Seventeen

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Ana's Pov
Erano passate poche ore dal mio confronto con Cameron e in quel momento mi trovavo a vagare senza meta tra le strade di Los Angeles e ancora non riuscivo a capire perché le parole di Cameron riuscirono ad entrarmi fin dentro le ossa. Forse perché non erano parole così, dette per rabbia o per farmi soffrire, perché lo sappiamo, quando siamo arrabbiati si finisce sempre con il dire tante cose che magari per troppo tempo abbiamo tenuto per noi. Ma in quel caso Cameron forse sì, forse si era sfogato ed era riuscito a dirmi ciò che magari normalmente non sarebbe riuscito a dirmi eppure ero consapevole che tutte quelle parole che mi aveva urlato contro avevano una loro storia, avevano un loro perché e l'unico vero e proprio 'perché' era: perché aveva ragione.

Cameron Dallas, aveva dannatamente ragione.

Pure io riuscivo a vedere la gioia di mia madre quando le regalavo un abbraccio inaspettato, riuscivo a vedere la gioia di mio padre nel momento in cui dicevo qualche parola in più rispetto al solito, ma soprattutto riuscivo a vedere la loro sofferenza e la loro delusione non nei miei confronti, ma nei loro, nel capire che ogni volta come genitori fallivano con me. Quel dolore riuscivo a vederlo ogni santissimo giorno eppure non facevo niente per riuscire a non vedere più quello sguardo e quel velo di tristezza nei loro occhi e anche se avessi fatto qualcosa, se fossi intervenuta, se avessi cominciato ad aprirmi a loro che cosa sarebbe successo dopo? Mi avrebbero perso e l'unica cosa che avrei voluto era vedere loro piangere su un'altra tomba.

Improvvisamente i miei pensieri furono interrotti dallo squillo del mio cellulare.

Justin sta chiamando...

Che cosa stava succedendo?

Justin non mi chiamava mai, anzi fino a quel momento non sapevo nemmeno avesse il mio numero di telefono.

"Pronto, Justin?" risposi con poca sicurezza

"Mocciosa non sono Justin. Ho solo poco tempo, dobbiamo vederci! Vediamoci al parco vicino alla scuola stasera le 11pm non mi chiedere come farai ad uscire di casa, trova tu un modo per sgattaiolare ma soprattutto non ti azzardare a venire con i tuoi nuovi amichetti oppure sei morta! Sai di cosa dobbiamo parlare. A dopo" disse velocemente per poi staccare

Quella cosa.

Feci un sorriso tirato.

"Dovresti smetterla di sacrificarti per tutte le persone che ti stanno attorno" disse la coscienza

Non potevo non sacrificarmi per loro. Infondo non avevo mai ricevuto amore da qualcuno e quello era l'unico modo per far capire loro quanto io tenga loro più di quanto immaginino, perché forse non sapevo bene cosa significasse la parola 'amore' però quel poco amore che ero riuscita a ricevere John me l'aveva dimostrata sacrificandosi e proprio per questo, quello, era l'unico modo che io conoscevo.

"Ana" qualcuno dietro di me mi chiamò e appena mi girai capí che quel qualcuno era Mike

"Mike?" chiesi sbigottita mentre il povero ragazzo si fermò con l'affanno proprio davanti a me

"Pos...possiamo parlare?" mi chiese cercando di ricomporsi

"D'accordo" sussurrai ancora basita dal fatto che Mike in quel momento stava parlando con me

Era davvero strano quel momento perché non avevo mai visto uno dei gemelli separarsi da Cameron ma soprattutto non mi aspettavo Mike venisse a parlarmi visto che tra lui e suo fratello, quello più vivace era Luke mentre Mike era quello che stava sempre in silenzio guardandoti e ascoltandoti.

Lo so è abbastanza inquietante

"Ci sediamo qui?" disse Mike indicando il bar alla nostra destra

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora