Capitolo 34

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Non ero sveglia del tutto questa mattina, la mia mente era tra le nuvole e non riuscivo a rimanere concentrata durante le prime ore di lezione.
Nonostante fossero passate solo due ore ero già stanca e non vedevo l'ora di rientrare a casa.
Facevo qualsiasi cosa per cercare di non dormire, scarabocchiavo i quaderni, scrivevo qualcosa o guardavo fuori dalla finestra.
Da quando sono tornata la mia vita ha preso una piega che non mi sarei mai immaginata di vivere.
Con mia madre le cose sono cambiate, prima era tutto normale fra di noi, avevamo un bel rapporto madre e figlia. Ma quando sono venuti a sapere dell'uscita a quattro tutto è cambiato.
Per un'uscita sono finita in questi casini... Ma seriamente ? Per un'uscita ?

I miei genitori sono stati troppo severi su questo, che poi c'era Hilary con me non ero mica da sola con Josh.
In quella casa non posso neanche nominarlo che scoppia una guerra.

A scuola non ne parliamo proprio, da quando ho rivisto Sharon la mia autostima si trova sotto i piedi.
Non ho paura di lei, ma non voglio che mi ferisca come ha fatto a Los Angeles.
Avrei voluto ucciderla quando mi ha detto quelle cose agli armadietti.
Ma ora devo cercare di stare attenta, non mi fido di lei e se si trova a Miami ci deve pur essere un motivo. Non può essere apparsa così all'improvviso, non ci crede nessuno.

Nonostante la mia mente sia su un altro pianeta più lontano di Saturno, oggi sono più calma. Perché Josh, stranamente, oggi a scuola non c'è.
Anche lui un altro mistero.

Ma prima o poi dovrò parlargli, non posso tenerlo lontano.
Da una parte vorrei, perché sono molto arrabbiata e delusa da lui, ma dall'altra vorrei dei chiarimenti e delle risposte da parte sua. Non posso stare col punto interrogativo per il resto dei giorni. E poi... sento la sua mancanza. Odio ammetterlo, ma mi manca tantissimo e spero di chiarirci subito perché non riesco a restare arrabbiata con lui per troppo tempo.

Il problema è quando parlargli ora che a casa sono controllata ventiquattr'ore su ventiquattro da mia madre.
Spero di risolvere anche con lei, odio il clima che si è formato in casa.

Guardai l'ora sul telefono e quando suonò la campanella era l'ora di andare in mensa.
Non avevo molta fame, me ne sarei rimasta in classe per i fatti miei, ma sapevo che Hilary non mi avrebbe lasciato in pace.

«Era il terzo giorno... la mia compagna di banco era sempre più depressa... tra poco contagiava l'intera classe se non si decideva a parlare con il suo amato..» le misi una mano sulla bocca per farla stare zitta

Hilary era Hilary.
Ma a volte doveva tenere in l becco chiuso.

La guardai dritta negli occhi e per fortuna capiva al volo che doveva smetterla subito.

«Perché non vai dal tuo amato Will piuttosto che rompermi le scatole ?!» assottigliò gli occhi e si tolse la mia mano davanti la sua bocca per replicare.

«Non è venuto a scuola oggi, come il tuo caro...» ci guardammo negli occhi e tutte e due cominciavamo a farci i film mentali.

Staranno tramando qualcosa ? Quando entrambi mancano c'è qualcosa che non quadra.

«Tu sai qualcosa Hilary ?» le domandai dubbiosa

«Non mi ha detto niente ed è strana la cosa» rispose pensierosa

«Non ti ha scritto Will ?» prese il telefono da sotto il banco e controllò.

«Niente, gli mando un messaggio»

Inizio ad avere un brutto presentimento. Spero soltanto di sbagliarmi.

Appoggiai la testa sul banco e chiusi gli occhi, a volte vorrei non vedere e non sentire.
Così potrei stare in santa pace una volta tanto, non avere pensieri e vivere la vita. Ma invece.. le cose non vanno così.

Nemici da Sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora