Fourteen

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Ana's Pov
Non sapevo perché quella notte decisi di chiamare Cameron eppure in quel momento pensavo fosse la cosa giusta da fare. Ma forse mi sbagliavo, mi sbagliavo perché piano piano Cameron stava scoprendo tutti i tasselli del mio passato, perché involontariamente ogni volta che ero con lui riuscivo a 'confessare' qualche pezzo del mio passato e non potevo permettermelo, non potevo permettermi di dire qualcosa in più, eppure sapevo anche che avvicinarmi a lui era sbagliato, perché avrei rischiato tanto, ma soprattutto lui, lui avrebbe corso un grosso rischio standomi accanto. Perché sapevo che loro mi guardavano da lontano, perché loro sapevano come rovinarmi la vita ogni volta.

Involontariamente mi addormentai pensando al fatto che forse Cameron avrebbe fatto di tutto per proteggermi da mio fratello eppure chi avrebbe protetto lui, dal mio passato?

*****

La mattina seguente.
Il giorno dopo mi svegliai a causa dei raggi del sole che penetrarono dalla mia finestra perciò controvoglia mi alzai dal mio comodo letto consapevole di dover affrontare un altro giorno.

Spero oggi vada meglio di ieri pensai

Così entrai in bagno, mi feci una doccia veloce, mi vestì, mi asciugai i capelli, mi misi un quintale di fondotinta sul viso per coprire i lividi proprio come avevo fatto il giorno prima e quello prima ancora, insomma come facevo fa anni ormai - feci un sorriso amaro - subito dopo mi misi le mie converse ormai rovinate e a passo lento mi recai in cucina.

Non voglio vedere Justin pensai eppure sapevo che lo avrei visto comunque

"Buongiorno tesoro, hai dormito bene?" chiese mia madre mettendo dei pancake sul mio piatto

Vorrei dirti male, vorrei dirti che ho passato la notte piangendo, vorrei dirti che se non avessi chiamato Cameron non avrei smesso di piangere, ma soprattutto vorrei dirti il mio dolore eppure non voglio essere egoista, non voglio ferirti così tanto.

"Bene" mentì abbassando lo sguardo sul mio piatto

Mentire, mentire non era uno scudo per difendermi. Mentire era uno scudo per difendere loro da me.

"Ragazzi, dopo vado a prendere il gelato, che gusto volete?" chiese ad un tratto mio padre

Il gelato...

Feci un sorriso amaro.

Quanto odiavo i gelati...

"Al cioccolato" rispose Justin 

Anche il suo preferito era al cioccolato...

"Tu, Ana?" chiese mio padre, ma io non risposi ero troppo impegnata a pensare al passato

"Ana, tesoro, tu a che gusto lo vuoi il gelato?" chiese mia madre poggiando una mano sulla mia spalla e solo in quel momento risposi 

"Non mi piace il gelato" sussurrai continuando ad osservare il mio piatto

Pochi istanti dopo mia madre prese parola e ciò che disse mi destabilizzò.

"Justin ti ridarò le chiavi della macchina ma tu non azzardarti a tradire la nostra fiducia ancora una volta o non riuscirai più a vedere né la tua moto né la tua macchina fino al college sarai tu ad accompagnare tua sorella a scuola ogni giorno e tornerete a casa insieme. Se non lo farai saprai cosa succederà" disse mia madre severa

Ero riuscita a notare in mia madre una differenza da quando scoprirono che Justin mi picchiava, non trattava più mio fratello come una volta, era troppo severa, non gli degnava una sguardo, ma soprattutto nei suoi occhi si riusciva a vedere la delusione.

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora