Ten

108 8 0
                                    

Ana's Pov
In quel periodo non sapevo bene come mi sentivo, ma di una cosa ero certa, qualcosa in me dal giorno in cui decisi di sfogarmi, cambiò.

Era davvero possibile sentirsi vuoti?

Era davvero così possibile non sentire niente?

Guardarsi intorno e non sentire niente, guardarsi intorno e sentirsi soli, senza nessuno, senza nessuna via di scampo.

Quel giorno, quel giorno su quella collina ero riuscita a sfogarmi dopo, anni, dopo anni di dolore, dopo anni di sofferenza, dopo anni di silenzio. Su quella collina ero riuscita a far parlare il mio cuore, sí perché in quel momento, in quel momento dopo anni non era più la mia testa a parlare, ma il mio cuore stanco e sofferente. Quel giorno su quella collina avevo lasciato un pezzo di me e doveva essere un segreto ciò che avevo urlato, ciò che il mio cuore aveva urlato, doveva essere un segreto tra me e il silenzio però nel momento in cui Cameron mi abbracciò e dopo essermi buttata tra le sue braccia vedendo così mio fratello, capí che quello non era più un segreto, ormai lo sapevano, ormai qualcuno lo sapeva.

Quel giorno qualcuno era riuscito a conoscere una parte di me, non una semplice parte, ma il dolore, il mio dolore. E io, io non potevo sopportarlo, nessuno, nessuno doveva vedere il mio dolore, nessuno doveva conoscere il mio dolore, nessuno, nessuno eccetto me e il silenzio.

"Perché mi eviti?" chiese Cameron sbucando da dietro l'albero dove ero seduta

"Non ti sto evitando" mentì continuando a guardare gli altri studenti mangiare e scherzare

Era vero, era da quella mattina che lo stavo evitando, non volevo vederlo, non volevo mi facesse delle domande a cui io non saprei rispondere.

Eppure c'era una domanda che mi facevo da quel giorno perché avevo chiesto aiuto a Cameron?

"Ad ogni fine lezione ti volatilizzi questo non è evitarmi?" chiese sedendosi accanto a me

Potevo ancora scappare? No, non avevo più via di scampo, dovevo affrontarlo.

"No, questo si chiama 'non voler arrivare in ritardo alla prossima lezione'" risposi continuando a non guardarlo

Silenzio.

Lo osservai di traverso, di nascosto e aveva la stessa espressione di quella mattina, aveva una domanda da farmi ma stava sicuramente decidendo quale fare, per stare attento, forse per paura di farmi scappare via da lui.

Perciò al posto di aspettare la sua domanda, parlai.

"Non dovevi vedere ciò che hai visto quella mattina, non dovevi farlo. Quello era un segreto, un segreto tra me e il silenzio. Ma adesso, adesso non lo è più. Perché lo hai fatto? Perché mi hai seguita?"

"Ne sentivo la necessità, qualcosa dentro di me diceva di seguirti e forse ho fatto la cosa giusta" disse e la rabbia dentro di me si accese

"No, non hai fatto la cosa giusta! Non hai fatto niente di giusto!" esclamai alzandomi di scattò piazzandomi difronte a lui

"PERCHÈ? PERCHÈ TI ARRABBI COSÌ TANTO, ANA? PERCHÉ ADESSO SEI COSÌ LONTANA DA QUELLA RAGAZZA SU QUELLA COLLINA? SAI COSA HO VISTO QUELLA MATTINA? UNA RAGAZZA DISPERATA, UNA RAGAZZA PIENA DI DOLORE, UNA RAGAZZA CHE HA BISOGNO DI AIUTO E NE HO AVUTO LA CONFERMA QUANDO TI HO STRETTO TRA LE MIE BRACCIA E HAI CHIESTO IL MIO AIUTO! PERCIÒ SPIEGAMI COSA C'È DI SBAGLIATO IN QUELLO CHE HO FATTO! SE SO CHE HAI DISPERATAMENTE BISOGNO DI QUALCUNO CHE TI SALVI DAL DOLORE CHE HA URLATO IL TUO CUORE!" urlò anche lui alzandosi in piedi

Abbassai lo sguardo.

"Perché hai visto il segreto più grande che ho..."

Alzai il capo e subito dopo strinsi i denti guardandolo negli occhi e continuai.

A secret painDove le storie prendono vita. Scoprilo ora