Thirteen

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Cameron's Pov
Dal momento in cui accompagnai Ana a casa, feci di tutto per non pensare a ciò che quella ragazza mi disse:

"La mia nascita è stata la mia condanna a morte"

Per quale motivo una ragazza di 16 anni ha detto una cosa del genere? Per quale dannato motivo, Ana ha detto una cosa del genere?

Che cosa è successo, Ana? Che cosa è successo nella tua vita per farti pensare e dire una cosa del genere? continuai a pensare e a chiedermi tutte queste domande

Avevo mille domande in testa, avevo tante, troppe domande che mi giravano in testa eppure nessuno, tranne Ana poteva darmi delle risposte.

Ma io lo sapevo, io sapevo che lei, non mi avrebbe dato ciò che io cercavo.

Perchè? Perchè io avevo visto e percepito quella corazza che si era costruita dentro, io avevo visto quello scudo nei suoi occhi che ogni volta mi urlavano di andarmene. Io avevo visto, avevo visto quel suo sguardo ormai senza emozioni, ormai senza nessuna voglia di andare avanti.

Esattamente, quegli occhi, gli occhi di Ana non avevano più voglia di vivere, erano stanchi, troppo... troppo sofferenti.

Quella notte non riuscì a non pensare a lei, a quelle parole, ma soprattutto al fatto che quel giorno l'avevo appena accompagnata nello stesso luogo dove molto probabilmente non sarebbe riuscita a sopravvivere.

Messaggio ad Ana:
"Come stai?"

Forse non mi avrebbe risposto eppure quello era l'unico modo per dimostrarle che io c'ero, che io ci sarei stato sempre per lei.

I secondi, i minuti passarono fino a diventare poi ore, ma finalmente dopo 2 ore, quando meno me lo aspettavo, lei rispose.

Messaggio da Ana:
"Tu? Tu, come stai?:)

Sorrisi a quel messaggio, come potevo sperare in un suo 'sto male', lei era Ana, lei era colei che riusciva a cavarsela sempre da sola, lei era colei che si dimostrava forte davanti a tutti ma che poi dall'altra parte dello schermo piangeva e i suoi singhiozzi rimbombavano per tutta la stanza, lei era colei a cui nessuno chiedeva 'come stai' perchè tutti pensano che non ne aveva bisogno, eppure era così sbagliato, perchè proprio chi dimostrava di farcela, di non aver bisogno di qualcuno, aveva bisogno di aiuto, di essere salvata.

Messaggio ad Ana:
"Non riesco a dormire, tu, che fai sveglia a quest'ora?"

Messaggio da Ana:
"Stessa cosa per me"

Messaggio ad Ana:
"Non riesci a dormire o non puoi dormire?"

Aspettai alcuni minuti, ma di Ana nessuna traccia.

Forse non dovevo risponderle in questo modo pensai.

Ma il mio cellulare si illuminò all'improvviso.

Ana sta chiamando...

Afferrai immediatamente il mio cellulare e risposi alla sua chiamata.

"Non mi aspettavo questa chiamata" dissi felice

Silenzio.

"Okay, mi hai chiamato, ma non parli - sospirai - perciò penso che parlerò io. Quindi che cosa ti racconto? Ah, ti racconto di me visto che dovrai far finta di essere la mia ragazza" risi

"Mia madre si chiama Agatha, è la mia donna - feci una risata - è colei che continua a darmi la forza per andare avanti. Adora cucinare e prendersi cura di me e mio padre. E' sempre stata una madre comprensiva, mi ha sempre amato e ha sempre cercato di farmi andare nella strada giusta. Insomma fa quello che ogni madre fa con i propri figli però lei è speciale, lei al contrario di mio padre mi ha sempre dimostrano un'infinità di affetto, affetto che non ho mai ricevuto da mio padre. Mio padre si chiama Augustus e non è mai rimasto effettivamente accanto a me a causa del suo lavoro un pò complicato per così dire. Lui al contrario di mia madre mi ha sempre spinto nella strada che io nemmeno volevo intrapendere un esempio è la scelta della scuola, dello sport, insomma lui nella sua mente un pò contorta ha già, da tempo, costruito nei minimi dettagli il mio presente e il mio futuro. Ed è un pò stancante, sai? E' così stancante perchè alle volte ciò che mi dice, anche contro voglia, lo faccio comunque ma per lui non è mai abbastanza, non so se mi spiego" ridacchiai

"Comunque quando ho capito e saputo ciò che mia madre stava passando, beh da lì il mio mondo ha cominciato a svanire piano piano - sospirai - e non immaginerai cosa ho provato quando ho visto con i miei stessi occhi mia madre cominciare a morire piano piano sul suo letto. io non lo so, io non so se mia madre domani ci sarà ancora o se riuscirà a superare la notte, ma l'unica cosa che so è che non smetterò mai di pregare per avere un giorno in più con lei. Ogni giorno spero di avere un giorno in più con lei, ma ora come ora anche solo un minuto o qualche secondo è fondamentale"

Silenzio.

Dall'altra parte non sentì niente e dopo qualche minuto decisi di spegnere la chiamata pensando che ormai si fosse addormentata, ma proprio nel momento in cui stavo per chiudere la chiamata, sentì la sua voce.

"Ma non mi hai parlato di te, mi hai parlato dei tuoi genitori" sussurrò

"Non pensavo fossi ancora sveglia" ammisi

"Hai detto che mi avresti parlato di te, non dei tuoi genitori" sussurrò ancora

"Di me non c'è tanto da dire" risposi sorridendo

"Proprio chi non ha niente da dire è proprio colui che alla fine ha tanto dentro" il mio respiro si fermò

Non avrei mai pensato che mi avrebbe risposto in questo modo.

"Puoi anche non parlarmi di te, in fondo l'hai deciso tu. Io non ti obbligo, puoi anche decidere di chiudere la chiamata, ti capirò" sospirai

Silenzio.

"Sono sempre cresciuto con le rigide regole di mio padre e con l'amore di mia madre. A causa di quelle rigide regole di mio padre, non ho quasi nessuno accanto se non i gemelli. Quante voci girano su di me, sulla mia famiglia. Perchè è vero, siamo un pò strani, ma forse non è che lo siamo, ma preferiamo stare sul nostro, per conto nostro e questo perchè mio padre non si fida di nessuno e preferisce 'nasconderci' che vivere una vita normale. Io forse non sono perfetto, forse non sono un ragazzo come tutti gli altri, è vero. Però anch'io sono un ragazzo, anch'io sono un essere umano e non un criminale, un ragazzo pericoloso" sospirai

Silenzio.

"Io non credo a ciò che dicono gli altri" sussurrò Ana

"Grazie" sorrisi come se Ana potesse vedermi

Silenzio.

"La frase di prima, perché mi hai risposto in quel modo?" chiesi di getto

Ancora silenzio.

Non dovevo chiederglielo.

"Mi disp..." cercai di rimediare

"Perché è ciò che penso..." sospirò

"...è ciò che mi hanno sempre fatto credere loro, per questo li odio" disse con tutto l'odio dentro di lei

Ma chi? Chi odiava?

"Chi? Chi Ana?" chiesi alzandomi dal letto

Tut tut tut tut

Mi misi una mano sul viso, sospirando.

Non dovevo farlo, non dovevo farle quella domanda, ma soprattutto non dovevo insistere nel scoprire qualcosa in più del suo passato. Perché forse era vero, io ero riuscito a scoprire il segreto più grande di Ana, il suo dolore, ma non sapevo ancora la causa del suo segreto.

Ma soprattutto il segreto più grande di Ana era il suo dolore, eppure io riuscivo a percepire il fatto che ne aveva ancora tanti altri.

Ana Smith nascondeva tanti altri mille segreti e io avrei fatto di tutto per saperli tutti quanti perché li avrei custoditi con lei, perché ne aveva bisogno, aveva bisogno di qualcuno che si prendesse un pò del suo peso che si portava sulle spalle da un pò.

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STAY SAFE & HEALTHY EVERYONE! LOVE YOU ALL 🥺❤️

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora