Twenty two

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Doppio aggiornamento!
Buona lettura!
Love you all 💗

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Qualcuno a Manhattan's Pov
Qualche anno fa...
Avete presente quando tutto gira e gira mentre tu rimani ferma dentro una bolla, tutti ridono felici, tutti scherzano e tu sei lì immobile senti le voci e le risate cupe, ti guardi intorno e pensi quanto sia quasi come una condanna vedere tutti felici mentre tu...tu...semplicemente non ci riesci.

"Come stai?" mi chiese la professoressa d'italiano sedendosi accanto a me

"Bene, lei?" risposi sorridendo

In quel momento ci trovavamo all'interno della palestra, stavamo festeggiando la festa di Halloween e come sempre io mi trovavo in disparte mentre tutti gli altri ballavano e urlavano felici.

Infondo ci ero abituata.

"Bene, ma perché non vai a ballare con le tue compagne?"

"Diciamo che non sono fatta per le feste" risposi osservando le mie compagne ballare

"Mh, d'accordo" rispose incerta tornando nel tavolo dei professori

Scossi la testa a destra e a sinistra.

Sempre la stessa storia, sempre le stesse domande, sempre le stesse medesime risposte.

Dopo un po' annoiata da quella festa decisi di chiamare Simon, l'autista.

"Salve signor Simon, puoi venirmi a prendere?"

"Ma signorina è passata solo un'ora da quando l'ho accompagnata, è davvero sicura di voler essere presa?"

Aveva ragione, mi aveva appena accompagnata eppure la mia voglia di rimanere all'interno di quella festa era pari a zero, non sapevo nemmeno perché mi trovavo lì o forse sì?

"Sú, andiamo in pista!" disse una mia compagna brilla

Incredibile come le professoresse non si accorgevano dell'enorme quantità di alcool che c'era in quella festa.

"Katie non posso, devo tornare a casa" risposi cominciando ad alzarmi dal mio tavolo

"Che noiosa che sei, mamma mia!" disse ributtandosi in pista

Perciò decisi di avviarmi verso l'uscita della palestra per respirare finalmente a pieni polmoni.

"Finalmente" sussurrai appena il vento scompigliò i miei capelli

Chiusi gli occhi facendo un respiro profondo.

Mi sentivo libera, quello era uno dei pochi momenti di silenzio, di tranquillità, ma soprattutto di libertà da casa mia, dai problemi, dalle urla e dal dolore.

Forse era quello il motivo del perché mi trovavo lì.

Dopo un po' sentì un clacson suonare, aprì gli occhi e vidi la macchina del signor Simon.

"Grazie per essere venuto signor Simon" dissi una volta salita in macchina

"Di niente signorina, ma è davvero sicura? Al 100%?" chiese ancora una volta

"Sì ne sono sicura, non ti preoccupare" risposi sorridendogli

"Se vuole può rimanere un altro po'"

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora