seventeen

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Jimin era sul divano con le ginocchia al petto. Il suo viso era bagnato, i suoi occhi rossi e le sue labbra graffiate. Tremava, ma non per il freddo, sbatteva i denti, ma non per il vento, aveva le mani e le guance rosse, ma non per la neve: per paura. Erano quasi due giorni che Jungkook non tornava a casa, Jimin non aveva chiuso occhi rimanendo immobile sul divano per tutto il tempo.    il suo pensiero era fisso su quei pochi minuti prima della scomparsa dello hyung "e stato lui?" chi? Chi è questo lui? Jungkook  sa dell'esistenza di Yoongi? Come faceva? Era impossibile. Jimin ne era certo, nessuno sapeva l'esistenza di Yoongi a parte lui e il suo maggiordomo. è sempre stato nell'ombra e non ha mai lavorato di squadra. No Jungkook si sbagliava, si riferiva a qualcun altro, perché Yoongi non era. 

"nessuno ti deve toccare" la frase balzò in testa a Jimin. Si ricorda come si spaventò a vedere l'espressione seria e omicida del maggiore. In quel mese e mezzo non aveva mai visto Jungkook così, forse perché non lo vedeva più di tanto, ma la cosa gli fece strano comunque. Perché il suo hyung gli ha detto quello? Jimin non riusciva a formulare frasi di senso compiuto per i troppi pensieri sconnessi.

Un rumore di una chiave lo disturbò facendogli scuotere velocemente la testa. Non ci volle molto prima che Jungkook sbucò dall'ingresso del salotto. Jimin girò immediatamente la testa Incrociando lo sguardo del coinquilino. Era qualcosa di irreale, perfetto, pensò Jimin. Era come un dio: con quei capelli mori, quella cicatrice sulla guancia sinistra, quelle labbra fine, con quegli occhi in quel momento stanchi. 

Tra loro passò un silenzio parso anni, si contemplarono a vicenda guardandosi intensamente. Poi Jimin si alzò, le mani ai asciugo le lacrime facendo un respiro profondo. "dove sei stato?" chiese lieve Jimin guardando Jungkook negli occhi. Quest'ultimo non rispose rimanendo fisso nei suoi occhi. "dove sei stato in questi giorni?" ripeté Jimin tirando la testa in dietro per non far uscire altre lacrime. 

Nessuna risposta. 

Jimin riabbasso lo sguardo "dove cazzo sei stato Jungkook?!" disse quasi urlando il minore. Jungkook rimase immobile senza staccare il loro contatto visivo. Non dava cenni di risposta il che fece irritare il più piccolo. "Hyung rispondimi!" urlò Jimin. Un dejavu passò per la mente di entrambi riportandoli a qualche settimana prima quando Jungkook voleva evitare il minore. Un sorriso innocuo spuntò sul viso del più grande. Jimin misto di rabbia e irritazione, cammino verso il suo hyung deciso. Ormai aveva smesso di combattere con Le lacrime che scendevano a fiumi. 

Quando si ritrovò davanti a Jungkook, Jimin iniziò a spingerlo pesantemente dalle spalle alterando le spinte alle sue parole "dove-cazzo-sei-stato!" scandì bene le parole il minore. Ad un certo punto Jungkook sentì qualcosa di freddo scontrare con la sua schiena. Ci mise poco a capire che fosse il muro. Fece una smorfia quando percepì l'impatto abbastanza brusco.

"allora?" gridò Jimin piangendo con voce spezzata. Aveva messo le mani ai lati della testa del maggiore bloccandolo. Questo ancora una volta non rispose questa volta abbassando lo sguardo. Jimin si morse la guancia infastidito levando le braccia dal muro. "va a fare in culo Jungkook" disse spezzando ogni singola parola. Jimin si girò velocemente dirigendosi verso la sua camera, ma con scatto fulmineo una mano gli afferrò il polso facendolo girare.

Jimin spalancò gli occhi quando percepì due labbra muoversi sulle sue e due mani stringergli le guance. Ci mise un pò a realizzare l'accaduto per poi iniziare a ricambiare. Le sue braccia si intrecciarono dietro il collo dello hyung guidando le sue dita verso i capelli, mentre Jungkook fece scendere le mani scendere verso i fianchi del minore stringendolo più a sé. 

Per Jimin quello fu un bacio diverso da tutti quelli che aveva dato fino ad ora; era più dolce, lento, passionale. Non come quelli che gli dava Yoongi: lussuriosi, rozzi e vuoti. 

All'inizio non capì bene la differenza, ma quando iniziò a ricambiare il bacio riuscì a percepire ogni singola emozione di Jungkook, ogni cellula, ogni atomo. Passò tutto attraverso quello scambio di bocche. Anche quando subentro la lingua,  era tutto più leggero e semplice, era solo un pizzico in più di passione. Jimin si sentì beato dal calore di essa nella sua bocca, che lentamente andava a esplorare ogni parte circostante fino a incontrare la gemella. Iniziò una leggiadra danza fra queste che sembravano completarsi a vicenda. Non ne avrò mai abbastanza. fu l'unico pensiero del ragazzo.

Jimin morse il labbro inferiore di Jungkook staccandosi per la mancanza d'aria. Le loro fronti si toccarono e i loro occhi si incatenarono. Il maggiore strinse ancora di più a sé il più piccolo che gli regalo un soffocato gemito. Non passarono parole fra i due, ma il silenzio parlò per loro e parlò anche troppo.

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ehi ehi ehi!<3<33<

lovey'all<3

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