♕ First Quarter ♕

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Jimin si era svegliato più o meno fiducioso. Aveva deciso di smettere di piangersi addosso sebbene gli occhi fossero ancora rossi e la voglia di vivere fosse ancora pari a zero. Il giorno prima aveva seguito il consiglio di Jin e sebbene con difficoltà, aveva provato a riposare almeno un po'; il giusto per far passare almeno il mal di testa. Al cuore ci avrebbe pensato successivamente.

Quando si era svegliato, era ormai sera e Jin era seduto alla sua scrivania con la sola luce della lampada da tavolo ad illuminare il suo profilo in penombra nell'intento di scrivere qualcosa nella sua agenda. L'aveva richiamato mollemente, con voce sottile e flebile e quest'ultimo gli aveva sorriso andandosi poi a sedere al suo fianco nel letto. Gli aveva raccontato della sua giornata e, sebbene a malincuore, dell'incontro con sua madre. Ancora una volta Jimin aveva sentito la rabbia montargli alla bocca dello stomaco, giungendo poi fino al petto. Per fortuna non l'aveva vista; era già impegnato a soffrire per Taehyung e per la loro storia, non voleva avere anche l'immagine eterea e spinosa di sua madre a viaggiargli per la mente. L'aveva informato poi dell'imminente festa organizzata dai suoi genitori, con per l'appunto, l'oppressiva presenza di Ji-eun all'evento. Jimin aveva sorriso amaramente ricordando l'ultima festa in cui entrambi si erano presentati. Non era finita bene.

E poi, infine, Jin gli aveva raccontato di aver sentito da Taehyung, attraverso una chiamata veloce, di esser riuscito a far pace almeno con Jungkook. Jimin ne era rimasto sorpreso ma ugualmente felice che il suo ragazzo -dopo tutto lo reputava ancora tale, non voleva e non poteva pensare al contrario. Quello era solo un momento di passaggio. Non voleva pensare al peggio. Non finché Taehyung non l'avesse ascoltato e non gli avesse detto chiaramente di non amarlo più- avesse fatto pace con il moro. L'aver rovinato la loro amicizia era stato uno dei tarli più grandi da sopportare.

Quindi, quella mattina si era alzato dal letto pensando che forse, se Taehyung aveva perdonato Jungkook, allora anche lui poteva avere ancora qualche speranza.

Li aveva visti passare per i corridoi insieme, uno vicino all'altro. Taehyung sorrideva e Jungkook rideva agitando le mani nel raccontargli qualcosa che non riusciva a sentire per la troppa distanza. Il cuore prese a velocizzare i suoi battiti facendogli quasi male: era bellissimo. La voglia di avvicinarsi, abbracciarlo, sentire il suo profumo e perdersi all'interno delle sue braccia sussurrandogli che gli dispiaceva, che gli era mancato e che lo amava era davvero troppa, ma si spense pian piano quando muovendo un primo passo nella loro direzione, gli occhi castani e profondi di Taehyung, come richiamati, incrociarono i suoi. Il suo sorrise si affievolì in un'espressione più seria e dura.

I suoi occhi non brillavano come prima, quando lo guardavano e lo desideravano. No, quella volta erano spenti e malinconici, velati di una nota lontana che se avesse avuto un colore sarebbe stato senza ombra di dubbio un freddo grigio. Girò il capo verso Jungkook, spezzando quell'incontro e suscitandogli un senso di nausea.

Il suo essere fiducioso e intraprendente era stato spazzato via ancora una volta con un solo sguardo.

Si morse il labbro cercando di trattenere quell'ormai familiare pizzicore agli occhi mentre guardava Taehyung allontanarsi da lui. Un senso di rabbia annientò quello della delusione e le guance gli si tinsero di un leggero rosso; inspirò profondamente, chiudendo gli occhi per alcuni istanti. Quando li riaprì una nuova scintilla dava fuoco alle sue iridi scure.

Non si sarebbe arreso! Avrebbe trovato il momento giusto e se lo sarebbe ripreso a tutti i costi. E quel momento, nella sua mente, voleva dire aspettare la lezione di arte che Taehyung avrebbe avuto quello stesso pomeriggio.

Lì, nella sua comfort-zone, avvolto dai colori, sarebbe stato più tranquillo e a suo agio e solo allora lui avrebbe tirato fuori il meglio di sé -insieme a tutto se stesso- per fargli capire i suoi sentimenti. Riprese a camminare verso la sua classe con un nuovo stato d'animo e molta più determinazione. Quella lezione l'avrebbe passata a trovare le parole giuste che avrebbe utilizzato quando si sarebbe trovato davanti Taehyung.

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