Fischi di ammirazione, sguardi ammiccanti, gomitate ai fianchi e risatine complici che alla fine attirarono anche l'attenzione di Filippo che si trovava ancora al interno del locale ma che sentendo i suoi ragazzi fare tutta quella confusione nonostante fossero solo sette, stavano facendo tanto rumore che si poteva pensare fossero almeno il triplo, uscì sulla porta per capire cosa stesse succedendo. Mario cercava di trattenersi ma scoprire un Claudio terribilmente imbarazzato gli metteva addosso un'ilarità che aveva difficoltà a nascondere ed al contempo si sentiva invaso da una tenerezza inaspettata per quella fragilità che nel ragazzo che si trovava difronte non si sarebbe mai aspettato di scorgere, eppure eccola lì, prepotente, inarrestabile l'emozione di trovarselo fuori dal suo posto di lavoro, in attesa che finisse il suo turno, con una rosa verde in mano, non una rosa qualsiasi ma una rosa pensata, cercata e poi i suoi colleghi, magari non necessariamente amici che ridevano e ammiccavano vedendo il loro responsabile corteggiato da un bellissimo ragazzo che si era spinto fin lì, al bordo della sua vita, dove fino a quel momento lo avevano sempre guardato camminare da solo, che stava fermo in attesa di capire se gli fosse concesso fare un passo in più per entrarci in quella vita, provando a camminare in due. Fu Filippo a sbloccare la situazione, ammonendo i suoi ragazzi per la confusione visto che era quasi mezzanotte ed intorno al locale c'erano parecchie abitazioni e la via, nonostante l'ora, era ancora piena di gente che si spostava tra i vari locali della zona, serio li invitò tutti a tornarsene a casa. Solo quando davanti al ristorante rimasero loro tre fece un sorriso a Mario e appoggiò una mano sulla spalla a Claudio che strinse un po' per risvegliare il suo giovane ragazzo dal torpore in cui pareva essere sprofondato, quando si girò a guardarlo negli occhi per cercare il suo aiuto di padre gli fece una carezza e sorridendo lo spronò 'muoviti prima che ci ripensi e regali quella bellissima rosa a qualcun altro...' Un sospiro profondo, un ultimo sguardo per racimolare un altro po' di coraggio, poi si girò nuovamente verso di lui iniziando ad avvicinarsi mentre Filippo rientrava nel suo locale. Ancora uno di fronte al altro, un paio di smeraldi lucidi d'emozioni tuffati dentro ad un paio di diamanti neri lucidi e profondi 'Ehi...' – 'Ehi...' – ' Cosa ci fai qui?' – 'Ti aspettavo...' – 'E come mai?' – 'Volevo vederti e... passeggiare insieme. Ti va?' - 'Si... e quella rosa?' – 'Mi è stata data poco fa da un ragazzo...' – Non riuscì a capire se prevalse maggiormente lo sgomento dovuto al film che si era fatto pensando che la rosa verde fosse per lui o lo sguardo assassino che tramutò gli smeraldi in un oceano in tempesta al pensiero che qualcuno con cui Mario aveva passato la serata nel frattempo che lui stava lavorando gli avesse regalato la rosa e non ce la fece, non poté assolutamente trattenersi ed iniziò a ridere, a ridere con le lacrime agli occhi gettando Claudio in uno stato confusionale, non ci stava proprio più capendo niente, non poteva essere che Mario fosse pazzo, in quel anno aveva cercato di scoprire più cose possibili su di lui ed un ragazzo che da solo aveva raggiunto gli obbiettivi raggiunti dal moro non ci sarebbe riuscito se avesse avuto una qualche malattia mentale, quindi cosa diavolo stava succedendo? 'Sai, quel ragazzo, quello che mi ha dato la rosa, ha dovuto faticare non poco...' – 'scusa eh, ma non sono interessato a sentirti raccontare di questa persona e...' –'è un mio collaboratore...' – 'Ou, lavora con te... sempre meglio' furono sussurrate le ultime due parole, ma vennero percepite comunque da Mario che continuava ad avere quel sorriso che Claudio avrebbe voluto cancellare da quelle labbra meravigliose... 'Ha dovuto faticare non poco dicevo, perché gli ho affidato questo incarico complesso, gli ho chiesto di portarmi la rosa, possibilmente verde, più bella che riuscisse a trovare, ha dovuto girare molto per i vari chioschi di fiori di Roma... la volevo, proprio quella, affinché potessi donarla ad una persona che da ieri mi si è incastrata tra cervello e cuore e non c'è stato verso di toglierla da lì e...' – 'E?' – 'E volevo sorprenderla e fargli capire esattamente quanto mi si sia incastrata dentro' Boom, una deflagrazione, due guance color vermiglio ed un sorriso gigante su due labbra pazzesche, ed era un minimo del tutto. La rosa allungata verso di lui in mezzo ai loro corpi, le mani che si sfiorano nel passaggio del fiore tra l'uno e l'altro, la mano di Mario che riprende quel posto che sembra essere sempre stato suo, attaccata a quella del ragazzo di fronte a lui le dita incastrate a quelle di Claudio che inizia a farsi trascinare via da quella strada per percorrerne altre insieme, ma prima si ferma bloccando il moto del altro che si gira a guardarlo stranito solo il tempo di sentirsi poggiare un timido bacio sulla guancia al limite delle labbra. Hanno camminato circa un'ora poi si sono seduti vicini su dei massi sulla riva del Tevere, fa freddo, ma loro, con i corpi vicini, uno il proseguimento naturale del altro, troppo intenti a scoprirsi, a conoscersi, non se ne accorgono nemmeno. Questa volta, diversamente dalla sera precedente, parlano tanto, hanno la necessità di scoprirsi; Claudio racconta di essere arrivato a Roma da circa un paio d'anni, che si era trasferito insieme a Fabiano per seguire il sogno di potersi affermare come modello e per allontanarsi da una vita che non si era scelto e che rischiava di soffocarlo se non avesse fatto qualcosa per evitarlo, Mario avrebbe voluto saperne di più ma percepì che per quella volta Claudio non era pronto ad andare oltre con quel pezzo di storia, rimase attento ad ascoltarlo raccontare del lavoro al Bistrot64, di Filippo che lo aveva assunto in un primo momento per poi diventare un po' come un padre amorevole ed attento, gli voleva bene, lo spronava a rincorrere i suoi obbiettivi invitandolo a raggiungerli mantenendo l'animo pulito che gli riconosceva e ricordandogli di non scendere mai a compromessi per ottenere ciò che voleva; gli dava tutti i permessi necessari agli eventuali lavori per i quali veniva ingaggiato permettendogli di recuperare con turni extra i giorni successivi in modo da non fargli perdere parte dello stipendio medio concordato consapevole di quanto gli fossero necessari quei soldi. Gli raccontò della profonda amicizia che lo legava a Fabiano, erano amici da che ne avessero memoria, si erano trovati e non si erano mai lasciati, era colui che c'era sempre stato quando non c'era nessun altro per lui. C'era lui anche una notte d'inverno di undici anni prima quando, chiusi nella loro prima macchina acquistata in condivisione, con i finestrini appannati dal loro fiato, con il timore di perdere anche lui come altri pezzi importanti della sua vita, gli aveva confidato di essersi preso la sua prima cotta... 'credo di essermi innamorato...no, forse innamorato no, è decisamente troppo, però mi piace, mi piace davvero tanto' – 'bene, avevo notato che eri un po' pensieroso ultimamente, sempre sulle tue, sulle nuvole, pensavo fossi preoccupato per la maturità di giugno e invece...' – ' e invece mi sono innamorato... di Michele... Non sono pronto a perderti per questo, ma dovevo dirtelo, sono settimane che ci penso e non potevo più tenermelo dentro...' – 'di Michele... mi stavo preoccupando, avevi uno sguardo terrorizzato ed ho avuto paura per la nostra amicizia, ma meno male che è andata così... meno male che non ti sei innamorato di suo fratello Matteo perché me ne sono innamorato io e non so come ne saremmo usciti se ci fossimo innamorati dello stesso ragazzo...' risero, piansero e dormirono abbracciati, scomodi ed al freddo dentro alla loro macchina. Fu l'unico coming out che fece, non aveva interesse che le persone che aveva attorno, di cui a lui importava ben poco, fossero a conoscenza del suo orientamento sessuale, lui era Claudio e rimaneva Claudio a prescindere dal sesso della persona di cui si sarebbe innamorato e non gli interessava sapere cosa ne pensassero quelli che aveva attorno ad eccezione di Fabiano e scoprire quella stessa notte che fosse omosessuale anche lui lo convinse sempre più che fosse la sua persona e quella sera lo raccontò a Mario perché per lui era importante lo sapesse, che sapesse che non aveva rapporti importanti nella sua vita, ma che nella sua vita c'era Fabiano, c'era da sempre e ci sarebbe sempre stato. Il moro lo stava abbracciando lasciando che tenesse il suo viso affondato nel suo collo con la testa appoggiata sulla spalla lasciandogli dolci baci tra i capelli. 'Grazie...'
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IL PRINCIPE ARABO - ClaRio
FanficMario, si Ama profondamente... Vive una vita felice ed appagata, è riuscito con impegno a raggiungere gli obbiettivi che si era prefissato ed è arrivato alla soglia dei trent'anni con un sorriso smagliante sul bellissimo viso e nel cuore. Sa di ess...