A prayer

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ALESSIA'S POV

Passo' mezz'ora, nella quale in ufficio regnava il caos più totale e i miei collaboratori mi guardavano con diffidenza, sperando che davvero io avessi la chiave per risolvere il problema; dal canto mio ridacchiavo sotto i baffi perché sapevo che di li' a poco sarebbe arrivato Ash. Dopo una mezz'ora buona vedemmo la porta aprirsi e le mie colleghe restarono a bocca aperta...e pure io. Ash aveva avuto modo di cambiarsi e di farsi la barba, evidentemente. I suoi capelli biondi sbucavano, spettinati ad arte, da sotto una cuffia grigia; una canottiera aderente metteva in evidenza il suo fisico scolpito, e i pantaloni aderenti a vita bassa mostravano delle gambe allenate, toniche, da vero sportivo. "Eccomi!" disse, e sorridendo mostro' una fila di denti candidi e dritti.
Porca.Puttana. E sono sicura che anche le mie colleghe pensarono piu' o meno la stessa cosa mentre gli spiegavano cosa indossare e io nel frattempo prepravo la fotocamera e le luci. Fu semplice lavorare con lui: sembrava fatto per stare sotto i riflettori, proprio come il mio ex William: questi surfisti erano degli animali da palcoscenico e fui colta da un'insolita malinconia ripensando a come ero stata ingenua abbi prima. Le espressioni del viso, le posizioni delle mani, del corpo, erano semplicemente perfette e finimmo prima del previsto, con grande soddisfazione mia e di tutto lo staff. Quando si fu rivestito (se cosi' si puo' dire, vista la canottiera che lasciava poco spazio all'immaginazione), lo abbracciai spontaneamente, sorridendo e ringraziandolo perché mi aveva salvato la giornata. Forse Oliver aveva avuto ragione a fidarsi di questo ragazzo, che anche se lo mascherava bene, aveva un cuore grande.
"Ash ti voglio offrire la cena!" gli dissi, tirandolo per un braccio, mentre uscivamo dall'edificio in cui lavoravo. Accetto' di buon grado ed iniziammo a chiacchierare del piu' e del meno, e di Oli. La serata volo' via e quando tornammo a casa ero esausta; guardai l'ora, era quasi mezzanotte e decisi di chiamare appunto Oli per la nostra chiacchierata serale su Skype . Ancora due settimane, mi ripetevo mentalmente, Oli mi mancava da morire ed anche se c'era Ash a farmi compagnia, per lui provavo curiosita' ed amicizia ma assolutamente nulla di piu'.
Ash era bellissimo, ma il cuore mi batteva solo se vedevo Oliver, se lo sentivo, se lo toccavo. Ero un caso disperato, mentre mi agitavo perche' dopo quattro chiamate il mio ragazzo ancora non rispondeva. Forse dovevo smetterla di fare lo zerbino. Fanculo, dissi a mezza voce, chiudendo il laptop con rabbia. Odiavo quando non mi rispondeva subito, perché mi facevo mille paranoie e mi sentivo sfigata.
"Alessia vieni subito" grido' Ash dal salotto , ed io mi chiesi irritata come mai quella lunga giornata non volesse saperne di finire. "Cosa e' successo???" "Guarda," mi disse, indicando una foto su twitter che era stata condivisa gia' da 800mila contatti. Merda. Ero io. O meglio, io ed Ash all'uscita del ristorante. IL titolo recitava: "Alessia, dopo aver spezzato il cuore di Kellin Quinn, sta per spezzare anche quello di Sykes(di nuovo)? Eccola uscire da un risotrante con un ragazzo sconosciuto..."
"Mio dio i paparazzi no..." imprecai. E mentre mi agitavo sentii Ash ridere prima piano poi sempre piu' forte. "Alessia e' stato Oli a mandarmi qui, ricordi? E mi ha mandato qui perche' sa che odio le donne , quindi tranquilla, si stara' facendo anche lui una risata in questo momento!!"
Gia', pensai. Speriamo si stia proprio facendo una risata.
Ma non sapevo quanto fossi lontana dalla realta'.

OLI'S POV

Ancora due settimane, pensai, mentre mi ritiravo nel tourbus dopo l'ennesimo concerto, l'ennesimo successo. Mi scocciava ammetterlo, ma anche grazie ad Hannah stavamo facendo il tutto esaurito. Era una cantante formidabile, era bella, era una brava tatuatrice; l'unico lato negativo era il suo carattere: una ragazza manipolatrice, ruffiana, doppiogiochista...
Da due settimane a questa parte veniva a bussare alla mia camera dopo ogni live, mi chiedeva di entrare, e io regolarmente la cacciavo. Era estenuante, un gioco a cui ero stanco di giocare.
Mi alzai dal letto ad aprire, senza rendermi conto che ero a petto nudo e indossavo solo i boxer. Era lei infatti. "High five?" mi disse, ammiccando, facendo riferimento al tatuaggio che avevo sul palmo della mano. "Hannah quante volte te lo devo dire..non otterrai niente da me, la devi smettere di venire, dico davvero.."
"Eppure mi hai aperto in mutande, no?" mi disse, passando il dito indice sul mio petto e scendendo piano verso l'ombelico; mi fece venire i brividi con quelle unghie lunghe e sentii la pelle d'oca su tutto il corpo. "Vai via..!" ripetei, prendendo la sua mano e togliendola dal mio petto. Ma lei la intrecció alla mia, mi spinse dentro e si chiuse la porta alle spalle.
"Cosa cazzo fai Hannah, io ho una fidanzata .." dissi, a voce bassa, non piu' sicuro di volerla scacciare. IL viso di Alessia mi torno ' in mente, in tutta la sua luce e bellezza. Alessia era il mio arcobaleno, era una serie infinita di colori, mentre Hannah era il nero della notte e il rosso del sangue. Si avvicino' a me, come una mantide pericolosa, mi morse l'orecchio e sussurrò "Non lo sapra' nessuno...".
Potei soltanto annuire, e lasciar sfogare la voglia che avevo soffocato in quelle due settimane. La presi per le natiche e la sollevai, le sue gambe si intrecciarono alla mia vita, mentre la sbattevo al muro e le mordevo il collo con rabbia. "Vuoi giocare piccola? E allora ti faro' vedere di cosa sono capace.."
La sentii ansimare e persi il controllo. Ero pazzo, ero incosciente, ero solo Oliver, ed ero tornato , con i miei pregi e i miei difetti.

There Is a heaven (seguito di Can you feel my heart?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora