IL PRANZO DELLE FATE! - Capitolo 12/4

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Loro di nuovo insieme, i loro corpi di nuovo complementari, il loro sentimento che poteva curare tutte le cicatrici e tutto il mondo fuori... 'Devo raccontarti...' – 'Si... Mi dovrai raccontare tutto... Dopo...'.

Fabiano gli aveva detto che sarebbe tornato alle undici per andare a pranzo e avrebbe avuto molta fame!

Alle undici e trenta Mario con fermezza teneva la mano di Claudio intrecciata alla propria, Fabiano era un passo dietro di loro. Erano in attesa di qualcuno che rispondesse al citofono, nel momento in cui ci fu lo scatto del portone il corpo di Claudio si irrigidì automaticamente senza che riuscisse in qualche modo ad impedirlo, aveva paura, di quelle paure che non passano con le rassicurazioni, nemmeno se sono quelle della persona con cui stai costruendo un rapporto, perché... perché non lo conosci ancora, non sai come andrà e soprattutto non sai se sarai all'altezza della situazione e nel caso specifico per Claudio era ancora peggio... lui era convinto che non sarebbe mai stato all'altezza di quella storia, di Mario e di chi faceva parte della sua vita. Fu con questi pensieri da un lato e con gli occhi del moro che lo fissarono per qualche istante dopo avergli sussurrato che quello era il posto in cui doveva stare, al suo fianco e aver saggiato un bacio rassicurante dall'altra che iniziò a muovere i passi incerti che lo avrebbero definitivamente portato dentro alla vita del moro, se sarebbe stato per lungo tempo o per un solo istante non era dato saperlo, anche se era più propenso a credere più nella seconda ipotesi. In ogni caso sembrava un condannato al patibolo anziché il ragazzo del padrone di casa. Trovarono alla porta una ragazza minuta con un viso incorniciato da lunghi capelli castani ed occhi caldi e profondi 'Lei è la mia Andrea, amò loro sono Claudio e Fabiano...' aveva allungato la mano Claudio che venne bellamente ignorata al contrario del suo collo a cui si strinsero le braccia sottili della giovane che non lesinò sonori baci di benvenuto ai nuovi arrivati. Seguirono le presentazioni delle altre persone presenti in casa che si erano avvicinate al ingresso una volta che avevano sentito entrare Mario e i suoi ospiti, c'erano proprio tutti, la sua famiglia al completo e coloro che famiglia lo erano diventati nel corso della vita, tutti erano stati messi al corrente dal padrone di casa che probabilmente Claudio avrebbe avuto qualche difficoltà iniziale, per questo dopo i primi convenevoli ognuno tornò ad occuparsi di ciò che aveva interrotto senza tralasciare di portarsi Fabiano in cucina comunicandogli che avevano già molte mansioni da affidargli. 'Clà vuoi vedere casa?' – 'Forse dovrei dare una mano...' – 'Certo, tra un attimo, tanto avranno già ripartito i compiti, tra poco ti lascerò a loro disposizione, so già che ti schiavizzeranno...'  dall'altra stanza giungeva un chiacchiericcio allegro contornato da molte risate e già Claudio si chiedeva se avrebbe retto a ciò che lo aspettava di lì a poco; da quando aveva messo piede in quella casa non aveva sorriso, aveva parlato a monosillabi durante le presentazioni e aveva lasciato la mano di Mario prima di entrare, il gesto non era passato inosservato ma gli era stato lasciato lo spazio di scegliere ciò che più lo facesse sentire a suo agio. Fecero il giro delle varie stanze ma fu quando si trovarono davanti ad una porta nera che Mario si fermò e guardandolo negli occhi 'qui dietro c'è la mia camera da letto, nessuno ha il permesso di entrarci... vieni?' Tu puoi entrare nella mia camera... nei miei affetti... nella mia vita... Claudio vuoi entrare? Puoi trovare il coraggio di entrare? Quanti significati si possono dare ad una semplice frase? Nella sua testa vorticavano velocemente una serie di pensieri a cui non era in grado di dare ordine, fino a che non decise di metterli a tacere, la mano riprese il suo posto, intrecciata a quella di quel ragazzo che gli chiedeva di affidarsi 'Sì...' Stava per guardare quel ambiente nuovo quando il suo sguardo fu catturato da una fotografia poggiata su un comodino, si avvicinò, l'accarezzò con la punta delle dita e si voltò verso Mario che lo guardava con un sorriso, quel sorriso, quello che usciva dagli occhi...

IL PRINCIPE ARABO - ClaRioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora