LE FATE IGNORANTI - Capitolo 8

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"A Massimo, per i nostri sette anni insieme,

per quella parte di te che mi manca e che non potrò mai avere,

per tutte le volte che mi hai detto "non posso"

ma anche per quelle in cui mi hai detto "ritornerò"...

sempre in attesa, posso chiamare la mia pazienza "amore"...

La tua fata ignorante."

'Grazie'... Grazie per avermi raccontato questo pezzo di te, grazie della fiducia incondizionata che hai donato ad un ragazzo conosciuto solo ieri, grazie per avermi permesso l'accesso in quel posto tuo e di avermelo mostrato, grazie per il sorriso luminoso che ti è spuntato sulle labbra... Grazie Claudio. Un silenzio giusto, quello che se visto da uno spettatore esterno sarebbe apparso subito come un silenzio complice, amorevole, di cura, il primo di una serie di silenzi che nel corso della loro storia avrebbero dato vita al più perfetto degli accordi nonostante sarebbero stati circondati dai più stridenti e fastidiosi rumori. Fu Mario ad interrompere il loro silenzio parecchio tempo dopo perché si accorse di avere la prepotente necessità di raccontarsi avendo la certezza, senza alcun dubbio alcuno che Claudio avrebbe capito, sì, lo avrebbe capito. 'Conosci le Fate Ignoranti?' - 'Il film di Ozpetek? Certo...' - 'Scontato...' una risata a due voci che assieme alle parole aveva preso il posto del silenzio. 'Anche comunque, ma intendevo il dipinto...' - 'si, non sono ferratissimo in materia ma so che è un quadro di Magritte a cui si è ispirato Ferzan... diciamo che la mia conoscenza si ferma qui...' un sorriso imbarazzato da una parte ed una carezza dolce dall'altra... 'esatto, l'arte, secondo Magritte, è come una Fata Ignorante, capace di magie il cui reale significato sfugge alla sua stessa comprensione, è questo pensiero che secondo me ha ispirato il mio regista preferito che con quel film ha confezionato una perla poetica miscelando attori magistrali, intensi e variegati. Tempo fa lessi una sua citazione sul film:

La incontriamo senza riconoscerla come tale, LA FATA IGNORANTE, ed è capace di compiere il miracolo di travolgerci, di cambiarci la vita permettendoci di crescere.

Sono quegli incontri personali che lasciano un segno più o meno profondo e indelebile, tanto che da quel momento in poi, non siamo più gli stessi, non possiamo più esserlo.

Ci hanno cambiato, hanno cambiato il nostro percorso, il nostro essere, il nostro sentire.

FERZAN OZPETEK

'Sai, l'ho fatta mia, un po' come capita a te con le canzoni' occhi negli occhi per scoprire quanto si ritrovano ad essere simili in modo diverso 'tra tutte le persone che ho incrociato nella mia vita ho intercettato le mie Fate Ignoranti, persone che in punta di piedi sono riuscite a travolgermi e a cambiarmi la vita, hanno lasciato segni profondi e indelebili facendo in modo che io non fossi più lo stesso del prima di loro e continuano a farlo essendo diventati parte di me. Mi hanno cambiato, hanno cambiato il mio percorso, il mio essere ed il mio sentire. Sono le persone che condividono con me un pezzo di strada, sono strani, variopinti e variegati, in alcuni casi ci siamo capitati, come con i miei genitori, mia sorella Sara e mio fratello Tommaso, con altri ci siamo scelti, c'è Andrea la folle, quella colorata, sempre positiva e allegra che non si lascia scalfire da nulla, ci sono Filippo Lucas e Pietro, tre fratelli totalmente diversi uno dal altro da essere complementari e poi ci sono Ludovica e Teresa... Ti piaceranno... gli piacerai... ' Uno scatto che li portò a guardarsi negli occhi 'Gli piacerò? Mi piaceranno?' - 'Si, quando vi conoscerete...'- 'quando ci conosceremo...' un sorriso che sapeva di felicità, di aspettativa. 'Sai Clà, ho riconosciuto la mia omosessualità verso i sedici anni, ci ho provato, ci ho provato davvero a stare con le ragazze, quelle che per farmi innamorare di loro mi dedicavano le canzoni di Eros Ramazzotti sperando di conquistarmi. Dicevano fossi bello, bellissimo addirittura ed i miei compagni mi invidiavano convinti avessi l'imbarazzo della scelta... Volevo innamorarmi di una ragazza ed ho finto, mi sono violentato costringendomi ad esserlo... innamorato... Io volevo amalgamarmi alla massa per confondermi ad essa, per non essere 'diverso', non essere additato, deriso, emarginato e fino ai vent'anni non mi sono concesso di amarmi per ciò che ero ne di amare qualcuno come me... sono stato io il primo a considerarmi diverso e ad avere paura della mia omosessualità, talmente tanta paura da...' non ti mollo la mano, te la tengo qui stretta tra le mie Mario, per tutto il tempo che ne avrai bisogno, tranquillo, affidamela e prenditi tutto il tempo che ti serve per raccontarti, non c'è fretta, non abbiamo fretta, possiamo prenderci tutto il tempo che ci resta della nostra vita, respira, convoglia i pensieri che vuoi condividere con me e tirali fuori uno ad uno, sono qui per te, per farli diventare un po' miei e per portali insieme affinché il loro peso non gravi più solo sulle tue spalle e tu riesca ad essere un po' meno curvo sotto di esso... '...talmente tanta paura da essere convinto di non farcela, non vedevo una via d'uscita, non vedevo la mia vita nel futuro, credevo che non avrei mai avuto un futuro, che la mia vita sarebbe finita presto perché non mi sentivo capace e meritevole di viverla... Poi un compagno di università che aveva capito più Mario di quanto non ero stato capace di fare io nonostante convivesse con me stesso da quando ero nato, mi invitò a casa sua a vedere le Fate Ignoranti, mi immersi talmente tanto in quella storia da non accorgermi di aver pianto per quasi tutto il tempo, lui non disse una parola, non si avvicinò né mi toccò mai, mi lasciò lì solo con me stesso e per la prima volta, da lì iniziai di nuovo ad amarmi... Alla fine del film gli chiesi di farlo ripartire, lo guardammo tre volte di seguito e solo allora mi voltai verso di lui gli poggiai un bacio leggero sulle labbra e lo ringraziai per avermi ridato me stesso. Diventammo amici e mi accompagnò per tutto il percorso universitario, alla fine di quel primo anno si fidanzò con Gianluca ed ora vivono in Provenza e ci vediamo almeno due volte l'anno...' - 'Anche loro sono due delle tue Fate Ignoranti? - 'No, loro sono Vittorio e Gianluca, sono una parte della mia vita ma non sono Fate... La prima Fata ad entrare nella mia vita fu mia sorella Sara, fino al giorno prima era solo Sara poi cambiò tutto. Eravamo a casa da soli sdraiati sul letto in camera sua, mi faceva i grattini tra i capelli, era più piccola di me di due anni eppure aveva capito tutto, lei ha sempre capito tutto di me, mi ha sempre visto, non solo guardato. Il mio film con Vittorio risaliva a circa tre mesi prima, quel giorno stavamo lì e lei continuava ad accarezzarmi i capelli ed oramai eravamo in silenzio da più di un'ora, chiusi gli occhi e lo dissi aspettandomi che si scostasse, che mi guardasse in modo diverso, schifato forse in realtà mi ha abbracciato ringraziandomi per averlo finalmente tirato fuori e da lì mi ha sempre tenuto la mano senza lasciarla un solo attimo, non mi fece mai pressione per dirlo ai miei anche se ero consapevole che pensava fosse la cosa giusta da fare. Prima di arrivare a dirlo a Tommaso ed ai miei passò quasi un anno, mio fratello, nonostante caratterialmente sia più chiuso di Sara è stato dalla mia parte fin da subito, senza troppe parole e spiegazioni, lui c'era, era sempre al mio fianco...per me. Con i miei è stato diverso, più complesso, hanno un'altra età, hanno fatto fatica a capirlo ed accettarlo, solo quando sono riuscito a fargli vedere che stavo bene ed ero felice si sono rasserenati e sono riusciti a starmi vicino come dicono che mi merito, ci sono stati mesi difficili dove parlavamo senza capirci, ma poi si sono affidati a me e non mi hanno più mollato...' - 'Bhé, non ti conosco ancora bene anche se...' cavolo sempre il solito Claudio, quando perdi il controllo tiri fuori tutto senza porti limiti... 'anche se?' ...ed ora come te ne esci? Mario vuole una risposta Claudio, cosa fai adesso? Bugia o verità? 'anche se mi sono scontrato con te un anno fa, non ti sei accorto di me ma io di te sì, ti ho guardato tutta la sera da lontano e da lontano ti ho guardato per i 364 giorni successivi e da quello che credo di aver percepito di te penso abbiano ragione, ti meriti che le persone che hai attorno ti stiano vicine al massimo delle loro possibilità... Ti meriti il mondo e te lo stai conquistando ed è bello vedere dove sei arrivato, a me piace vederti lassù...' Mario sorrise del nuovo imbarazzo in cui Claudio era sprofondato nonostante dicendo quello che stava dicendo era consapevole sarebbe successo, aveva deciso che non gli importava... 'Vuoi essere la mia Fata Ignorante?' Claudio non rispose e Mario non pretese alcuna risposta, appoggiò il braccio sulle sue spalle ed avvicinandoselo lasciò un bacio tra suoi capelli... 'Vuoi essere il mio Principe Arabo?' Il sorriso di Mario... le mani di Claudio... Le loro labbra le une sulle altre a scambiarsi il respiro e la vita.

 Le loro labbra le une sulle altre a scambiarsi il respiro e la vita

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IL PRINCIPE ARABO - ClaRioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora