Four

137 9 4
                                    

"Per favore, la smetti di seguirmi e di starmi accanto ogni secondo della mia vita?" chiesi per l'ennesima volta a Cameron di starmi lontana

Erano passati giorni dal giorno in cui Cameron cercò di capire che cosa avevo e dal quel giorno, non smise più di seguirmi e starmi accanto - e di conseguenza anche i suoi amici mi stavano sempre alla calcagna - per non so quale strano motivo.

"No! Prima ascoltami e poi smetterò di seguirti" disse bloccandomi la strada

"Mi spieghi che cosa vuoi? È da giorni che non fai altro che seguirmi! Ti ho detto che non voglio nessun aiuto di nessun genere! Lasciami in pace e basta!" alzai la voce

"No, non ti farò passare finché non mi darai un valido motivo per farlo" disse e i suoi amici si piazzarono accanto a lui

"Siamo in ritardo per la prossima lezione" dissi guardandolo negli occhi

"La signorina Morris oggi manca e lo sappiamo benissimo entrambi" rispose alzando un sopracciglio

"Allora, lasciami passare perché non voglio parlare con te" dissi cercando di spingerlo

"No!" esclamò

"Lasciami passare, Cameron" strinsi i denti

"Mai!" ghignò incrociando le braccia

"Perché non fai quello che hai sempre fatto in 11 anni? Perché non mi lasci in pace? Perché ti ostini a voler entrare nella mia vita se io stessa non voglio? Cameron lasciami in pace!" esclamai arrabbiata

"SPIEGAMELO!..." urlò di botto e feci un passo indietro a causa dello spavento

"...SPIEGAMELO, SPIEGAMI PERCHÉ NON VUOI NESSUNO ACCANTO A TE! SPIEGAMI PERCHÉ PREFERISCI STARE SEMPRE SOLA! SPIEGAMELO!" urlò e vidi le vene del suo collo uscire

Abbassai la testa.

"SPIEGAMI PERCHÈ NON SEI COME LE ALTRE RAGAZZE DI 16 ANNI? PERCHÈ NON SEI MAI STATA UNA RAGAZZA COME LE ALTRE? PERCHÈ AL POSTO DI STARE CON DELLE PERSONE ACCANTO PREFERISCI STARTENE PER CONTO TUO CON GLI AURICOLARI NELLE ORECCHIE? PERCHÉ, ANA? PERCHÉ?" urlò ancora venendo verso di me

"PERCHÉ!" esclamò prendendo il mio mento con l'indice e immediatamente incontrai i suoi occhi

"Ti. Ho. Chiesto. Perché" scandì le parole

Rimasi in silenzio per pochi secondi e cercai di capire se quei suoi occhi erano davvero disposti a sapere il perché.

Grazie per avermi chiesto il 'perché'. Ho sempre cercato qualcuno che lo facesse, che chiedesse al posto di definirmi 'sfigata'. Eppure, non lo avrei mai ammesso. Non gli avrei mai detto che tutto ciò che aveva appena detto era tutto ciò che io ho sempre cercato.

Feci un sorriso amaro e subito dopo levai il mio mento dalla sua presa, per poi sedermi nel muretto accanto a noi.

"Hai ragione, non lo sono mai stata, non sono mai stata una ragazza normale. Non ho mai avuto amici, non ho mai avuto qualcuno accanto, non ho mai parlato con qualcuno. Mai. Eppure sai, l'ho sempre voluto. Ho sempre voluto essere come le altre ragazze. Uscire, parlare dei miei problemi con qualcuno, avere almeno qualcuno accanto - alzai lo sguardo su Cameron e feci un sorriso tirato - ma non posso fare niente di tutto questo. Non posso" sussurrai quelle ultime due parole mentre dei flashback si facevano vivi nella mia mente

"Devi morire!"

"Non meriti di vivere"

"Sei la nostra rovina"

Scossi la testa cercando di cacciare via quei ricordi.

Lo sentivo, sentivo che stavo per cedere. Stavo per confidargli il mio dolore e le mie lacrime stavano per uscire dai miei occhi, ma non potevo permetterlo, non potevo piangere difronte a lui. Non potevo affidargli il mio dolore, non potevo e non dovevo.

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora