CAP. 21

2.4K 125 10
                                    

Stella e Adriano rimasero a casa di Niccolò a farmi compagnia e a tirarmi su di morale per circa un'altra oretta. Parlavamo e scherzavamo, ma in realtà di bello non c'era niente. Fingevo di sentirmi meglio perché odiavo essere compatita.
Sulle 20.00 i due, ormai stanchi quanto me, lasciarono la casa del moro, per dirigersi entrambi a casa di Stella. Io e Niccolò eravamo soli.


"Come stai?"



Chiese lui, che ancora aveva spiccicato solo poche parole.



"Uno schifo"



Dissi sinceramente. Con lui potevo essere me stessa.




"Ti capisco. Ci sono passato anche io. So che all'inizio può essere dura, ma tutto passa. Basta solo aspettare."



Le parole di Niccolò mi colpirono. Non mi aspettavo che anche lui fosse stato tradito. Non me ne aveva mai parlato. Forse era anche per questo che era stato zitto tutto il tempo. Stava silenziosamente rivivendo con me quei momenti di puro dolore.

Gli rifilai un sorriso spento e lo guardai negli occhi. Troppe volte mie ero persa nei suoi e lui nei miei.
Ma era la cosa più bella del mondo cascare nei suoi occhi. Mi sentivo meglio.
A interrompere quel momento fu il campanello.



"Ma chi è adesso?"



Chiese lui scocciato.
Poi si rivolse a me.



"Vado io. Se vuoi intanto puoi andare a sistemare le tue cose in camera mia. Tu dormirai nel mio letto, io sul divano."



Prima di andarmene gli rivolsi un altro sorriso, questa volta più sincero.





NICCOLÒ POV

Non avevo idea di chi potesse essere a quest'ora. Mi avvicinai alla porta e sbirciai dall'uscio.



" Chi é? "




"Aprimi. So che è qui. Ho bisogno di parlarle."



Una voce maschile uscì dalla figura che si trovava davanti a casa mia.
Aprii la porta.



"Ma che stai dicendo?"



"Dov'è lei?"

All'improvviso capii. Quello doveva essere lo stronzo che aveva tradito Margherita.




"Vattene. Hai già fatto abbastanza."



La  voce uscì dalla mia bocca ovattata.





MATTIA POV

L'avevo cercata dappertutto e finalmente, grazie a una soffiata di un vicino, avevo scoperto che un ragazzo, un certo Niccolò, l'aveva portata a casa sua. A quella scoperta il sangue aveva cominciato a ribollire dentro di me. Chi era quel tipo?
Ora mi trovavo faccia a faccia con lui, e questo "signor nessuno" si stava impicciando un po' troppo per i miei gusti.




"Ma te chi cazzo sei? Levati e fammi entrare"




"Tu non vai da nessuna parte. L'hai già fatta soffrire abbastanza. Alza i tacchi e smamma."



Ero troppo incazzato. Ma chi credeva di essere? Erano problemi tra me e Margherita e non si doveva impicciare.




"Te lo ripeto per un'ultima volta. Fammi entrare. Devo parlare con lei"



Dissi fulminandolo con lo sguardo. Reggendo il mio, continuò nella sua idea.



"No."

IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora