CAP 33

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Mentre tornavo a casa pensavo. Non riuscivo a spegnere il cervello. L'unica frase che mi girava nella mente era:

Vieni in America con noi.

Dovevo assolutamente parlarne con marghe. Infondo, poteva venire anche lei con me in America. Cercavo di trovare tutte le scorciatoie possibili per raggirare l'enorme problema che si era creato.

La porta si aprì. Ero in trepidazione. Avevo paura. Tremavo. Non sapevo come avrebbe potuto prendere la cosa. Sarebbe venuta con me?
A interrompere i miei pensieri fu proprio la bionda.

"AMOREEEEEEEEE!!!!!!!!"

Aveva un tono palesemente emozionato. Contento.

"Hey!"

Dissi cercando di non rovinare il clima.

"NON SAI COSA MI È SUCCESSO!!!!!!!!"

Dicendo questo mi stampó un bacio sulle labbra.
Cercai di mantenere la calma. Gliene avrei parlato dopo.

"Che é successo?"

Chiesi incuriosito.

"Lo vuoi proprio sapere?!"

"Certo!"

"Sei pronto?!?!"

Continuava a tenermi sulle spine e intanto rideva. Il quel momento era l'opposto dei miei sentimenti.

"Siii"

"Mi hanno presa!!!"

"Dove?"

Chiesi non capendo.

"Al conservatorio di Milano a cui avevo fatto domanda qualche mese fa, ricordi?"

"Si...."

Ma in quel momento non la stavo più ascoltando. Non potevo crederci. La mia vita stava crollando pezzo dopo pezzo.

"E non sei felice per me?"

Chiese vedendomi parecchio perplesso.

"Tanto, come avevamo programmato, tu il tuo anno di insegnamento con la Honiro l'hai concuso. Potremmo trasferirci insieme a Milano e potrebbero venire anche Tommaso e Federica!"

Perfetto.
Com'è che tutti avevano cominciato a decidere come e dove dovessi vivere il resto della mia vita?

Continuai a mantenere il mio rigido silenzio, senza posare i miei occhi su quelli di Margherita.

" Oh, ma che hai? "

Chiese poi lei, facendo scomparire subito dopo il bellissimo sorriso che aveva sulle labbra fino a pochi istanti prima.

"Marghe ti devo parlare."

" dimmi."

"Federica mi ha fatto la stessa proposta poco fa. Sembra che vi siate messe d'accordo."

"Non capisco. Anche lei ti ha chiesto di venire a Milano?"

"No. Non a Milano, ma in America."

"In America?! Ma stai scherzando?!!"

"No marghe! Ma so solo che mi porterà via mio figlio!"

Dissi con tono alterato. La vittima non era lei. Ero io. Subito dopo però mi resi conto di essere stato un po' troppo duro.

"Scusami, non volevo alzare la voce. Solo che... Sta succedendo un gran casino."

"Spiegami meglio."

Le raccontai per filo e per segno il mio discorso con Federica, la sua proposta.

"Marghe... Andiamo in America."

MARGHERITA POV.

La giornata era iniziata così bene... Avevo ricevuto la proposta di lavoro dei miei sogni, ma questi non erano durati tanto. Niccolò ora se ne usciva con un: andiamocene in America. La mia risposta fu categorica.

" No nick. Non posso venire con te."

Sul suo volto uno sguardo di puro dolore si presentó.

"Non puoi farmi questo."

"Neanche tu! È da tanto che aspetto questa proposta. Non voglio rinunciare!"

"Ma é un lavoro Margherita! Uno stupido lavoro."

Disse alzando i toni.

"Ma certo, facile per te, che il successo te lo sei già creato. Tu sei sistemato, hai già fatto un mega tour e ora hai una pausa di un anno. Ma per noi comuni mortali non é così Niccolò. Tutti cerchiamo di raggiungere i nostri sogni. Non puoi pretendere che io lo lasci scappare così. "

" E tu come puoi pretendere che io lasci andare via per sempre mio figlio eh? Come? "

Disse con aria di sfida.

" Ti stai rivolgendo a Tommaso o alla sua bellissima madre bionda, nonché la tua ex?"

Chiesi. Avevo sbagliato a rivolgermi a lui in quella maniera, anche perché sapevo che di Niccolò potevo fidarmi. Stava facendo tutto solo per suo figlio. Ma ero così arrabbiata che non sapevo cosa stessi dicendo.

" Ma che cazzo dici Marghe? Per chi mi ha preso?"

Non sapendo più cosa dire presi la mia giacca che avevo appoggiato sul divano e in lacrime scappai. Prima di uscire di casa mi fermai e dissi:

"Enteo cinque giorni devo dare la mia conferma di presenza. Scegli Nick. O me o lei."

Poi me ne andai. Sapevo di averlo ferito tanto. Ma non ci vedevo dalla rabbia. Non poteva mandare all'aria così il nostro fidanzamento tutto per colpa di Federica. Io non sarei tornata indietro. A Milano ci sarei andata. Con o senza di Nick. Anche se quel senza suonava molto spaventoso. Sapeva di... vuoto. Un enorme vuoto.

NICCOLÒ POV.

La mia vita stava andando a rotoli. Cercavi di riattaccare un pezzo, ma un altro si staccava e rotolava via. Le lacrime ricominciarono a scendere. Come potevo fare una scelta del genere? Non era proprio possibile. Amavo Margherita più di ogni altra cosa, ma allo stesso tempo amavo Tommaso. Un amore diverso, certo. Ma sempre di amore si parlava. Dovevo solo capire. Cercare di convincere o Federica o Margherita a ripensarci. A restare a Roma. Roma. Pensando alla mia bellissima Roma mi venne un groppo in gola. Mai avrei pensato di abbandonarla, ma ora ero davanti a un bivio. O Milano o Stati Uniti. Roma non era un'opzione. Roma l'avrei abbandonata senz'altro.

Piangevo.
La testa martellava ma io piangevo.
Piangevo.

[**]

Quando la mattina mi svegliai, feci fatica ad aprire gli occhi, troppo impiastricciati di lacrime ormai secche. Ero ancora sul divano, dove Margherita mi aveva lasciato. Chissà se era tornata. Andai a controllare in camere ed era lì. Più bella che mai. Mi avvicinai a lei e le accarezzai una guancia.

"Ciao Nick."

Disse aprendo un occhio.

"Buongiorno."

Poi la baciai. Fu un bacio lungo. Ero stato troppo male dopo il nostro litigio e avevo bisogno di sentirla ancora mia.

Successivamente decisi di andare da Federica. Io dovevo fare una scelta, ma magari sarebbe potuto cambiare tutto con qualche parola giusta al momento giusto. La tesa ancora mi duoleva ma feci finta di nulla. Non era il momento di pensare a me stesso. Avevo ben altri pensieri per la testa. Altro che la mia salute.

Mi diressi nella via che ormai conoscevo a memoria e imboccai il primo parcheggio presente davanti a casa della mia ex. Incrociai le dita e scesi dalla macchina.

IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora