Non potevo credere a quello che avevo appena sentito. Non era possibile. Io un figlio? Mi stavo sentendo male.
"Che cazzo dici?"
Dissi arrabbiato. Senza lasciargli il tempo di rispondere continuai a parlare, anzi, a gridare.
"Non ti basta quello che mi hai fatto! Vuoi rovinarmi la vita anche ora che sono contento con un'altra"
Fissai i suoi occhi color oceano. Non stava mentendo. Conoscevo bene Federica e sapevo quando diceva la verità o meno.
"Senti Niccolò, io sono venuta perché conoscere tuo figlio è un tuo diritto. Se non vuoi farlo non importa. Lo cresceró da sola e gli diró che il padre era troppo impegnato a considerarlo un rovina vite per incontrarlo."
Immediatamente mi sentii in colpa. Una colpa schiacciante. Avevo un figlio, era questa la verità. Non potevo fare finta di niente.
" Perché non me l'hai detto subito? "
Dissi attenuando il mio tono di voce.
" Non ero sicura che fosse tuo figlio. Sai, ho scoperto di essere incinta poco dopo essere partita per Milano. Ho sperato fino all'ultimo che non fosse figlio tuo, ma sfortunatamente non è andata così. So quanto può pesare per te scoprirlo in questo modo, ti sconvolgerà la vita, ma é andata così. Ho fatto il test di paternità al bambino e il mio ex non è compatibile. Quindi non c'è dubbio, il padre sei tu. "
Spostai lo sguardo perterra. Come mai capitavano tutte a me? Non sapevo come comportarmi. Io padre? Non ero pronto. E poi come l'avrei detto a Margherita? Anche lei aveva già sofferto abbastanza. Da un altro lato non potevo però abbandonare Federica in una situazione del genere, soprattutto ora che sapevo che si era lasciata con il suo compagno. E sicuramente non potevo abbandonare mio figlio.
"Quanto ha?"
"Solo due mesi. Appena ho scoperto che era tuo figlio al cento per cento sono corsa qua."
Passó qualche attimo di interminabile silenzio.
"Dov'è ora?"
"A casa, con la baby sitter."
Esitai un secondo.
"Quando posso vederlo?"
Sul volto di Federica apparve un'espressione di sollievo. Immagino che anche solo l'idea di dover crescere un figlio da sola le abbia fatto molta paura.
"Quando vuoi. Anche ora."
"Andiamo. "
Ero convinto di quello che stavo facendo. Di sicuro non avrei abbandonato la ragazza che aveva ispirato le mie più belle canzoni in un grande momento di difficoltà, in cui era caduta anche a causa mia.
Feci salire nella mia macchina Federica. Appena accesi l'auto, la mia Playlist partì, da dove si era interrotta.
"Mi mancan tutti quei tuoi particolari... Quando dicevi a me sei sempre stanco perché tu non hai orari. Oh, fa male dirtelo adesso, ma non so più cosa sento. Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei dirti che siamo soltanto bagagli, viaggiamo in ordini sparsi. Se solamente Dio inventasse delle nuove parole, potrei scrivere per te nuove canzoni d'amore e cantartele qui. "
Con una veloce mossa della mano spensi la radio. Vidi Federica osservarmi. Poi mi disse.
" L'ho ascoltata tante volte, sai? "
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMO
Fanfiction-COMPLETATA- Margherita si è da poco trasferita a Roma insieme al suo ragazzo. Ma nel conservatorio dove studia farà un incontro inaspettato, che metterà a dura prova i suoi sentimenti.