CAP. 12

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MARGHERITA POV

Bip-bip.
Bip-bip
Bip-b...

Tirai una manata alla sveglia che si trovava sul mio comodino. Era già ora di alzarsi... Era da sempre la cosa più dura dell'andare a scuola o a lezione. Sono  sempre stata una pigrona cronica, che dormirebbe tutto il giorno se ne avesse l'opportunità.
Anzi, dormirei fino alle 17 del pomeriggio, mi alzerei per mangiare, tornerei a letto per poi svegliarmi alle 23.00 e cazzeggiare con il telefono fino alle 3.00.
Che dire... Avevo grandi aspettative per la mia vita!

Ricordai quello che era successo la sera prima. Ero felice, sicura del mio amore per Mattia e del suo verso di me. Niente poteva dividerci.

Mi girai e notai che lui non era al mio fianco, come ci eravamo addormentati. Al suo posto, poggiata sul cuscino di piume bianco, c'era una splendida rosa rossa e accanto a questa un bellissimo bigliettino rosa con scritto:

Sono andato all'università. Ti vengo a prendere al conservatorio.
Ti amo.
                                                          Mattia

Portai quel bigliettino al mio petto, quasi come per far si che le sue parole entrassero meglio nel mio cuore.
Se il buongiorno si vede dal mattino, questa doveva essere una giornata splendida.

Risvegliandomi dai miei pensieri mi diressi in bagno per prepararmi ad uscire. Entrai nella doccia, dove rimasi per circa un quarto d'ora. Mi piaceva curare il mio corpo, soprattutto trattare al meglio i miei capelli.
Mi asciugati velocemente e cominciai a cercare abiti adatti.
Optai per un paio di pantaloni con una fantasia particolare (a strisce bianche e nere verticali), una maglietta bianca e sopra un maglione, anche questo bianco e brillantinato.
Mi diressi velocemente al bagno, aprendo la mia pochette dei trucchi. Misi fondotinta e mascara sugli occhi, poi notando le mie labbra leggermente screpolate passai un velo di burrocacao.
Mi asciugai i capelli e li sistemai con due piccole treccine ai lati, unite dietro. Il resto dei miei capelli scendevano dolcemente sulle mie spalle.

Finalmente ero pronta per uscire. Presi le chiavi di casa, lo zaino, il cellulare e mi avviai alla fermata.
Non ci furono intoppi questa volta per prendere l'autobus, ormai conoscevo gli orari e i percorsi dei vari tram, e arrivai tranquillamente al conservatorio.
Ero pronta per una fantastica lezione con il... Professore Niccolò... Suonava strano chiamare così un ragazzo di soli cinque anni in più di me.

Entrai nella scuola e mi fermai un attimo alle macchinette, dato che ancora non avevo fatto colazione. Mentre prendevo il Kinder Bueno che era appena sceso dal distributore, mi raggiunse Stella.
Quasi non la riconoscevo. Portava un vestitino rosa lungo fino alle ginocchia, con sotto delle calze nere a rete. I capelli ricci e mori le scendevano fin sotto le spalle e aveva un trucco perfetto.  Dietro la schiena portava una piccola custodia, dove immaginai tenesse il violino.


"Come siamo eleganti oggi!"


Dissi scherzando.


"Ma certo! Oggi comincio con il ragazzo carino... Devo assolutamente fare colpo!"

Scoppiammo a ridere. Ammiravo Stella e il suo modo di essere  così sicura e anche un po' sfacciata. Io non lo ero mai stata, per questo la guardavo con occhi diversi, come per riuscire ad apprendere qualcosa dal suo carattere libero.
Parlando del più e del meno si fecero velocemente le otto. 

"Ora è meglio andare. Non voglio perdere neanche un minuto della SUA lezione"

Disse Stella con occhi sognanti.

"Già, é meglio andare. Ci vediamo a pranzo?"


Chiesi sperando in una risposta positiva.

"Volentieri. Ti aspetto all'entrata"

Ci salutammo e cominciai a dirigermi verso l'aula 28.

Arrivata davanti alla porta accostai l'orecchio e un lieve rumore di fogli spostati mi fece dedurre che lui era già dentro ad aspettarmi.

Mi feci coraggio ed entrai.

IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora