IN MEZZO ALLA TEMPESTA - Capitolo 27

438 48 23
                                    

UN MINUTO... DUE PAROLE... 13... 13,000 volte GRAZIE!

Era finita, Claudio era tornato da lui ed ora potevano riprendere da dove si erano interrotti qualche ora prima. Ma nel trambusto generale Mario non si accorse che uno degli infermieri, distanziato dal letto, poteva essere un pericolo...

Ipek, era l'infermiera che in quella confusione si era accorta di quel ragazzo che si era spostato in un angolo della stanza per non intralciare il lavoro dei due medici e degli infermieri che trafficavano attorno a Claudio senza staccare un attimo gli occhi dal compagno, il quale si era tranquillizzato solo dopo aver capito dove si fosse messo il giovane romano quando si era accorto di non averlo più al proprio fianco, stranito da non sentire più la sua voce, le sue mani sul proprio viso. La donna lo raggiunse e sfiorandogli la spalla attirò su di sé la sua attenzione chiedendogli di accompagnarla fuori per il solo tempo della visita. Controvoglia la accontentò sapendo fosse la cosa giusta da fare. Si erano guardati negli occhi i due ragazzi e Claudio, nonostante un attimo di smarrimento accortosi che stava lasciando la stanza, gli sorrise tranquillizzandolo. Rimase seduto quasi un'ora prima che i medici uscissero, c'era stato per tutto il tempo un andirivieni di persone e macchinari che lo avevano fatto sprofondare sempre di più nel ansia, scoprì successivamente, dalla voce di uno dei due dottori, che al suo compagno era stato fatto l'elettrocardiogramma per verificare che i parametri del cuore fossero nella norma, la spirometria per accertare che la funzionalità polmonare fosse rientrata nei normali valori di sicurezza, gli esami del sangue per essere certi che il suo organismo avesse espulso tutti i residui dannosi degli allergeni ingeriti e per finire dei test cognitivi per verificare non ci fossero deficit celebrali causati dalla carenza di ossigeno subita durante lo shock anafilattico. Fu con un sorriso sincero che i due medici gli diedero buone notizie sciogliendo la prognosi... 'Come ci siamo detti prima Signor Serpa, Claudio è forte, è tornato e non ha riportato alcun danno momentaneo ne permanente, sta bene, lo terremo sotto controllo qualche giorno ma la prognosi è assolutamente positiva.' Mario ringraziò i due uomini che si erano presi cura del compagno e appena restò solo con Özgür poté finalmente lasciarsi andare un solo attimo tra le sue braccia, stretto in un abbraccio amico, sfogando quelle lacrime che, defluendo, fecero scivolare fuori da lui tutto il terrore accumulato quel giorno al idea di perdere chi gli aveva rubato il cuore. Una volta ritrovato il controllo rientrò nella stanza, Claudio aveva ripreso colore, lo trovò con le spalle leggermente sollevate; si avvicinò lentamente al letto ma senza avere il tempo di arrivare a destinazione si trovò due smeraldi liquidi che cercarono un immediato contatto con due diamanti neri che raccontavano lo smarrimento e l'ansia che il loro proprietario aveva vissuto in quelle ore... 'Vieni qui, vieni da me!' e lui ci andò, si fiondò tra quelle forti braccia, un po' provate in quel momento, che senza indugio alcuno lo strinsero in un abbraccio consolatore, voleva dare consolazione a quel ragazzo che sentiva di amare profondamente. Fu solo parecchio tempo dopo, quando entrò nella stanza un infermiere accompagnato dalla loro guida, che si staccarono imbarazzati, ricordandosi che si trovavano in un Paese mussulmano, Özgür sorrise loro rassicurante e tradusse ciò che l'infermiere aveva da comunicare al paziente, per i due giorni successivi, ogni trenta minuti, qualcuno del personale sarebbe entrato nella stanza per controllare i parametri vitali di Claudio. I due giovani annuirono e una volta uscito l'addetto sanitario, Mario si premurò di mandare a casa la guida, erano già le dieci, per dargli modo di essere riposato il giorno successivo quando avrebbe dovuto riportare la parte di viaggiatori rimasti in aeroporto.

'Clà, tra mezz'ora arriverà Tommaso, vuole vedere con i suoi occhi che stai bene, ormai non si preoccupa più solo per me...' - 'Ma lui non deve preoccuparsi di me, tu sei suo fratello ma io...' - 'Tu sei il mio ragazzo, sei... se vuoi... parte della famiglia, sei la mia Fata...' - 'Io... ' Stava per rispondergli quando nella stanza fece il suo ingresso l'ennesimo infermiere che doveva verificare i parametri del paziente, era già successo due volte e come in precedenza Mario si allontanò dal letto dandogli le spalle per dare la giusta privacy senza dover uscire dalla stanza, 'No, Mario attento...' passò solo qualche minuto quando sentì l'urlo di Claudio, solo una manciata di secondi quando, senza riuscire a girarsi completamente sentì un forte colpo alla testa, non riuscì a restare fermo sulle proprie gambe, crollò al suolo 'Alzati Mario... Aiuto, Aiutateci, vi prego. Mario...' un altro colpo infierì sulle sue costole, fu talmente forte da togliergli il fiato, la vista divenne appannata ed il desiderio di lasciarsi andare al oblio per non sentire più tutto quel dolore lo pervarse ma c'era Claudio, il suo Claudio che non poteva alzarsi dal letto e rischiava di essere nuovamente vittima di quella violenza e lui non poteva permetterlo... Cercò di alzarsi facendo leva sulle braccia ma scivolò a causa del suo sangue sul pavimento e in un attimo venne nuovamente colpito restando tramortito... ' Se non sarai suo non sarai di nessun altro!' Scusa, scusami amore mio ma non posso aiutarti, proteggerti, non sono in grado di arginare questa violenza che ci ha colpiti, non riesco ad alzarmi, non posso venire da te... Stava per essere colpito per l'ennesima volta quando sentì il tonfo di un corpo sbattere violentemente al suo fianco, sentì la colluttazione tra due uomini che alle volte lo colpivano procurandogli dolori atroci... Poi finalmente non sentì più nulla...

Era stato sedato per permettergli di riacquistare le forze senza sentire il dolore che gli era stato inferto così gratuitamente. Fu solo nel pomeriggio del giorno successivo che riaprì i suoi bellissimi occhi neri, fu quando si accorse che Claudio era seduto su una poltroncina al suo capezzale che pianse per il dolore, non quello fisico, non quello delle ferite che erano state causate al suo corpo ma per quello arrecato al sentimento che provava per il giovane uomo addormentato al suo fianco, che al posto di essere nel letto per riprendersi era lì a stringere la sua mano in attesa del suo risveglio... 'Non si è mosso da lì dal momento che ti hanno poggiato su quel letto...' Tommaso, che dopo un sospiro di sollievo continuò a raccontare 'ha fatto il diavolo a quattro perché ti mettessero qui nella sua stanza, era una furia, ha preteso che un funzionario di polizia, quello che ti ha interrogato e qualcuno dell'Ambasciata fosse qui dentro ogni volta che chiunque del personale sanitario si avvicinava a te, ha fatto verificare ogni medicinale che ti è stato somministrato, ti ha vegliato tutta la notte... fino a un paio d'ore fa; si è lasciato andare solo ora, dopo che gli ho garantito che non sarei uscito da qui nemmeno un secondo e dopo che un poliziotto è stato assegnato come piantone qui fuori... E' stato Carlo...' - 'Carlo... E...Lele? Lele dov'è?' - 'Non è stato ancora rintracciato...' - ' E Carlo... dove si trova ora?' - 'E' sotto custodia in una stanza nei sotterranei del ospedale, è ammanettato al letto e se si sveglierà passerà un brutto quarto d'ora prima di essere sbattuto a marcire in una cella...' - 'Perché è qui in ospedale...' - 'Ieri sera quando sono arrivato ti stava colpendo con una mazza... Dio, se fossi arrivato solo qualche minuto dopo...' un singhiozzo gli sfuggì dalle labbra 'Ero venuto per dirti che non sarei rientrato con il gruppo in Italia perché c'erano stati degli sviluppi, le indagini ad Ankara erano proseguite, è stato arrestato il borseggiatore che rubò la macchina fotografica di Lele ed il ragazzo ha reso piena confessione dichiarando che lui e quelli che hanno picchiato Claudio quella sera sono stati assoldati da quel vigliacco, avrebbero dovuto fargli male più di quanto non siano riusciti ma il nostro ritorno non gli ha permesso di terminare il lavoro commissionato; inoltre nella vostra stanza è stata trovata una microspia che ha permesso a quei due pazzi criminali di scoprire l'allergia di Claudio alla frutta secca e di fargli architettare "l'incidente" che avrebbe dovuto rivelarsi fatale...' - 'Bastardi... Figli di...' - 'Calmati Mario, non devi agitarti... Per ora è finita, siete al sicuro, ve le guardo io le spalle fratello...' - 'Lele?' - 'Lele per ora è sfuggito alla giustizia, ma l'Interpol è già sulle sue tracce, la sua libertà ha le ore contate e domani mattina torniamo tutti e tre in Italia, la Farnesina ci ha messo a disposizione un aereo ed un medico che si occuperà di te e Claudio durante il volo... Dormi ora Mario, devi riposare...'

IL PRINCIPE ARABO - ClaRioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora