♕ White carnation ♕

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Taehyung stava scendendo le scale, zaino in spalla con tutto l'occorrente pronto a raggiungere Jimin all'entrata dell’università. L'idea di passare un'intera giornata, e soprattutto la notte, insieme a Jimin lo metteva in agitazione. Inizialmente, quando gli aveva chiesto di andare con lui alle terme non ci aveva pensato, ma una volta tornato in camera da solo con i suoi pensieri si era ritrovato con diecimila dubbi e insicurezze. Per quanto potesse ringraziare quella poca esperienza fatta con i suoi precedenti due fidanzati, era la prima volta che dormiva un'intera notte con qualcuno che non fosse Jungkook. Già, Jungkook... C'era qualcosa in lui che non andava, qualcosa che lo faceva stare male. La sera prima l'aveva visto con gli occhi gonfi e rossi, segno che aveva pianto, ma quando preoccupato gli aveva chiesto cosa fosse successo, gli aveva risposto male andandosene in tutta fetta. Non gli aveva più parlato. Non sapeva nemmeno perché il minore lo stesse trattando in quel modo quando era più che sicuro di non avergli fatto niente. Quella mattina non se l’era sentita di svegliarlo per salutarlo e così gli aveva semplicemente scritto un breve bigliettino prima di chinarsi a lasciargli un piccolo bacio sulla testa, chiudendosi poi la porta della loro camera dietro le spalle il più silenziosamente possibile. 

Tutti quei pensieri sparirono una volta che davanti agli occhi si ritrovò la figura di Jimin appoggiato allo sportello di una Mini nera sportiva: maglioncino largo, bucato sulla parte alta anteriore alla spalla dove si intravedeva la pelle candida al di sotto. Pantalone nero dallo stile elegante del medesimo colore, dr martens basse ai piedi, un cappellino rosso sgargiante in contrasto con il biondo dei capelli e il nero dei vestiti e infine un paio di occhiali da sole. A Taehyung per poco non mancò il respiro. 

« Ehi! » lo salutò Jimin, le labbra stesse in un dolce sorriso. Il pittore restò alcuni secondi imbambolato ad ammirare la bellezza travolgente del biondino che aveva davanti, riprendendosi successivamente e sentendosi uno stupido. 

Scese i quattro scalini all'entrata avvicinandosi. « E quella? » chiese meravigliato indicando la macchina con un gesto del capo. Non era la stessa che aveva guidato il giorno in cui erano andati al luna park. 

« Questa è mia, ti piace? »

« Se mi piace? È stupenda, vorrei avere anche io una macchina così. » rispose Tae, e Jimin rise. « Ma quella dell'altra volta? » Taehyung era curioso. 

« Ah l'Audi, dici. Era di Jin hyung. Entrambe, a dir la verità. » sollevò le spalle Jimin quasi incurante. Come se non fosse niente avere due macchine di lusso. Jimin sembrò leggerlo nel pensiero aggiungendo: « Erano due delle sue cinque macchine. Sai, le usa in base all'occorrenza. »

Taehyung spalancò la bocca decisamente sconvolto. Cinque macchine? Io è già tanto se a Daegu ne ho una mia e per lo più di seconda mano, pensò. Jimin guardando la sua espressione tornò a ridere divertito. Per loro era la normalità, ma capiva che per gli altri non era così. « Non ti sconvolgere più di tanto, Tae, stiamo parlando di Jin hyung dopo tutto. » Passò giocosamente una mano tra le ciocche argentee del suo bel pittore, in quel momento sembrava proprio un bambino. « Andiamo? » 

Taehyung annuì seguendo Jimin all'interno della macchina dove si sistemò togliendosi la giacca, posandola insieme alla borsa nei sedili posteriori dove c'erano anche le cose di Jimin. Si mise la cintura osservando il biondo sistemarsi la volante. « Oggi non indossi gli occhiali? » 

Jimin lo guardò assottigliando appena lo sguardo, « No, oggi ho voluto tenere le lenti. »

« Come mai? »

« Perché oggi devo fare colpo su qualcuno. » sorrise Jimin malizioso, facendogli l'occhiolino. Le guance di Taehyung si tinsero di una lieve sfumatura rosea che fece battere maggiormente il cuore di Jimin. Era appena riuscito a fare arrossire Taehyung. 

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