CAP 37

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Dopo circa una decina di minuti passati in macchina, arrivai davanti alla stazione. Scesi dalla macchina e Stella aprì il bagagliaio, per tirare fuori la mia valigia rosa. Insieme ci dirigemmo sui binari. Il mio treno sarebbe partito fra pochi minuti.
Era stata una scelta difficile, ma ormai rimanere a Roma non aveva più tanto senso. Niccolò se ne era andato e ogni cosa mi ricordava lui, provocandomi un immenso dolore. Volevo solo dimenticare, e la cosa giusta da fare era partire per Milano qualche settimana prima dell'inizio dei corsi. Avrei avuto tempi per ambientarmi e per tornare nelle condizioni adatte per affrontare tutto. Magari avrei anche potuto riavere un po' di felicità e serenità.

"Sei proprio sicura?"

Chiese Stella risvegliandomi dai miei pensieri malinconici.

"Si Stella."

Dissi categorica.
La mora sospirò vistosamente, poi mi abbraccio.
Sapevo di starla facendo soffrire, ma ora avevo bisogno solo di pensare a me stessa.

"Mi mancherai tanto"

Le sussurrai.

"Anche tu. Mi raccomando, chiamami."

"Certo! Poi a volte verrai su a Milano insieme ad Adriano e io a volte potrei tornare per qualche giorno a Roma"

Dissi cercando di rassicurarla, ma non riuscii pienamente nel mio intento, infatti la mia migliore amica non fece altro che annuire. Probabilmente anche lei sapeva che tornare a Roma non era una delle mie priorità. Anzi, era quasi un'ultima alternativa.

Il fischio del capotreno attirò la nostra attenzione.

"È ora che tu salga."

"Già"

Dissi. Mi girai per l'ultima volta verso quella città maledetta. Ero arrivata ricca di aspettative, con un ottima opportunità lavorativa nell'ambito della musica e con un fidanzato che mi amava. Roma mi aveva portato via tutto, e ora me ne andavo a mani vuote. Il destino era stato crudele con me, ma mi aveva fatto capire benissimo che Roma non era la mia strada. Chissà, magari a Milano avrei trovato tutto quello che cerco. Magari, avrei ricominciato ad amare. Amare. Anche solo il pensiero di passare la mia vita con un altro uomo che non fosse Niccolò mi faceva andare in panico. Forse anche per lui era così...
Inspirai pienamente per l'ultima volta l'aria calda di Roma.
Addio bella Roma.
Addio magica Roma.
Addio crudele Roma.

Abbracciati forte ancora una volta Stella.

"Salutami Adriano"

Dissi alla mia migliore amica. Il ragazzo non era riuscito a venire con noi alla stazione a causa di un impegno di lavoro.
I due erano ancora felicemente fidanzati, ed erano riusciti a resistere dove io e Niccolò avevamo fallito. Un po' li invidiavo per questo.

"Certo"

Disse lei asciugandosi le lacrime.

Con fatica salii il piccolo gradino del treno. Non mollai Stella con lo sguardo per neanche un attimo e mi sistemai in un vagone con il finestrino che dava proprio sulle panchine d'attesa, sulle quali era appoggiata  Stella. Continuavamo a guardarci intensamente, con un misto di rancore e tristezza. Gli unici sentimenti che in questo momento invadevano la mia mente.
Ad un certo punto Stella si alzò di scatto e corse verso di me, indicandomi di abbassare il finestrino.
Lo feci immediatamente, per paura che il treno partisse, lasciandomi perennemente con il dubbio su cosa volesse Stella.

"Marghe, mi sono scordata di darti una cosa."

Mi passó dal finestrino una specie di MP3, con collegate delle cuffie nere in tinta con l'oggetto che ora stringevo fra le mani.

"Che cos'è?"

Chiesi incuriosita.

In lieve imbarazzo Stella cominciò a spiegare:

"È stato recapitato dall'America ieri sera. È per te, immagino da parte di... Sua."

Stella sapeva quanto stessi soffrendo per Niccolò, quindi evitó anche di pronunciare il suo nome.

"Grazie"

Risposi, mettendo però velocemente via l'Mp3.

"Il treno sta partendo."

Disse poi Stella con un velo di tristezza negli occhi.
Le mandai un bacio con la mano.

"Mi mancherai."

Urlai dal finestrino. Il treno era entrato in movimento.

" Anche tu!"

Urló lei correndo dietro al treno.
La osservai, finché il suo corpo non diventò solo un piccolo pallino in lontananza. Finché non fu solo un ricordo.

Dormii per metà del viaggio. Quando mi svegliai cercai di pensare ad altro, ma il mio sguardo ricadeva sempre su quel maledetto MP3. Ero troppo curiosa. Anche se faceva tanto male, con le mani tremano infilai le cuffie e dopo aver acceso il piccolo dispositivo feci partire l'unica traccia presente: il capolavoro.  Chiusi gli occhi, appena la voce di Niccolò arrivò alle mie orecchie. Mi concentrai sulle sue parole. Esistevamo solo io e la sua voce.

E ho vissuto insieme a te
Scrivendo pagine, pagine e
E ho perso ma tu eri con me
Ed adesso suono e mi chiedo il perché
Ed adesso sogno soltanto che arrivi il giorno
Che la notte mi giro e non dormo
Mischio le lacrime con il vino rosso
E ti sento nei discorsi di chi mi sta intorno
Tu eri la nota che, eri la nota in me
Tu eri la nota che fa uscire il capolavoro che è in me
Naranainana
In me
Naranainana
E ho lasciato dentro me
Quadri bianchi, dipingili te
E lei ora è qui vicino a me
E cerco nei suoi gesti qualcosa di te
E adesso sogno soltanto che arrivi il giorno
Che la notte mi giro e non dormo
Mischio le lacrime con il vino rosso
E ti sento nei discorsi di chi mi sta intorno
Tu eri la nota che, eri la nota in me
Tu eri la nota che fa uscire il capolavoro che è in me
Naranainana
In me
Naranainana
E ho vissuto insieme a te
Scrivendo pagine, pagine e

Le lacrime scendevano incessantemente quando la traccia terminó. Con quelle parole aveva descritto la nostra storia. Aveva descritto proprio i miei sentimenti e probabilmente quello che anche lui stava provando. Lui era il capolavoro in me. Lui era la nota che faceva uscire il meglio di me. E ora che non c'e più, cerco proprio lui in mezzo alle altre persone. E per sempre sarà così. Continuai a piangere.
Milano si aprì davanti ai miei occhi.
La mia nuova vita sarebbe cominciata a breve, ma lui sarebbe rimasto per sempre l'unica nota che faceva uscire il meglio di me. Che lo volessi o meno. Dovevo solo riuscire a dimenticare, ricominciando una nuova vita.

Addio Niccolò.

IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora