era solito a fuggire e ribellarsi spesso.

Anche quando gli urlava, lo picchiava, lo toccava, era obbediente, senza protestare, sempre von gli occhi vuoti. Quando pranzavano o cenavano Jimin teneva lo sguardo basso, mangiando poco e dimagrendo sempre di più, diventando sempre più fragile. Passava le sue giornate nel suo atelier, a dipingere, piangere, urlare. Era distrutto fisicamente e impazzito mentalmente. Non era più lui, non era più Jimin, non era più il ragazzo che aveva conosciuto Jungkook, che lo aveva fatto diventare, e non era più il ragazzo che conosceva Yoongi. Non era più nessuno, se non un ragazzo senza anima.

"Jimin-ah! Scendi" urlò L'uomo dal piano di sotto. Jimin fece cadere il pennello tinto di nero per terra, alzandosi per uscire dalla stanza. Con occhi bassi e passi silenziosi raggiunse Yoongi al piano di sotto. Appena vicino a lui, Jimin si inchinò. "Jimin oggi abbiamo visite" gli disse il maggiore prendendolo per un fianco e avvicinarlo a lui. Il giovane alzò gli occhi incrociando un figura possente davanti a lui fino a incrociare gli occhi di essa. Li riconobbe immediatamente ma non ne fu sorpreso, rimase indifferente.

"ho invitato Jungkook per parlare di affari ma volevo che vi salutaste" disse Yoongi facendo un sorriso beffardo. Il più piccolo nella stanza si staccò dal suo "padrone" e fece un inchino verso il ragazzo davanti a lui. "piacere di rivederti, Hyung" accentuò Jimin ricomponendosi per poi incontrare nuovamente gli occhi di questo. 

Jungkook ne fu certo, il suo cuore si fermò iniziando a sgretolarsi alla vista di un Jimin grigio. Si inchinò anche lui senza proferire parola stringendo i pugni per il dolore e cacciando le lacrime in dietro. "bene Jiminie, noi andiamo nel mio ufficio. Ricorda le regole, non devi disturbare almeno che non sia necessario" troncò quel momento Yoongi conducendo il medico verso l'ufficio. Jimin li seguì a ruota per poi predere la strada di ritorno verso il suo atelier.

Lacrime iniziarono a scendere e lui scivolò con la schiena sulla porta. Si accartocciò su se stesso prendendosi i capelli fra le mani tirandoli. 

La sua barriera era di nuovo caduta, buttandosi tutta addosso a lui. Facendo male. Molto male.

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buon nataleeeeeeeeee<3<<3

love y'all<3

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