Three

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Dal giorno in cui Cameron e i gemelli mi difesero dalle grinfie di mio fratello e i suoi amici passarono 3 giorni e durante quei giorni Justin non fece altro che rendermi la vita impossibile, non a scuola, dove poteva difendermi qualcuno. Ma a casa dove nessuno poteva fare qualcosa a causa dei nostri genitori sempre via per lavoro.

Il mio corpo in quel periodo era pieno di lividi e più andavo avanti e più mi riempivo di antidolorifici.

Il mio incubo era tornato.

Ogni pugno e ogni calcio non erano niente in confronto al dolore che provavo dentro a causa dei ricordi, a causa di loro.

"Tesoro, non ti piace il pollo?" chiese mio padre posando la forchetta sul piatto

"Sì, mi piace. Ma oggi non ho tanta voglia" risposi continuando a tenere lo sguardo sul piatto

"Tesoro, ti senti bene?" chiese mia madre posando la sua mano sulla mia coscia

Merda, faceva male.

"Ce...certo. Tutto bene" alzai lo sguardo e immediatamente incontrai lo sguardo minaccioso di Justin

"Se qualcosa non va, puoi dircelo" sussurrò mio padre

"Va bene. Posso andare sù?" chiesi pregando mio padre con lo sguardo

"D'accordo, tesoro. Sali pure" rispose sorridendo

Perciò mi alzai e appena arrivai nelle scale sentì la voce di mia madre.

"Non sta bene"

"Starà bene, amore. Non ti preoccupare" disse mio padre

"Sono passati 3 anni. 3 anni e ancora lei non riesce ad andare avanti" rispose mia madre piangendo

Vattene da là! disse la mia coscienza

Non potevo starmene ancora lì, faceva troppo male. Faceva troppo male sentire alcune delle persone più importanti della mia vita soffrire così per me.

Soffrire per qualcuno che non c'entrava niente nella loro di vita.

******

Il giorno dopo ricordo di esser andata a scuola con mio padre a causa del suo insistere sull'accompagnarmi, per passare del tempo insieme dopo tanto tempo disse, ma io sapevo che mi chiese di accompagnarmi per cercare di capirmi, per cercare se io in qualche modo gli avrei detto ciò che voleva sapere.

"Allora, come sta andando a scuola?" chiese mio padre continuando a tenere lo sguardo sulla strada

"Bene" risposi abbassando il volume dei miei auricolari

"E invece come stai?" sorrise guardandomi

"Bene anche quello" sorrisi di ricambio

Per quanto tempo continuerai a mentire?

"Se non stai bene, puoi dirlo. Puoi sfogarti con me, con tua madre o se vuoi, con tuo fratello. Magari lui ti può capire di più. Ma ti prego, non tenerti tutto dentro" sussurrò cambiando marcia

"Non ne abbiamo mai parlato perché tu stessa ci hai pregato di non farlo, ma dopo 3 anni penso che sia arrivato il momento di farlo. Hai bisogno di tirar fuori ciò che ti tormenta, hai bisogno di liberarti da tutto ciò che ti tiene legata al passato" aggiunse spostando lo sguardo su di me

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora