Capitolo 45

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Una nuova settimana stava per iniziare e io non avevo la minima voglia di alzarmi dal letto e di andare a scuola. La sveglia era suonata dieci minuti fa, ma non avevo intenzione di muovermi.
Mia mamma era passata due volte per controllare, alla terza si era appoggiata sulla soglia della porta e mi guardava con una faccia triste e con le braccia conserte.

Da quando avevo lasciato Josh, ero tornata a casa con gli occhi gonfi, non mangiavo più del solito e rimanevo sempre in camera mia, piangevo la notte e rimanevo quasi sempre nel mio letto. Ormai era diventata la mia tana.

«Tesoro che ti succede? E da sabato che sei strana» sbucai fuori dalle coperte e mi tolsi i capelli dal volto per guardare mia mamma in faccia.

A guardare la sua reazione, nona vevo una bella cera.

«Ho litigato con una persona importante, e poi non mi sento tanto bene. Posso restare a casa, almeno per oggi, per favore» le chiesi

Mia mamma entrò in camera e si andò a sedere sulla sedia della mia scrivania.

«Ne vuoi parlare? Magari dopo ti sentirai un pò meglio» cercava di farmi parlare in tutti i modi, ma non avevo la forza di dire una parola.

«No, mi sentirò peggio» mi buttai le coperte sul volto e cercai di non piangere di nuovo.

«Va bene, Lily. Puoi restare a casa, ma al mio ritorno da lavoro, voglio trovarti fuori dal letto. Chiaro?» la guardai da sotto le coperte e annuii.

Ci avrei provato, almeno, ad uscire dal letto.

«Fatti qualcosa di caldo, va bene? Io ora devo andare a lavoro» mi diede un bacio sulla fronte e mi accarezzò i capelli.

«Va bene mamma» la salutai dal letto e dopo venti minuti circa, era andata via a lavorare.

Presi il telefono dal mobile e mandai un messaggio a Hilary.

Ciao Hilary, scusami se non mi sono fatta sentire in questi due giorni, poi ti spiego tutto. Oggi non vengo a scuola, io e te dobbiamo parlare, ho bisogno della mia migliore amica. Se riesci a passare oggi pomeriggio, mi fai un piacere enorme ¦-)

Inviai il messaggio, guardai l'ora ed erano le otto meno venti. Misi il telefono di nuovo in carica e mi addormentai di nuovo.

*******

Riaprii gli occhi, un rumore fastidioso mi aveva svegliato, sentivo il campanello della porta suonare senza un domani.
Chi diavolo poteva essere, presi il telefono e controllai l'orario, erano le nove precise.
Mi alzai controvoglia dal letto e andai al piano di sotto con molta calma, speravo che non fosse Josh, gli avrei sbattuto la porta in faccia altrimenti.

Arrivai davanti la porta e la spalancai di poco, guardai chi c'era fuori e sgranati gli occhi.
Spalancai la porta e rimasi scettica, che diavolo ci faceva lei qui?

«Sorpresa!» urlò talmente tanto che mi aveva rotto un timpano, mi portai una mano all'orecchio.

«Crystal?» non potevo credere ai miei occhi, stavo sicuramente sognando.

«Proprio io, in carne ed ossa. Ti ho portato una bella cioccolata calda e un delizioso cornetto al cioccolato, proprio dal bar qui vicino» la guardai perplessa e dopo realizzai la cosa, lei era qui, era davanti casa mia.

L'abbraccio forte e nascosi il mio volto fra le sue braccia, avevo proprio bisogno di un'amica e chi meglio di Crystal.

«Sono felicissima di vederti, avevo proprio bisogno di te» iniziai di nuovo a piangere e Crystal mi consolò accarezzandomi la schiena.

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