Taehyung aprì quasi con prepotenza la porta dell'aula d'arte, ancora con il fiatone; sorrise quando per l'ennesima volta vide una piccola candela sopra il suo tavolo da lavoro, la stessa che da tre giorni qualcuno gli lasciava come piccolo regalo insieme ad un bigliettino dalla carta sottile, decorato con graziose fantasie e una bellissima calligrafia tondeggiante.
" Lasciami, oh lasciami immergere l'anima nei colori; lasciami ingoiare il tramonto e bere l'arcobaleno. "
Il suo sorriso si allargò increspandosi in quel suo tipico e dolce sorriso quadrato. Adorava il modo in cui quella persona gli dedicava tali frasi. Inizialmente ne era rimasto più che sorpreso e confuso nel notare quella piccola candela bianca che profumava di vaniglia. Lui amava la vaniglia.
Prese in mano con cura il bigliettino posandolo nella tasca della giacca, una volta tornato in camera l'avrebbe messo insieme agli altri due dentro un piccolo quadernetto che teneva gelosamente custodito nel cassetto del suo comodino. Aveva trasformato quel semplice quaderno a quadretti in un raccoglitore di ricordi, tra disegni abbozzati dei suoi amici intenti in qualche azione semplice, foto e piccole dediche scritti in fianco a ogni foto. Era il suo piccolo tesoro. Non l'aveva mai mostrato a nessuno, nemmeno a Jungkook.
Guardò un'ultima volta la candela; aveva pensato molto in quei due giorni su chi potesse essere la persona che gliele lasciava. Inizialmente aveva pensato ad Hoseok, ma in fine parlando aveva capito che non si trattava di lui. A Hoseok piacevano le candele, ma non così tanto da comprarle. Aveva chiesto a Jungkook se sapesse qualcosa ma lui gli aveva risposto con un semplice "Non saprei, hyung" accompagnato da un'alzata di spalle. Non si era lasciato sfuggire però, il modo in cui il suo naso si era arricciato appena nel pronunciare quelle parole prima di girarsi a dargli le spalle. Non gliela raccontava giusta ma vabbè, al momento non gli importava più di tanto. Lo avrebbe scoperto da solo.
C'era da dire però, che ogni volta che guardava quelle piccole candele una sensazione strana e piacevole gli si posava sul petto. Per non parlare di quando rileggeva le frasi, la scrittura ordinata ed elegante. Era come se percepisse della dolcezza attraverso quelle righe e la sua mente viaggiava verso un'unica direzione, o meglio, verso un'unica persona. Ogni volta che ci pensava il suo cuore sembrava prendere vigore e battere leggermente più forte, cosa che allo stesso tempo lo lasciava sorpreso. Non capiva ancora questa sua reazione fino in fondo. Ma dopo tutto, si ritrovava ancora una volta a sperare con tutto se stesso che il suo intuito fosse giusto.
Si tolse la giacca e la sciarpa buttandole a caso sopra uno dei banchi, dopo di che prese una nuova tela fissandola al cavalletto, restando a fissarla per qualche istante. Un nuovo sorriso gli si dipinse sulle labbra. Oggi avrebbe disegnato con i pennelli... Non nel classico modo, però: Avrebbe utilizzato i pennelli per schizzare direttamente il colore nella tela. Forse avrebbe utilizzato anche dei secchielli, arrivando poi alle mani.
Quella che stava per fare sarebbe stata un'opera diversa dal solito, libera come sempre ma forse, più definita nei contorni.
***
Le morbide labbra di Jimin si schiusero in un tenero e felice sorriso. Come ormai di sua abitudine, stava spiando Taehyung attraverso il vetro al centro della porta; le ginocchia leggermente piegate, il giusto per togliersi quei pochi centimetri che lo avrebbero fatto sgamare dal pittore; le mani appoggiate alla porta e gli occhi vispi che correvano sull'intera figura di Taehyung beandosi ti tale bellezza.
Una volta tornato in camera dopo l'uscita di tre giorni prima aveva tirato fuori le piccole candele che aveva preso per Taehyung dalla borsa distribuendole sul letto. Si era seduto a sua volta nelle morbide coperte a gambe incrociate, scrutandole attentamente e pensando al da farsi. Come avrebbe dovuto dargliele? L'avrebbe preso per pazzo o per la persona gentile qual era? Le avrebbe apprezzate? Molte di queste domande avevano iniziato a farsi spazio tra i suoi pensieri lasciandolo spesso indeciso e poco convinto. Ma in fin dei conti, per quanto aveva potuto conoscere Taehyung, gli era sembrato una persona semplice, priva di pensieri negativi anche se un po' complicata da capire fino in fondo. Ed era proprio questo che voleva Jimin, capire fino in fondo Taehyung e riuscire pian piano a farsi spazio nel suo cuore. Prese in mano una candela rigirandosela tra le dita iniziando a focalizzare nella sua mente l'immagine del pittore, ed è così che accompagnata da in piccolo sorriso gli venne l'idea giusta. Idea, che negli ultimi due giorni aveva capito esser più che azzeccata.
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Crazy&B*tch
Fanfiction[ Vmin - NamJin ] Credevano di esserseli levati dai piedi, Di avere un problema in meno. Ma Kim Seokjin e Park Jimin stavano tornando, Più crazy e b*tch di prima. Accenni di Sope e di Jikook