I won't give up (on you)

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I won't give up on you
These scars won't tear us apart
So don't give up on me
It's not too late for us
And I'll save you from yourself
And I'll save you from yourself...

....

Duane rispose subito alla mia chiamata: vidi la sua faccia assonnata compratore sullo schermo del mio MacBook e nonostante lo stress di quel periodo soffocai una risata, era davvero buffo così spettinato e gonfio dal sonno. "Alessia. Porca puttana."
"Ciao anche a te Duane .." Ridacchiai.
"Quanto tempo... Non ti vedo da..."
"Si... Mi ricordo l ' ultima volta in cui ci siamo visti Duane ". Ovviamente ricordavo quella festa di fine tour, ed iniziai a chiedermi se fosse stata una buona idea chiamarlo.

...you're trapped in your past like it's six feet under...

"Beh cosa posso fare per te?"
"Duane non so da dove cominciare. Di recente sono stata in Australia e..."
"Ok ok. Ho chiamato io il direttore della tua rivista. Ho fatto in modo io che trovassi Oli..." Confesso ', senza tanti preamboli.
Del resto io e Oli lo sospettavamo; in quel momento , comunque, non sapevo se ringraziarlo o correre a casa sua e prenderlo a schiaffi.
"Già. L'avevo capito. Ci siamo rivisti... Ci siamo ritrovati, e da qualche mese stiamo portando avanti questa storia a distanza che mi sta uccidendo..."
"Alessia.... Ma io cosa posso fare... Volevo solo che vi rincontraste e non è colpa mia se riuscite sempre a rendere tutto complicato ..."
"Duane devi convincere Oli a tornare a Londra." Sputai tutto d'un fiato, tanto era inutile girarci attorno.
Non pensavo che avrei avuto il coraggio di chiederglielo ma forse fu la forza della disperazione a spingermi a farlo, anche perché con Oli non avevo osato toccare l'argomento.
Duane sospirò . "Alessia lo sai cosa vorrebbe dire per lui? Affrontare i fan, dichiarare pubblicamente che in questi due anni e' stato in rehab, che ha avuto istinti suicidi e che si è rintanato dall'altra parte del mondo... Lo vuoi gettare in pasto alla stampa per un tuo egoistico bisogno di averlo accanto ?!"
Mi incazzai. Duane non capiva: lo facevo per me ma anche per Oli. Come avrebbe potuto vivere in isolamento per sempre? La sua vita era cantare, era la band, aveva solo 28 anni cazzo! Che vita sarebbe stata, chiuso in un faro in attesa di vedermi ogni sei mesi?
Tentai di spiegare le mie ragioni a Duane e mi accorsi che non aveva considerato la situazione da quel punto di vista.
"Ci posso provare Ale ma non ti prometto nulla" rispose, e detto questo riattacco'.

Nei giorni successivi tentai di chiamare Oliver, gli scrissi, gli telefonai, ma rifiuto ' ogni volta le chiamate e i messaggi, da lui visualizzati , non ottenevano risposta. Nemmeno Duane si fece più vivo e la situazione di stallo andò' avanti per tre settimane. Forse avevo preteso troppo ed avevo perso tutto di nuovo ma non mi sentivo nel torto, ci avevo provato perché in fondo anch'io avevo diritto ad una vita normale e avevo delle esigenze, per troppo tempo avevo messo me stessa in secondo piano.
Ciononostante lui mi mancava da morire e finii per piangere ogni notte, fino a che il vecchio fantasma della depressione non bussò alla porta, ed io aprii.

OLI'S POV

Le cose erano cambiate in poco tempo. Avevo ritrovato Alessia proprio nel momento in cui mi ero quasi dimenticato quanto mi facesse sentire bene e quanto fosse bella... Maliziosa e innocente, arrendevole e combattiva, lei era una contraddizione vivente che però mi faceva sentire vivo.. Era la mia àncora e forse era stata l'unica persona che mi avesse mai capito in tutta la mia vita.
Passarono un paio di mesi. La gestivamo abbastanza bene, questa storia a distanza da una parte all'altra del mondo. Ad un certo punto però sentii che qualcosa dentro di me stava cambiando. Stavo maturando la consapevolezza che ero un egoista, ero come al solito un gran figlio di puttana: la stavo tenendo legata a me anche se non avrei mai potuto darle una vita normale, una storia alla luce del sole, una storia in cui il ragazzo porta la fidanzata al bar, da mc donalds, al mare...
Nella mia situazione non potevo darle nulla di più che degli attimi, ogni tot mesi, e una situazione così era una merda, non l'avremmo potuta mandare avanti ancora per molto. Lei aveva risvegliato il mio cuore ma a dirla tutta stavo meglio prima di rivederla, ero ormai abituato alla mia routine, al silenzio, a guardare il mare, in una quotidianità in cui sopravvivevo ma non soffrivo.
Ora il silenzio mi uccideva e il rumore del mare mi ricordava il suo respiro, il suo cuore che batteva. Desideravo anche il suo corpo, dopo averlo avuto mio ancora una volta, perché lei era per me come una droga: mi serviva una dose di lei ma quella dose si trovava a Londra e non potevo raggiungerla... Sentivo l'eccitazione salire dentro di me, nelle mie parti basse , ogni volta che la pensavo, ogni volta che cercavo una sua foto su internet o quando spiavo il suo instagram per vederla ancora una volta e farmi sempre più male...

Il desiderio fisico si fece sempre più forte e capii che non era sano per me trattenermi, vivere di un sogno... Decisi che al più presto avrei chiesto al mio inserviente di portarmi una puttana, non ce la facevo più.
Mi presi la testa tra le mani e piansi. Che casino era la mia nuova vita, e che casino era stata la mia vecchia vita quando ero famoso. Il problema era davvero dentro di me, non sapevo vivere e non sarei mai cambiato perché io ero così.

Mentre quei pensieri cupi mi ossessionavano e mi trascinavano in basso, sempre più giù, nel buio della mia mente malata, sentii squillare per l'ennesima volta l'avviso di Skype. Non me la sentivo di vedere Alessia, di parlarle e poi stare ancora più male, desiderandola ancora di più senza poterla avere con me.
Ma non era Alessia. Era Duane.
Mi affrettai a rispondere.

There Is a heaven (seguito di Can you feel my heart?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora