"Ecco, questo é il modulo da compilare."
Mi disse la segretaria porgendomi un foglio e una penna.
Mi aveva appena detto che la mia classe era la 1F. Avevo riflettuto molto su questo. Più cresci e più sei piccolo. Un ragionamento difficile da spiegare, ma il mio subconscio l'aveva elaborato molto. Si... Penso molto.
Mi sento diversa da tutte le altre ragazze della mia età e non, che mi circondano. Mi rinchiudo nella fantasia di libri e nella magia della musica. Ho imparato ad accettare anche questo. Sono diversa. All'inizio era complicato, mi chiedevo "perché io e non loro?". Poi però ho appreso che la diversità è bella. Ci rende unici.Compilai velocemete il modulo e lo consegnai alla segretaria dalla faccia simpatica. Era un po' paffuta, gli occhi piccoli e vivaci, naso all'insù e bocca capace di parlare per 3 ore consecutive. Ne ero sicura. Nelle scuole c'è sempre una bidella di questo tipo. Si sentono così sole che ti tratterrebbero a parlare con loro per ore e ore, facendoti addirittura perdere la lezione.
"Grazie"
Dissi sorridendole.
"A lei."
Cercai una piantina dell'edificio e cominciai a guardarmi intorno. Era tutto molto grande, ci avrei messo molto ad abituarmi all'ambiente e a riuscirmi ad orientare in quel labirinto.
Mi incamminai verso la mia nuova aula.
Appena arrivata notai dei ragazzi parlare tra loro. Probabilmente si conoscevano... Il panico mi riempì l'anima. Ero da sempre stata una ragazza fragile e sensibile. Non facevo amicizia velocemente, ma non volevo passare per quella asociale.
"È la mia stupida fragilità"
Pensai.
Ed era proprio così. Un punto debole. IL punto debole per eccellenza. La fragilità e la paura, che ti rinchiudono fuori dalla realtà. A volte è bello starsene rinchiusi in quella famosa bolla, ma non si può rimanere al suo intero per l'eternità. A volte bisogna avere il coraggio di prendere uno spillo e farla scoppiare, cercando di non pensare troppo ai problemi del mondo di fuori dal proprio. Non bisogna lasciarsi spaventare dai problemi. Bisogna affrontarli, prima che diventino più grandi di noi.Mi sedetti in un banco in fondo, lontano dal gruppetto di ragazzi che si era formato.
Tirai fuori dallo zaino il mio telefono.
La foto sullo sfondo mi provocò una lieve fitta al cuore. Io e Mattia che ci guardiamo negli occhi, io nelle sue braccia.
Non mi piaceva litigare con Mattia, perché ci stavo male tutto il giorno. Lo amavo così tanto che anche solo restare arrabbiata con lui per poi di mezz'ora mi faceva troppo male.
Inoltre in quel momento avevo proprio bisogno del suo sostegno..."È libero?"
Qualcuno mi risveglió dai miei pensieri sfiorandomi la spalla.
"Cosa?"
Chiesi imbarazzata.
La ragazza di fronte a me sorrise."Dicevo, posso sedermi?"
Disse indicano il banco libero di fianco al mio.
"Oh, certo."
Perfetto, prima figuraccia fatta! Mi rimproverai di essere sempre e costantemente fra le nuvole, mentre la ragazza mora si sistemava nel banco vicino al mio.
"Ti ho vista qui da sola e pensato di farti compagnia... Di farci compagnia. Oggi è il primo giorno e non mi andava proprio di passarlo da sola"
Sorrisi, consapevole di condividere lo stesso pensiero della ragazza. Lei era stata solo più coraggiosa di me.
Era proprio una ragazza molto bella, pensai. Aveva i capelli lunghi e mori, arricciati sulle punte. Gli occhi grandi e di un verde più luminoso dell'erba bagnata dalla rugiada di prima mattina.
Il mio totale opposto. La mia nuca risplende come un raggio di sole a causa dei capelli biondo cenere ereditati da mia madre, occhi azzurri e naso aquilino."Hai proprio ragione. Io qui non conosco nessuno... Vengo da Bologna. Anche tu non conosci nessuno?"
"In realtà io qualcuno conosco ma...."
"CIAOO TESOO"
Una ragazza con i capelli neri a caschetto, con qualche tratto orientale notabile sugli occhi e sul pelle si avvicinó alla mora, stampandole un enorme bacio sulla guancia.
"Oh ciao Sonia."
Disse la mora senza tanto entusiasmo
"Ciao... Tu saresti?"
Disse poi rivolta a me.
"Margherita, piacere"
Dissi con un grande sorriso.
"Ah ok. Io vado di là"
Disse con un tale menefreghismo verso la mia presentazione che mi fece diventare verde.
Appena se ne fu andata cercai di capire se potevo esprimere i miei sentimenti con la mora che ancora non si era presentata.
"È simpatica dai... "
" SIMPATICA? SONIA? È PIÙ SIMPATICA UNA MERDA SOTTO LE SCARPE GUARDA."
Disse, per poi scoppiare a ridere.
Feci lo stesso. Ci vollero parecchi minuti prima che la ridarella terminasse.
"Per fortuna! Pensavo la stessa cosa!"
Dissi asciugandomi le lacrime scese dai miei occhi a causa del troppo ridere.
"Comunque io sono Stella!"
"Margherita"
E finalmente avevo scoperto con chi avrei passato il resto dei miei giorni al conservatorio.
La mattinata non era iniziata proprio per il verso giusto, però sembrava continuare per il meglio.
STAI LEGGENDO
IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMO
Fanfiction-COMPLETATA- Margherita si è da poco trasferita a Roma insieme al suo ragazzo. Ma nel conservatorio dove studia farà un incontro inaspettato, che metterà a dura prova i suoi sentimenti.