IL PRANZO DELLE FATE - Capitolo 12/2

503 56 8
                                    

'So che pensi di poterti sentire a disagio, ma mi farebbe piacere se chiedessi a Fabiano di accompagnarti... non è una fata ma è la tua persona e mi farebbe piacere che fosse con te...'

Lui e Fabiano erano arrivati. Parcheggiarono senza difficoltà e si diressero verso il civico 13,arrivarono davanti al portone della palazzina dove viveva Mario, Claudio si passò le mani sui jeans per togliere il leggero sudore che copriva i suoi palmi a causa dell'ansia che lo attanagliava già dalle prime ore della mattina, fu il suo amico a ricordargli che se non avesse suonato il citofono non sarebbero mai riusciti ad entrare. Salirono le scale per raggiungere l'appartamento dell'ultimo piano e suonarono, fu una ragazza minuta e molto carina ad aprire 'Voi dovete essere Claudio e Fabiano, accomodatevi, vi aspettavamo' sorrideva e ed anziché stringere le loro mani li abbracciò baciando sonoramente le loro guance...'Io sono Andrea, Mario è andato a prendere i suoi genitori come ogni domenica, si era girata con le movenze di una ballerina ed anche i suoi passi sembravano farla fluttuare a qualche centimetro da terra 'Entrate che vi presento agli altri,poi potete venire in cucina ad aiutarci con la preparazione degli ultimi piatti.Ragazzi sono arrivati...' Le sette persone raccolte in cucina, ogn'una impegnata in un'attività si fermarono girandosi a guardarli, fu Andrea a fare le presentazioni 'Loro sono Ludovica e Teresa lì vicino al lavello, sono delle attiviste di Greenpeace, stanno insieme da quattro anni, si sono già conosciute al largo delle coste giapponesi. 

Poi ci sono Filippo, Lucas e Pietro, sono fratelli ed hanno un negozio creativo in centro e per finire Sara e Tommaso, i fratelli di Mario

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Poi ci sono Filippo, Lucas e Pietro, sono fratelli ed hanno un negozio creativo in centro e per finire Sara e Tommaso, i fratelli di Mario. Loro Sono Claudio e Fabiano.' – 'Ciao, benvenuti ragazzi, siamo felici di conoscervi finalmente...' Sembravano davvero tutti contenti di accoglierli tra loro, o per lo meno, quasi tutti... 'Venite a darci una mano...' Sara lì invitava ad 'entrare' in quella strana e variegata famiglia allargata. Fabiano si avvicinò al lavello e dopo che Ludovica gli infilò un grembiule apparso magicamente si mise in mezzo alle due ragazze che stavano lavando ed asciugando le stoviglie utilizzate fino a quel momento. Claudio invece stava per avvicinarsi a Pietro per aiutarlo nella preparazione dell'insalata ma chiese prima il permesso di potersi andare a lavare le mani, Sara stava per muoversi per accompagnarlo al bagno quando Tommaso la bloccò con fare velatamente brusco dicendo che ci avrebbe pensato lui... Claudio era pronto a seguirlo anche se non si sentiva perfettamente a suo agio col fratello maggiore di Mario, aveva sperato di riuscire a piacere a quelle persone così importanti per il ragazzo con cui stava iniziando una relazione e rendersi conto che forse non piaceva proprio a suo fratello fu una grossa delusione per il giovane; si avviò titubante alle spalle di Tommaso che si spostò davanti alla porta del bagno ma anziché lasciarlo solo si appoggiò al battente fissandolo per tutto il tempo. Fu quando si incamminò per tornare in cucina che l'altro gli si piazzò davanti bloccando il suo passaggio... 'Quindi tu saresti la nuova conquista di mio fratello, quello che lo dovrebbe far capitolare e smettere di divertirsi libero e senza catene ai piedi... E poi dovrebbe rinunciare a farsi uno come Lele per un... per te? Io non mi sentirei troppo stabile nelle scarpe nelle quali hai deciso di mettere al caldo i tuoi piedini da modello senza arte né parte e comunque tieniti pronto, magari oggi potresti ricevere qualche spiacevole sorpresa...'  Claudio aveva iniziato a sudare freddo, aveva la salivazione azzerata e non riusciva in alcun modo a fermare il tremore involontario che aveva preso possesso delle sue mani,avrebbe voluto ribattere a quanto gli era stato vomitato addosso da Tommaso mail suo cervello non riusciva a concretizzare un pensiero di senso compiuto, era bloccato, sospeso e non si era nemmeno accorto che l'altro si era voltato ornando in cucina come se non fosse successo nulla. Fu il citofono a riportarlo alla realtà, si costrinse a muoversi per raggiungere il soggiorno dove Sara si era diretta per aprire la porta, gli sorrise passando... I primi ad entrare furono quelli che dovevano essere i genitori di Mario, subito dopo entrò il moro ma non era solo, alle sue spalle c'era Lele che quando poggiò gli occhi su di lui si prese il lusso di sorridergli beffardo; Claudio non capiva più nulla, cosa stava succedendo? Come era possibile che Mario arrivasse accompagnato da quel uomo dopo avergli chiesto di andare da lui per una cosa così importante come il loro pranzo domenicale? E come mai Mario non lo aveva ancora salutato, non aveva ancora parlato con lui, non lo aveva ne abbracciato ne baciato quando lui era da quando si erano salutati due giorni prima che non vedeva l'ora di poterlo rifare? Non era lo stesso per lui? Perché non aveva ancora tuffato i suoi diamanti neri dentro ai suoi smeraldi verdi, lucidi... ma questa volta non era emozione, erano l'inizio delle lacrime che stavano rischiando di fuggire al suo controllo... Mario salutò tutti non guardandolo mai, poi chiese al fratello di presentare i due ospiti ai genitori, a quel punto fissando Claudio diritto negli occhi si scusò dichiarando che lui e Lele non avrebbero pranzato quel giorno avendo cose importanti di cui discutere; lo prese per mano iniziando a camminare verso una porta chiusa vicino al bagno, la sua camera da letto. No Mario... NO... Il buio del oblio lo trascino via da lì, la sensazione di precipitare vorticando verso il suolo fino allo schianto... NOOOO...

-----------------------------------------

NOOOO.... Fu così che Fabiano venne bruscamente svegliato poche ore dopo essersi messo a letto alla fine del suo turno lavorativo, era confuso ma fu solo un attimo, vi mise un secondo a rendersi conto che ad urlare era stato Claudio, fu fiondandosi fuori dal letto che pensò che non era possibile, non poteva succedere nuovamente, suo 'fratello' non poteva sprofondare nuovamente in quel mondo parallelo di incubi notturni che lo dilaniavano nel profondo... C'erano voluti tre lunghi anni di terapia, un lungo percorso di sedute psicologiche, cadenzate, regolari, il primo anno e mezzo a Verona culminato con il trasferimento a Roma ed un altro anno e mezzo lì nella Capitale che lo aveva portato a riconoscere uno ad uno i nodi che imbrogliavano e costringevano in un cappio sempre più stretto la sua anima, aveva dato ad ognuno di essi un nome e solo guardandoli dritto negli occhi, chiamandoli ognuno per nome che era riuscito a scioglierli tutti e finalmente aveva imparato ad amarsi e riconoscersi come l'essere più importante della sua vita e così aveva potuto ritrovare la voglia di lavorare nel mondo della moda, di ricominciare a fare progetti guardando al futuro come qualcosa di tangibile e non come a qualcosa che non aveva il diritto di avere e per finire aveva potuto innamorarsi... di Mario. Ed ora, quel urlo straziante nel mezzo della notte riportò Fabiano indietro di oltre un anno. Corse Fabiano, il più velocemente possibile fino alla camera di Claudio, ma appena dentro rallentò passi, movimenti e respiri, si avvicinò al letto e con delicatezza si sdraiò al fianco del suo giovane amico, lentamente iniziò ad accarezzargli il braccio cercando con delicatezza di raggiungere il centro di controllo di Claudio, quando sentì il tremore e la rigidità dal corpo del altro si fece più vicino e lentamente lo cinse facendo in modo che l'altro trovasse in lui lo scoglio a cui aggrapparsi per non cedere alla tempesta che lo aveva invaso. Poi finalmente aprì gli occhi che vennero immediatamente colmati di lacrime ed in un sussurro... 'Non andremo al Pranzo delle Fate...non sarò mai la sua Fata Ignorante... Vorrà Lele, non vorrà me...!'

IL PRINCIPE ARABO - ClaRioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora