RITORNI INASPETTATI - Capitolo 31

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UN MINUTO... DUE PAROLE... Nonostante tutto, nonostante l'oggi, questa storia è nata a causa delle emozioni che due ragazzi sono stati capaci di trasmettermi nonostante di mezzo ci fosse uno schermo televisivo e la mera conoscenza virtuale. Credo che le FF, i video, l'#, l'affetto, quello vero, se lo siano guadagnato per le persone che sono, questi sono mezzi che ci permettono di fargli giungere l'affetto di persone nella vita fanno altro ma che vogliono fargli percepire quanto di bello sono riusciti a donare, credo quindi che questa storia meriti di essere scritta fino alla fine, chi l'ha letta e supportata fino ad ora merita di leggerla fino alla fine ed io per l'amore e l'impegno che ci ho messo fino ad ora merito di continuare a scriverla fino alla fine... 

Ora sto per farmi un po' di pubblicità... Questa storia si trova alla soglia delle 18.000 visualizzazioni, un risultato che non avrei mai immaginato e che mi riempie di gioia, questa storia, come altre storie ClaRio di altre 'colleghe', partecipa alla Wattys2019, le storie ClaRio competeranno con FF su Harry Potter, Larry, One Direction e molti altri... le storie hanno bisogno di supporto per poter crescere ed essere visibili, per questo motivo, continuando a ringraziare tutti voi che mi leggete e tutti quelli che lasciano sempre un segno del loro passaggio... chiedo, a voi lettori silenziosi, se ne avete piacere, di lasciare una stellina ai capitoli che vi piacciono in modo che IL PRINCIPE ARABO continui a crescere... GRAZIE DI CUORE!

Ed ora Mario doveva ascoltare quanto aveva da dire quel uomo e decidere quale fosse la cosa più giusta da fare, con l'unica certezza di avere il suo compagno al suo fianco, qualsiasi cosa avessero deciso...

Ogni volta che rientrava a casa gli si presentava sotto agli occhi sempre la stessa scena, Mario seduto sul divano a fissare il vuoto perso nei suoi pensieri e Claudio sapeva perfettamente quali fossero queste elucubrazioni mentali dalle quali il compagno non riusciva a staccarsi nonostante fossero passati dieci giorni dalla loro visita a Rebibbia, dieci giorni da quando Lele, in quella piccola stanza aveva alzato gli occhi puntandoli in quelli neri del più giovane e aveva pronunciato un'unica parola, 'Perdonami' era stato Mario, una volta percepito che l'altro non avrebbe più aperto bocca, dopo averlo visto abbassare gli occhi sul tavolo che li divideva, che aveva iniziato a parlare ad un ritmo due volte più veloce rispetto a quanto era solito fare, aveva riversato il risentimento, la frustrazione e la rabbia che provava verso l'essere che si trovava di fronte senza filtro alcuno, aveva concluso dicendo che nonostante il dolore che le sue azioni avevano riversato su Claudio e se stesso loro erano diversi e non avrebbero proseguito con la denuncia ma... 'Stai molto attento Lele, la prossima volta non mi troverai impreparato,che sia domani o tra dieci anni, nel caso ti avvicinerai ancora a Claudio o a me, non attenderò di capire le tue intenzioni, ti ucciderò immediatamente e non avrò alcun problema a finire il resto dei miei giorni in carcere se ciò servirà ad eliminare un po' di feccia dalla faccia della Terra!' E così era uscito da quella stanza claustrofobica, con le spalle dritte, la testa rigida, i pugni serrati lungo i fianchi così come le belle labbra... Così erano usciti da quel luogo claustrofobico e buio dove esseri criminali vivevano parte della loro esistenza...stando vicini, con un braccio di Mario a stringere a se il corpo del giovane con cui stava condividendo un pezzo di vita, che sentiva di amare profondamente e che poggiò solo un attimo le labbra sul collo lasciando un leggero bacio... Erano così passati quei dieci giorni ma sembrava che il romano fosse intrappolato in un limbo da cui non riusciva a liberarsi, continuava a ripensare a quanto era successo in quel periodo, da quando erano partiti per il viaggio in Turchia che avrebbe dovuto rappresentare, oltre alla festa per i traguardi raggiunti nella sua attività, anche il primo viaggio fatto con la persona che in pochi mesi era diventato talmente importante da non riuscire a pensare al futuro senza la sua presenza al proprio fianco, ma allo stesso tempo era angosciato dagli accadimenti occorsi loro. Il rapporto che i due giovani stavano costruendo era forte ma il moro aveva paura, una paura irrazionale che tutto potesse finire da un momento al altro, a causa loro o di agenti esterni come ultimamente successo, questo era il motivo per il quale Mario spesso si estraniava nelle sue elucubrazioni ripensando a quanto avevano vissuto... Fin quando Claudio, preoccupato dalla situazione non lo scrollò malamente dichiarando che era stanco di ritrovarselo sempre accanto in quello stato catatonico in cui si era lasciato andare... uscì di casa sbattendosi la porta alle spalle... Era così che il moro si scrollò di dosso l'angoscia e l'apatia che lo avevano pervaso in quei giorni...

Erano così passate alcune settimane, avevano ripreso la loro routine,Mario si era lasciato alle spalle il passato recente riprendendo in mano la propria vita e quella di Claudio, passavano insieme la maggior parte del tempo libero, ormai il veronese viveva praticamente a casa di Mario e solo raramente tornava a dormire nel vecchio appartamento che aveva condiviso con Fabiano, solo nelle notti in cui il romano era fuori per lavoro e soprattutto per convincere l'amico veronese a continuare ad accettare la sua quota d'affitto senza lamentarsi troppo. I due giovani avevano ripreso il lavoro, Mario continuava a passare le sue pause pranzo al Bistrot, ormai Filippo era diventato un buon amico ed era piacevole staccare la testa dal lavoro scambiando due parole indiscutibilmente in dialetto con quel uomo buono e paterno e poggiare gli occhi ogni volta che poteva sul giovane che gli aveva rubato il cuore... Nei fine settimana mollavano tutto e tutti,preparavano lo zaino e partivano lasciandosi Roma alle spalle per raggiungere borghi sempre nuovi dove si preoccupavano solo di alimentare occhi e cuore. Un sabato sera, quel week end erano a Napoli, seduti sugli scogli di Margellina, le parole diventate sussurri lievi li avevano accompagnati tutto il tempo assieme agli occhi che continuamente si cercavano e le labbra ad incontrarsi scambiandosi i respiri... 'Mà, sai che non sono solito a sviolinate e cose così, ma... vorrei chiederti una cosa... Se fosse... si, insomma, se fosse... tra vent'anni... co... come saremmo... cioè... Io e te, come saremmo tra vent'anni? - 'Tra vent'anni... però... vent'anni wow, come a dire dopodomani...' - 'dai, non mi sfottere...' un sorrisetto ironico sulle labbra del moro che veniva però eclissato dalle scintille che brillavano in quei pozzi neri e profondi... 'Tra vent'anni... Con i passaporti che raccontano di bagagli pieni di emozioni e sogni tramutati in realtà... Tavolate da 'Fate Ignioranti' che raccontano l'Amore quello vero, trasversale, pranzi pieni di allegria con la colonna sonora di risate e grida di piccoli bambini, i nostri...vorrei avere dei bambini..., vorrei fossero nostri, che avessero negli occhi i tuoi smeraldi e... la tua forza, il tuo cuore... E per finire... Insieme, insieme per sempre anche se... anche se forse 'per sempre' non so se per me sarebbe sufficiente...' Senza parole,senza fiato, era così che Mario aveva lasciato Claudio su quegli scogli e fu così che passarono le due ore successive, stretti uno sul fianco del altro, con il naso tuffato tra i capelli d uno o del altro, tra pensieri che rincorrevano le parole di Mario, baci dolci e abbracci che raccontavano più di mille parole...

Erano rientrati a Roma da un paio di giorni, Claudio aveva una giornate piena divisa tra lavoro, giri in centro per sbrigare alcune questioni burocratiche, inoltre doveva fare qualche acquisto, di lì a due giorni avrebbero avuto l'ultima sessione dello shooting con Daniele, voleva approfittare per chiedergli di fargli qualche foto con cui ampliare il suo book; inoltre aveva deciso di acquistare, oltre ad un regalo per il compleanno di Fabiano un regalo per Mario, non era per una ricorrenza specifica, voleva solo trovare un pensiero perché il sentimento che provava era talmente forte da volerlo donare al compagno in ogni modo possibile, desiderava che avesse sempre con se qualcosa di suo. Stava camminando tra le vie del cento, quando improvvisamente, come ormai capitava da qualche giorno, iniziò ad avvertire una sensazione di disagio, si sentiva osservato, non voleva esagerare, lasciandosi suggestionare da quanto successo in Turchia, ma era convinto che qualcuno lo stesse seguendo da qualche giorno, per il momento aveva deciso di non parlarne con Mario ma aveva accennato immediatamente qualcosa a Fabiano, il quale gli aveva consigliato di stare attento ma di non lasciarsi ingabbiare in paranoie che potessero in qualche modo inquinare la sua quotidianità, ma ora, a distanza di qualche giorno quella sgradevole sensazione non era assolutamente svanita, anzi, se possibile era sempre più viva e fastidiosa... Aveva appuntamento da lì a venti minuti con Fabiano per un caffè in centro, ne avrebbe nuovamente parlato con lui per capire se potesse esserci qualcosa di fondato o fossero solo sue fantasie... Erano finalmente seduti al tavolo di un bar, stavano attendendo che la cameriera portasse la loro ordinazione ma subito l'amico si accorse quanto l'umore di Claudio non fosse decisamente dei migliori... 'Ehi Clà, tutto bene? Problemi con il lavoro o...con Mario?' Un sospiro accompagnò le parole del veronese... 'No Fà, in realtà no, ma... Ti ricordi che ti ricordi qualche giorno fa quando al telefono ti parlai della sensazione di disagio che avvertivo? La sensazione di essere seguito? Non mi è ancora passata, anzi, se possibile la avverto ancora di più e sto iniziando ad innervosirmi, ieri sono scattato anche con Mario per un nonnulla lasciandolo esterrefatto per una reazione decisamente esagerata ed inopportuna... Credi che a questo punto non sia solo una sensazione dovuta alla mia immaginazione e forse davvero qualcuno mi sta seguendo cercando chi sa che?' - 'Ma no Clà... non p... può essere...' Claudio si rese conto immediatamente che l'amico era strano, a disagio, loro erano amici da una vita, non c'era mai stato disagio, forse solo una volta e non riusciva a capire cosa potesse essere a rendere tale quel momento, Claudio si rese conto che l'amico gli stava nascondendo qualcosa... 'Fà, non ci siamo mai nascosti nulla, se sai qualcosa devi dirmela subito...' - 'Clà io...'

IL PRINCIPE ARABO - ClaRioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora