ALESSIA's POV
Presi la mano di Dylan e mi avviai verso il centro del paese , quella mattina gli avevo promesso di portarlo a fare colazione in caffetteria davanti a una bella cioccolata calda. Potevo vedere l'eccitazione di mio figlio mentre trotterellava accanto a me pregustando quel dolce diversivo . Io come stavo? Non lo sapevo più. Ash era partito da una decina di giorni e da allora avevo tirato avanti col pilota automatico, l'avevo fatto solo per il bambino, per non turbarlo ulteriormente, ma la verità era che mi sentivo da schifo e non riuscivo a farmene una ragione. Tutti mi lasciavano prima o poi ma con Ash ero stata io la responsabile di tutto, del suo dolore, della sua partenza... Quando l'avevo abbracciato per l'ultima volta, avevo visto i suoi occhi inumidirsi e non ero riuscita nemmeno in quel momento a fermarlo, le parole mi si erano congelate in bocca mentre il suo suv usciva dal vialetto di casa per poi diventare piccolo piccolo e sparire all'orizzonte.
Avrei potuto pregarlo, supplicarlo di restare, avrei potuto insistere fino a far sparire quella risolutezza dal suo volto ma la verità era che non ero riuscita a dirgli che lo amavo perché sotto sotto sapevo che dovevo lasciarlo andare...
Nel mio egoismo , in quegli ultimi dieci giorni avevo pensato più ad Oliver che ad Ash e mi ero resa conto che non avrei mai potuto soffocare ciò che sentivo per quel ragazzo misterioso che anni prima era entrato nella mia vita portandomi tutto quello scompiglio e .. un bambino. Dovevo accettare di amarlo ancora.
Feci sedere Dylan di fronte a me e gli ordinai la sua cioccolata preferita: Bianca con granella di nocciole. Mentre immergeva il cucchiaino nel liquido denso e fumante, mi guardava con quegli occhi color miele e mi sorrideva timido . "Mamma, sei triste perché è partito zio Ash o perché è partito papà ?"
Il caffè mi andò di traverso. Cosa potevo rispondere a un bambino di quasi cinque anni che evidentemente stava crescendo troppo in fretta?
"Mi manca papà " ammisi, "ma tornerà presto a trovarci tesoro" gli risposi sorridendo "e quel giorno lo potrai conoscere anche tu ". Mi sentii orribile perché sapevo che gli stavo mentendo ma non potei fare altrimenti, lo conoscevo e mi avrebbe tempestata di domande se non gli avessi risposto subito .
Nel maxi schermo sulla parete alla nostra destra parti' la sigla di un programma di gossip : Cara Delevigne beccata ubriaca per l'ennesima volta ad un party, l 'anniversario della morte di Amy Whinehouse, il principe William e la moglie in vacanza con i figli, l'imminente matrimonio del cantante Oliver Sykes. Le mie orecchie carpirono solo quel nome e la realtà mi colpì come uno schiaffo quando sentii la notizia; guardai come in trance il servizio televisivo che mostrava Hannah e Oliver mano nella mano, Hannah e Oliver con Oskar, sempre Hannah e Oliver in vacanza alle Maldive, o sorridenti su una motocicletta con il vento in faccia. "Mamma?" Dylan mi guardava con quei grandi occhioni sgranati e indicava il televisore. Perfetto, pensai, ma gli feci cenno di non dire nulla perché non avrei comunque potuto spiegargli la situazione, era troppo complicata da capire anche per me.. "Finisci di bere cucciolo, andiamo a casa e non fare domande!". Il bimbo fece un gesto affermativo con la testa e mi segui ' imbronciato fino a casa camminando due metri avanti a me: si era offeso.
Quella sera appena Dylan si addormentò mi concessi il lusso di un bagno caldo per rilassarmi. Era quasi mezzanotte e il silenzio che mi avvolgeva era totale; amavo la notte, unico momento in cui permettevo ai ricordi di sopraffarmi, e quella sera di pensieri ne avevo tanti...
Il giorno successivo sarebbe stato un venerdì e il giorno dopo ancora un sabato e Oli si sarebbe sposato, tagliando per sempre quel filo invisibile che ci univa da anni, togliendomi ogni speranza di tornare con lui. È' vero, l'avevo rifiutato io , non riuscivo a perdonarlo ma allo stesso tempo impazzivo all'idea di perderlo definitivamente.
Mi aveva mai amata davvero? Non avevo una risposta certa a quella domanda.. Ma ero altrettanto sicura che io gli avevo dato tutta me stessa e sentii il bisogno di ascoltare la sua voce ancora una volta.. Un'ultima volta...
Mi sedetti in giardino, ai piedi di un albero: a farmi compagnia c 'erano solo tantissime stelle mentre digitavo sul cellulare il numero di Oliver, che conoscevo ancora a memoria. Tuuut. Tuuut. Tuut... Il telefono suonó a vuoto ma quando stavo per riattaccare , un assonnato "Hello" fece aumentare i battiti del mio cuore a tal punto che mi sembrava che esso sarebbe uscito dal petto. Lo ascoltai ripetere quella parola due, tre volte , restando in silenzio e assorbendo ogni sfumatura della sua voce, finché Oli non riattacco ', giustamente convinto che si trattasse di uno scherzo.
Addio di nuovo Oli, pensai, tentando di immagazzinare nella mia memoria la sua voce armoniosa e soffocando i singhiozzi in un cuscino.OLI's POV
Quel venerdì mattina mi alzai con un forte mal di testa, tutta colpa di quella telefonata che mi aveva svegliato nel cuore della notte, quella strana chiamata il cui interlocutore dall'altro capo del filo non aveva detto nemmeno una parola. Ne avevo sentito i sospiri però , e mi chiesi di nuovo se fosse stato un fan che aveva scoperto il mio numero e che aveva iniziato a perseguitarmi oppure se si trattava di.. Lei.
Il giorno successivo mi sarei dovuto sposare e mi ritrovavo ancora a pensare ad Alessia nonostante i consigli che mi aveva dato Jordan quella sera al pub. Mi rigirai nel letto, Hannah stava ancora dormendo e ne approfittai per andare in cucina a farmi un caffè americano. Sposare Hannah era davvero la scelta giusta ? Mi presi la testa tra le mani, non sapendo cosa fare: non riuscivo a lasciar andare il passato ma ormai ero troppo coinvolto dal presente per potermi permettere di cambiare le cose..
Un forte rumore dietro la porta d'ingresso mi fece distrarre per un attimo dai miei pensieri, mi avvicinai all'entrata e sentii bussare fortissimo e parecchie volte. Chi cazzo poteva essere alle otto del mattino??? Aprii la porta infastidito e mi trovai davanti l'ultima persona che pensavo avrei rivisto. "Ash?" Chiesi, anche se ovviamente sapevo che era lui.
Il mio vecchio amico resto ' immobile a fissarmi per qualche secondo, fissandomi negli occhi, e vidi solo rabbia e gelo nel suo sguardo; non ebbi il tempo di dire altro comunque, perché un pugno fortissimo mi raggiunse all'altezza dello zigomo sinistro.
Mi portai una mano al volto raccogliendo qualche goccia di sangue e guardai incredulo quel ragazzo che una volta potevo definire amico.
"Ciao Oliver" esordi ' finalmente, "io e te dobbiamo parlare".
Annuii ancora sconvolto e senza convenevoli Ash entro ' rumorosamente nella mia cucina e si verso ' tre quarti del caffè che mi ero appena preparato. "Scusa ma non ho ancora fatto colazione" mi disse, dopodiché appoggio' entrambi i piedi sul mio tavolo da tremila sterline, incrociandoli.
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There Is a heaven (seguito di Can you feel my heart?)
FanfictionAlessia e' una giovane fotografa milanese che grazie al suo talento riesce ad andare in tour con i BMTH. Tra lei e Oli nasce subito qualcosa ma i due si perdono per vari motivi, per poi ritrovarsi a Sydney, per caso. Questo secondo libro inizia da q...