DIFFICILE DA SPIEGARE... IMPOSSIBILE DA CAPIRE - Capitolo 20

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UN MINUTO... DUE PAROLE

Wow, quasi 7000 letture, sento la necessità di ringraziarvi per il tempo che mi dedicate leggendo le mie parole, le mie fantasie...

Questo capitolo è dedicato a tutti voi: quelli che commentano, i vostri pensieri e apprezzamenti su ciò che leggete sono il carburante che mi fa sempre tornare qui nonostante tutto... quelli che leggono... tutti quelli con cui, grazie alle emozioni che mi hanno regalato i reali ClaRio, ho avuto il piacere di 'scontrarmi' in questi mesi... Grazie a tutti e buona lettura...

Adesso vieni qui
e chiudi dolcemente gli occhi tuoi
vedrai che la tristezza passerà
il resto poi chissà
verrà domani
Voglio star con te
baciare le tue labbra dirti che
in questo tempo dove tutto cambia
noi siamo ancora qua

E non abbiamo bisogno di parole
per spiegare quello
che è nascosto in fondo al nostro cuore
ma ti solleverò
tutte le volte che cadrai
e raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai
e seguirò il tuo volo senza interferire mai
perché quello che voglio
è stare insieme a te
senza catene
stare insieme a te

Una chiamata sul cellulare di Claudio... un'occhiata al display... Mamma...

Alle 22.00 Claudio parcheggiò l'auto sotto l'abitazione dei suoi genitori. Il viaggio era stato faticoso per vari motivi, primo tra tutti il pensiero di Mario da solo proprio in quel momento in cui forse aveva più bisogno di lui non lo aveva abbandonato un attimo, anche se ad essere totalmente sincero anche lui sentiva impellente la necessità di sentirlo vicino, di essere sdraiato su di un letto sentendo tutto il suo peso sul proprio corpo, di stare insieme anziché nel posto che avrebbe dovuto essere Casa ma che si trovava ad essere il più lontano possibile da tale definizione; inoltre era certo che il colloquio che di lì a breve avrebbe dovuto affrontare con i suoi sarebbe stato penoso e difficile e per non farsi mancare niente per tutto il viaggio era stato un susseguirsi di chiamate, tutti che volevano sapere, tutti che indagavano, e soprattutto tutti che si ergevano a giudici, volevano tutti giudicare lui, Mario, il loro rapporto. C'era chi gli aveva detto che aveva fatto bene, che quella storia avrebbe dato una spinta alla sua carriera e questa era la cosa che gli faceva più male, gli faceva più paura... e se il suo ragazzo a furia di sentirsi ripetere questa cosa avesse cominciato a crederci? No, non era possibile una cosa del genere, lui... l'amava, anzi lo aveva sempre amato, quasi dal primo minuto... ormai non era più necessario nasconderlo nemmeno a sé stesso. Si era lasciato andare un'altra volta dietro ai suoi pensieri, era passata quasi mezz'ora da quando era arrivato, ma ora era necessario che trovasse il coraggio di salire i suoi lo stavano aspettando, però prima voleva sentirlo ancora un attimo, aveva bisogno di sentire la sua voce per ritrovare un po' di forza 'Ehi...' - 'Ciao Clà, dove sei?' - 'Sono appena arrivato...' - '...hai la voce stanca e sembri anche arrabbiato, è successo qualcosa?' - 'No... no, non è successo nulla' - 'Non avevamo detto che dovevamo essere insieme in questa cosa? Se già non mi vuoi raccontare cosa ti ha messo di cattivo umore è un problema e sapere che non hai voluto con te nemmeno Fabiano mi mette ansia...' - 'Hai ragione, scusami... qui le notizie hanno corso veloci, passando nelle strade vicino casa dei miei ho visto dei muri su cui hanno scritto ''Claudio Gay'' ed altre cose molto carine sul mio conto...' - 'Scusami, non avrei mai voluto esporti a tutto questo, io...' - 'Di cosa ti stai scusando Mario? Dell'ignoranza della gente, del fatto che ci sono un gruppo di persone che sono convinte di essere 'Normali' per il loro modo di amare, mentre quelli che amano in modo diverso a loro parere sono gli 'Anormali'? Sono quelli da picchiare, da denigrare, da escludere? Ti scusi del fatto che a 2000 inoltrato nel nostro Paese molti giovani... quelli che si sentono emancipati, che inneggiano alla loro libertà sono i primi a rendere l'Italia ancora un Paese per vecchi?!?!?! Quello che si deve scusare non sei tu, chi si deve vergognare di essere al mondo non sei tu, il problema non sei tu... non siamo noi!' - 'Ti amo Clà' - 'Lo so, grazie... grazie per prenderti cura di me, lo so, lo sento... Ci sentiamo dopo ok?' - 'Si, fammi sapere come vanno le cose...' - 'Va bene!'

Bene, ora aveva fatto tutto, non poteva più rimandare, salì i gradini lentamente, a fatica, era più forte di lui, sembrava volesse posticipare quel momento il più a lungo possibile... Drin... Drinnnn... Venne sua madre ad aprire. 'Ci...ciao mamma...' - 'Ciao Claudio...' un sussurro... non un abbraccio, non un bacio nonostante fossero passati mesi da quando si erano visti l'ultima volta, solo due occhi lucidi e il labbro inferiore che tremava vistosamente, sintomo di tutte le lacrime che aveva già pianto e di quelle che rischiavano di riemergere da un momento all'altro. Già lui non era capace, poi in questa situazione era davvero difficile... Cercò di muovere un passo verso la sua mamma per tentare quell'abbraccio che non veniva ma lei si scostò immediatamente lasciandolo entrare. 'Ti ho lasciato un piatto di pasta in cucina' - 'Mamma non sono venuto fino a qui per la pasta ma per parlare con voi... Dov'è papà?' - 'Tuo padre è ancora chiuso in camera, non è mai uscito da questa mattina... è stato seduto tutto il tempo sul letto con la testa tra le mani.' - 'Puoi chiamarlo per favore?' Dopo circa venti minuti suo padre arrivò in cucina seguito dalla moglie. 'Ciao pa'...' Nessuna risposta 'Sentite... Lo so che per voi non è facile...' Nessuna risposta. Di nuovo la stessa storia di sempre, loro erano gli adulti e lui il ragazzo eppure lì dentro si sentiva lui quello grande, che si doveva mostrare uomo nonostante si sentisse solo un essere smarrito che desiderava essere sostenuto dai suoi adulti genitori. 'Scusatemi... Lo so che avrei dovuto dirvi da un pezzo che stava avvenendo qualcosa dentro di me quando successe quel casino con Michele... Lo so che non avreste dovuto venirlo a sapere in quel modo, che avrei dovuto parlarvene io... Mi dispiace se questa cosa vi creerà dei problemi ma... mi sono innamorato di Mario... Mi dispiace!' - 'Ti dispiace... ti dispiace...' tuonò suo padre '...e che cosa ce ne dovremmo fare del tuo dispiacere? Fino a prima di quel tuo viaggio a Roma con i compagni di scuola avevamo un figlio che pensavamo di conoscere, che pensavamo di sapere cosa volesse dalla vita... Pensavamo di sapere chi avrebbe amato e cosa avrebbe costruito con la persona che avrebbe scelto di avere al suo fianco... Invece di punto in bianco scopriamo di non conoscere affatto il ragazzo sulla bocca di tutte le persone che vivono in questa città, assomigliava tremendamente a nostro figlio ma non poteva essere lui che abbracciava, accarezzava e baciava un altro maschio, Michele, quello che fino al giorno prima era il suo amico e che il giorno dopo lo accusava di averlo circuito, quasi violato, quello che ha rovinato il nostro Claudio. E adesso questo Mario, un altro che ti rovinerà, che rovinerà nostro figlio.' - 'NO...' Non pensava avrebbe mai potuto alzare la voce in quel modo con tuo padre. 'No...' cercò di far tornare normale il suo tono di voce 'No papà, non ti posso permettere di incolpare Mario di qualcosa di cui non ha responsabilità... Sono io che stavo inaridendo per cercare di fare ''la cosa giusta'', ma quella era la cosa giusta solo per tutti gli altri... ho sempre cercato di fare la cosa giusta, per te... per voi, ma questa volta si tratta di me, della mia vita, della mia felicità...
Non posso più permettere a nessuno di condizionarmi al punto di scegliere cosa è giusto o sbagliato... Non posso più morire per dei sensi di colpa infondati e non posso, anzi non voglio perdere Mario a causa del senso di inadeguatezza che siete riusciti ad infondermi... Lo amo papà, ci ho messo tanto per prenderne consapevolezza... Gli ho fatto del male, ho rischiato di perderlo ma lui con la sua Anima meravigliosa ha saputo perdonarmi e vuole me, vuole stare con me, non voglio più fingere, nascondermi, voglio solo poter vivere liberamente il mio amore per quell'Essere meraviglioso che mi è entrato nel cuore e non ha più voluto saperne di uscire...'.

Erano le 3.00 del mattino, Claudio si era rinchiuso nella sua stanza da venti minuti, quella sera era stata in assoluto la più lunga della sua vita, lui che non era mai stato abituato a parlare con i genitori delle sue cose personali per la prima volta si era ritrovato ad aprire il suo cuore per far sì che sua madre e suo padre potessero leggerci dentro, sperava in questo modo che anche se non d'accordo con le sue scelte potessero almeno cercare di capire... Alla fine non si poteva certo dire che il discorso fosse chiuso e che avessero accettato la situazione, ma almeno si era aperto un piccolo spiraglio, se ne era accorto quando suo padre gli aveva detto che, a parte la tensione, gli vedeva una luce nuova negli occhi, una felicità che forse prima non aveva mai scorto sul suo viso... Si erano dati la buona notte e sua madre gli aveva dato quell'abbraccio di cui aveva bisogno da quando era arrivato a casa e gli aveva sussurrato 'Spero che siate felici, ho cercato su internet e da quello che ho letto Mario sembra un bravo ragazzo' in quel momento si era lasciato andare, aveva iniziato a piangere tra le sue braccia continuando a baciarla e ringraziarla, non erano certo pronti a dirgli di portarlo a casa per conoscerlo meglio ma... Ora aveva bisogno di ripulire la sua anima da tutta la tensione vissuta nelle ultime ore, sapeva che Mario era sveglio ad aspettare una sua chiamata e lui aveva bisogno di sentire la sua voce... Drin... 'Pronto Clà...' un solo squillo. 'Ciao... Speravo fossi ancora sveglio...' - 'Come avrei potuto non esserlo... ti stavo aspettando... avevo bisogno di sentire la tua voce e... di sapere come stai,com'è andata con i tuoi...' - 'Sto abbastanza bene... non è stato facile e non è di certo tutto a posto, ma anche se non sono ancora pronti ad affrontare il nostro amore per lo meno hanno capito che non possono fare nulla per modificare le cose, per modificare il mio essere e che se non vogliono perdermi definitivamente devono col tempo imparare ad accettarmi ed accettarti come parte integrante della mia vita presente e futura... Perché tu ci sarai sempre vero?' - 'Si... Ci sarò sempre Clà, finché tu mi vorrai non andrò da nessun altra parte... Non piangere tesoro, ti prego...' ma anche sulle guance di Mario scendevano quelle lacrime che racchiudevano tutto lo stress della giornata e la consapevolezza di sapere che il suo Claudio fosse lì con lui nonostante i Km che li dividevano... 'Mà... stai piangendo anche tu e dici a me di non piangere... non preoccuparti, tranquillo... va bene anche piangere a volte... Cicci devo dirti una cosa...' - 'Dimmi...' - 'Il nostro incontro è stato la più grande fortuna della mia vita... Nonostante la fatica da parte mia nell'accettare il tuo amore per me ora mi rendo conto che nulla di meglio poteva capitarmi... ti amo!' - 'Ti amo anche io... da sempre!' -'lo so...' - 'Senti Mario domani sarà un'altra giornata difficile, sarò per le 14.00 in agenzia ma... ti prometto che domani sera sarò da te e staremo insieme fino a lunedì, chiudendo fuori tutto e tutti... anche perché sento molto la mancanza di una parte di te!' - '...ma amò,ti pare il momento di pensare a certe cose?!?!?' - 'Mario, ogni momento è buono per pensare a certe cose... no?' E scoppiarono a ridere finalmente un po' più sereni....

Vieni più vicino
accendi questo fuoco amore mio
e bruceranno tutte le paure
adesso lasciati andare
E non abbiam bisogno di parole
per spiegare quello che è nascosto in fondo al nostro cuore
ma ti solleverò
tutte le volte che cadrai
e raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai
e seguirò il tuo volo senza interferire mai
perchè quello che voglio
è stare insieme a te
senza catene
stare insieme a te
e seguirò il tuo volo
senza interferire mai
perchè quello che voglio
è stare insieme a te
senza catene
stare insieme a te
stare insieme a te

IL PRINCIPE ARABO - ClaRioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora