CAP. 7

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Io e Stella stavamo chiacchierando beatamente quando una voce da uomo ci interruppe, portando la classe al silenzio generale.

"Bene ragazzi, prendete posto, prego."


Dedussi che quello doveva essere il nostro professore.
I miei pensieri furono subito confermati dalle parole dell'uomo:


"Io sono il vostro professore di Storia Della Musica. Oggi faremo una breve presentazione e poi vi farò fare un giro per la nostra bellissima scuola.
Per iniziare direi di fare l'appello. Quando chiamerò il vostro nome rispondete presente e mi direte che strumento suonate e da quanto lo fate. "


Disse, dando ovviamente per scontato un rapporto di vicinanza di tutti con la musica. D'altronde non ci si iscrive ad un conservatorio di questo livello per imparare le basi di uno strumento. Bisogna arrivare già pronti e preparati.

Il mio cognome, essendo Ruggeri, era fra gli ultimi, quindi cominciai a prepararmi nella mente il discorso:

" Sono Margherita Ruggeri, suono il pianoforte da 11 anni e canto da 4 anni. "

Me lo segnai su un fogliettino per essere sicura di non scordarmelo e ascoltai la presentazione dei miei nuovi compagni. Quelle che mi colpirono di più  furono quella di Stella, che si scoprii una violinista e quella di un ragazzo, Marco, che nonostante la sua voce dura e roca era un cantante provetto. In più sembrava anche simpatico.


"Sonia Yati?"



"Eccomi prof"

Disse la mora con degli occhioni da cerbiatta, alzando la mano in modo palesemente teatrale per attirare l'attenzione.

"Che leccaculo"

Dissi all'orecchio di Stella.

"Già"

Disse lei scuotendo la testa con sguardo schifato.


"Io canto da ben 8 anni. La mia cantante preferita é Ariana Grande e la cantante di Violetta, quel telefilm che danno su K2"



Ma che scherza? Speravo di si.
Sfortunatamente sembrava seria.
Ma come fa una ragazza di 19 anni a guardare ancora i programmi per bambini? Violetta? Ma siamo seri?!



"E da qui si capisce tutto"


Mi disse di rimando Stella, leggendo a pieno nella mia mente.

"Margherita Ruggeri?"


"Sono io"



Dissi con un leggero tremore alla voce. Mi presentai e tutto andò per il meglio. Il peggio arrivó dopo.

"Da quanto ho notato, ci sono diversi cantanti e pianisti in questa classe. Perché qualcuno di voi non mi fa sentire qualcosa?"

Disse il professore indicando il pianoforte nell'angolo dell'aula.
Un silenzio di tomba calò nella classe. Nessuno voleva fare figuracce proprio il primo giorno.

" Nessuno? Beh allora chiamo io"


Disse lui cominciando a sfogliare il registro, proprio come faceva la mia professoressa di italiano alle superiori. L'ansia che provavo in quei momenti di totale silenzio e di decisione era paragonabile a quella che provavo ora, se non superiore.



"nonmenonmenonmenonmenonmenonm...."


Pensai nella mia mente.


"Ruggeri!"

Perfetto. Ovviamente ero sempre molto fortunata. Anche la prof di italiano finiva per chiamare sempre me.

Agitata, mi alzai lentamente dalla sedia e mi diressi verso quello splendido pianoforte a coda targato Yamaha. Uno dei più buoni sul mercato.

"Bene. Ci faccia sentire qualche canzone famosa che sa fare. Vuole diventare una musicista? I musicisti sanno sempre improvvisare e mantenere la calma."

Ero super agitata. Facile per lui. Ero io quella che stava per cantare davanti alla classe che neanche aveva ancora conosciuto.  Mi sedetti al piano.

Cominciai a fare qualche nota a caso, e ovviamente il dito, a causa del tremore alla mano, cadde sulla nota sbagliata, provocando un sono irrimediabilmente sgradevole.

Risata generale.


" Si calmi, forza. Ce la può fare. "


Mi incoraggió il professore.

La cosa che odiavo di più al mondo era essere derisa. Raccolsi tutta la forza e il coraggio che avevo e una melodia passó prima tra le mie dita, cominciando ad accarezzare dolcemente i tasti del pianoforte. Poi cominciai a cantare.

"A te che sei l'unica al mondo, l'unica ragione, per arrivare fino in fondo ad ogni mio respiro. Quando ti guardo dopo un giorno pieno di parole, senza che tu mi dica niente tutto si fa chiaro..."

Cantai tutta "A te" di Jovanotti. Ero una sua grande fan. Ero stata anche ad un suo concerto e quella canzone mi aveva colpito particolarmente, quindi l'avevi imparata subito. Amavo come Jovanotti riuscisse ad esprimere tutti quei sentimenti anche con un'unica canzone: amore, passione, devozione, gratitudine. Tutti rivolti alla sua amata.
Era uno dei cantanti più romantici che conoscessi.

Finito di suonare, nella classe non volava una mosca. La mia voce aveva incantato tutti.
Alzai lo sguardo e incrociai quello compiaciuto del professore.


"Complimenti. Sono sicuro che lei farà strada. Ha proprio una bella voce!"


"La ringrazio"

Risposi timidamente, per poi tornare di corsa al mio posto. Era stato molto, molto imbarazzante.


"Wow!"


Commentó Stella al mio ritorno.

Risposi con un leggero sorriso. Non mi piaceva stare al centro dell'attenzione, però ero soddisfatta di aver spento tutte le risa che avevano riempito le bocche dei miei compagni.

IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora