Thirty two

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Justin's Pov

"IO C'ERO! IO C'ERO QUEL GIORNO CAZZO! IO C'ERO E HO VISTO TUTTO CON I MIEI STESSI OCCHI! HO VISTO QUELLA LUCE BIANCA, HO SENTITO QUEL FRASTUONO, IO C'ERO DANNAZIONE! IO C'ERO!..."

Quelle parole non facevano altro che girare nella mia testa ormai da un paio di giorni senza darmi pace.

Io, io non lo sapevo, non sapevo della sua presenza quel giorno, non sapevo che aveva impresse nella mente le stesse immagini che non facevano altro che perseguitarmi, non sapevo che il suo dolore era legato al mio, ma soprattutto non sapevo che il suo dolore era simile al mio perché eravamo legati da quel ricordo...

Feci un respiro profondo.

"Che succede, tesoro?" mi chiese mia madre mentre ci trovavamo a tavola per la colazione

Da quel giorno erano cambiate un paio di cose come per esempio il mio rapporto con i miei genitori, infatti in quei giorni sembravano esser tornati come quei genitori di prima, di una volta.

"Non ho niente, mamma. Tranquilla" risposi guardando di sottecchi Ana che si trovava proprio difronte a me

Era così silenziosa da quel giorno...

"Jus se hai qualche problema possiamo parlarne insieme difronte ad una birra" disse mio padre e immediatamente mi girai di scatto verso di lui

"Che cosa?" chiesi sbalordito

Mi stava davvero invitando a bere con lui? Mio padre!

"Ormai sei cresciuto, no? Hai 19 anni e penso che tu abbia bevuto anche qualcosa di molto più forte di una semplice birra"

"Oliver nostro figlio non è un alcolizzato!" esclamò mia madre e tutti e 4 scoppiammo a ridere

Erano proprio momenti come quelli ad essermi mancati, quei momenti prima di quel pomeriggio...

"Mamma, papà io vado, Cameron mi aspetta fuori" ci avvisò Ana alzandosi da tavola per dare un bacio ai nostri genitori

"D'accordo tesoro" rispose mia madre sorridendole dolcemente

"D'accordo tesoro a dopo e state attenti!" esclamò mio padre

"Ovvio!..." esclamò e subito dopo sentì il suo sguardo su di me

Sentivo che voleva dirmi qualcosa, forse dal suo sguardo o semplicemente dal suo modo di stare in piedi a poca distanza da me.

"Ciao Jus" sussurrò per poi darmi un veloce abbraccio e scappare

Mi si mozzò il fiato.

Non lo faceva da 3 anni...

Prima era sua abitudine salutarmi dandomi un abbraccio ma dal momento in cui cominciai a trattarla male smise e quasi sentivo che quell'abbraccio era più come un 'io ci sono, ricordatelo'.

"Vi voglio bene!" sentimmo urlare dall'ingresso e magicamente nei volti dei miei genitori si formò un dolce sorriso

Quel sorriso non lo vedevo da un pò...

"Piano piano si sta sbloccando" sussurrò mia madre continuando a sorridere

"Piano piano si sta riappropriando di ciò che le avevano tolto anni fa, della felicità" disse mio padre

E quasi automaticamente pensai nuovamente alle parole di mia sorella.

"Anch'io rivedo le immagini di quel pomeriggio come se fosse ieri ed è una continua tortura. Perciò se pensi che non capisca il tuo dolore ti sbagli, ti sbagli perché il tuo incubo è il mio ma tu sei fortunato perché quello è il tuo unico incubo, nessuno ti augura la morte, nessuno ti picchia, nessuno ti perseguita per il semplice gusto di ferirti, nessuno..."

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora