Thirty four

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Qualcuno a Manhattan Pov

Qualche anno fa...

In quel momento stavo osservando il riflesso della mia immagine sullo specchio e con il mio sguardo percorrevo ogni singolo centimetro della mia pelle, della mia pelle piena di lividi e di ferite.

Una lacrima solcò il mio viso.

"Dobbiamo farcela, devi farcela ti prego, continua a sperare nel meglio, continua a lottare, ti prego" sussurrai

Chiusi gli occhi mentre con tutta me stessa cercai di non scoppiare in un pianto disperato.

Mio padre mi stava uccidendo, mio padre, colui che avrebbe dovuto amarmi e proteggermi con tutto me stesso mi stava letteralmente uccidendo giorno dopo giorno e avrei davvero voluto che almeno mia madre, almeno lei mi proteggesse, mi tenesse stretta nelle sue braccia senza farmi del male, eppure non era così, mia madre era dalla parte di lui, della ragione del mio male e io ero sola, io non avevo nessuno dalla mia parte.

"Vorrei mollare, vorrei farlo con tutta me stessa, vorrei andarmene, vorrei urlare, vorrei lasciarmi affogare nella mia vasca da bagno, vorrei farmi del male, vorrei uccidermi..." sussurrai infine cadendo sulle mie stesse ginocchia

"...ma non posso farlo, non posso permettermi di mollare così, non posso darla vinta a quei mostri, non posso darla vinta a coloro che non dovrebbero vincere, non puoi mollare così, non puoi mollare, ti prego non farlo"

Solo Dio sapeva quanto il mio corpo e la mia stessa anima erano stanche, solo Dio sapeva quanto il mio viso era stanco di essere sempre ricoperto da delle lacrime salate che non facevano altro che lacerarmi l'anima, solo Dio sapeva...

Poco dopo sentì Dolores bussare alla porta chiamandomi.

Feci un profondo respiro prima di rispondere.

"Dimmi"

"Sei lì dentro da due ore, stai bene?"  chiese e l'unica cosa che feci era quella di chiudere gli occhi e mordermi il labbro inferiore per poter reprime i singhiozzi

"Ti prego rispondi" sussurrò Dolores disperata

"Sto bene" risposi mentre le lacrime continuavano a scendere lentamente

Stessa storia. Stessa risposta. Stessa bugia. Stesse lacrime.

"Sei sicura? Mi preoccupi" sussurrò

L'unica cosa di cui ero sicura era il fatto di voler mollare tutto.

"Sono sicura"  dissi stringendo i pugni

Sentì un sospiro.

"D'accordo, allora ti aspetto giù per la cena" rispose e poco dopo la sentì andarsene

Sospirai cercando di rialzarmi senza ricadere sulle mie stesse ginocchia così da potermi vestire per poter uscire da quel bagno che piano piano mi stava distruggendo, diventando sempre più piccolo.

Feci un sospiro profondo prima di afferrare la maniglia della mia porta.

"Munisciti nuovamente di armatura e scudo, piccola guerriera"  sussurrai a me stessa

Ana's Pov

Dal giorno in cui al parco una bambina mi diede un biglietto con quella scritta, non feci altro che pensare a quel momento, a quella donna incappucciata, ma soprattutto al fatto che forse avrei davvero dovuto cominciare a chiedermi il perché di quella scritta che non faceva altro che perseguitarmi.

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora