CAP 24

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STELLA POV

Il telefono fece solo due squilli. Poi probabilmente Margherita mi riattaccó. Furiosa, provai a richiamarla, ma mentre digitavo il suo numero mia arrivò un messaggio proproprio da lei.

MARGHE

Stella ho bisogno di stare un po' da sola. Non voglio vedere nessuno.

STELLA

Marghe non è come pensi! È stata tutta colpa di Sonia!



Le scrissi un messaggio per provare a farla ragionare, farle capire che Nick non avrebbe mai fatto un gesto del genere. Ce ne sono pochi come lui e di sicuro non sono tipi da baciare ragazze a caso. Questa è roba da persone proprio come Sonia. Anche Margherita dovrebbe capirlo conoscendo Sonia... Ma probabilmente era troppo accecata dal dolore e dalla rabbia per vedere come stavano veramente le cose.
Il messaggio comunque non le arrivó. L'unica spunta presente sotto le mie parole a lei inviate non intendeva raddoppiare. Probabilmente aveva spento il telefono. Tremenda testona!
Continuai la mia ricerca.
Non poteva essere andata tanto lontano...
Continuammo a cercare Margherita fino alle 19.00 di sera. Nessuno di noi aveva novità, così ci radunammo nel bar che si trovava proprio di fronte al conservatorio.



"Come facciamo ora?!"




Disse Niccolò agitatissimo.




"Calmati Nick"



Cercai di tranquillizzarlo.




"Marghe mi ha scritto un messaggio prima. Ha detto che vuole stare un po' da sola, per riflettere probabilmente. Diamole tempo. Domani continueremo a cercarla."



"Esatto Nick. Su rilassati."




Anche Adriano cercó di rincuorare il suo migliore amico. Però non riuscì a pieno nell'intento.




"Ma siete pazzi?! Come faccio a stare calmo?! Rilassato?! La ragazza che amo é sparita perché una troia mi ha baciato e io devo stare calmo?! Facile per voi, siete insieme e non ci sono persone che si mettono in mezzo alla vostra storia. Io e Marghe non riusciamo a stare insieme neanche un giorno che ne succedono di tutti i colori!"




Io e Adriano rimanemmo a bocca aperta, a causa della durezza con cui pronunciò quelle parole, che ci colpirono a pieno.
Anche Niccolò probabilmente si rese conto di aver esagerato.




" Scusate... Non volevo... È che sono stressato. "




" Per questo penso che tu abbia bisogno di riposarti un po', Nick."



Cercai di convincerlo dolcemente.




"No. Tanto non riuscirei a dormire. Voi andate pure... Io continuo la mia ricerca."




Io e Adriano cercammo di spostarlo dal suo pensiero, ma si era impuntato così tanto che fu impossibile smuoverlo dalla sua idea. Così lo salutammo.



"Nick... Mi raccomando"



Dissi soltanto, prima di stampargli un leggero bacio sulla guancia.
Mi sorrise debolmente e uscì dal bar, dopo aver pagato il conto.






MARGHERITA POV.

Avevo spento il cellulare. Non avevo voglia di parlare con nessuno. Tanto le persone mi deludono sempre. Stella non c'entrava niente, ma volevo stare con me stessa e capire a pieno cosa mi passasse per la testa. Perché sinceramente, neanche io riuscivo a decifrare i casini e i problemi complessi della mia mente anch'essa complessa.
Mi ero chiusa in camera e stavo riempiendo un borsone con tutte le cose che avevo lasciato a casa di Mattia. Non avevo voglia di vederlo, anche la sua vicinanza mi faceva male. Fortunatamente era uscito.  Non feci in tempo a riempire il borsone che la porta d'entrata si aprì. Sarei voluta scappare prima del suo arrivo, ma evidentemente mi aveva preceduta. Mentre buttavo alla rinfusa gli ultimi vestiti rimasti dentro la borsa, la porta della camera si aprì.




"Marghe"




Mattia aveva uno strano sorriso stampato sulla faccia. Tipo... Da ebete. Ma non era normale...




"Che fai?"




"Faccio la valigia... E me ne vado."




Dissi decisa.
Mattia sia avvicinò a me. Potevo sentire il suo respiro. E proprio da questo capii da cosa era dovuta la sua faccia da ebete: un forte odore di alcool entrò nelle mie narici. Aveva bevuto e non poco. Era ubriaco fradicio.




" Eddai... Rimani ancora un po' con me"




Dicendo queste parole, mise la sua mano sulla mia guancia, obbligandomi a guardarlo. Quel tanfo dovuto dall'alcool era insopportabile. Con uno schiaffetto sulla mano lo obbligai a lasciarmi il viso.




"Ma quanto hai bevuto?"




Chiesi disgustata.




"Il giusto"



Rispose con un sorriso beffardo.



"Levati perfavore. Me ne vado"



Provai a spostarlo, ma con una rapida mossa chiuse la porta dietro di sé.



"Non così in fretta."



Dicendo questo mi si avvicinò maliziosamente e mi cinse i fianchi con le sue braccia possenti. Sentivo il suo fiato sul collo e il suo cuore battere troppo vicino al mio. Mi spinse contro al muro, obbligandomi ancora a guardarlo.
Nonostante avessi passato molto tempo insieme a Mattia non avevo mai conosciuto la parte di lui così... Oscura.




"Lasciami!"




Urlai.
Ovviamente non mi ascoltó minimamente.
Mentre mi dimenavo mi fermó il volto con le mani e cominciò a baciarmi.
Avevo i conati di vomito, sia per quel bacio che non desideravo minimamente sia per il sapore dell'alcol proveniente dalla sua bocca.




"Lasciati andare..."





Mi disse ad un orecchio.
Le lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi, mentre lui con le sue luride mani viaggiava per il mio corpo.
Non sapevo cosa fare.
Ero come paralizzata.
A risvegliarmi furono proprio le parole del verme schifoso.




"Ti piace eh?"




Come risposta gli tirai un calcio dritto nei gioielli di famiglia. Lui non poté fare altro che  piegarsi su se stesso dal dolore, lasciandomi uno spiraglio perfetto per scappare. Mi liberai dalla sua morsa e corsi giù per le scale, fino in strada. Scappai e attraversai velocemente la strada. Troppo velocemente.
Le mie orecchie non connettevano molto dopo il calcio che avevo rilasciato a Mattia, ma una cosa la captarono bene. Un forte rumore di freni. Non mi ero neanche accorta di essere finita in lacrime in mezzo alla strada. Una macchina per evitare di investirmi aveva inchiodato, salvandomi. Quando lo sportello si aprì e uscì il guidatore mi sentii sollevata. Il mio angelo custode. Lui c'era sempre quando avevo bisogno. Non mi abbandonava mai. Corsi incontro a Niccolò e mi abbandonai alle sue braccia. Non mi importava niente di quello che avesse fatto o non fatto. Avevo bisogno del suo aiuto. Perché con lui ero sicura.
Avremmo trovato una soluzione e lui mi avrebbe salvata, come aveva sempre fatto dal momento della nostra conoscenza.
Fanculo Sonia e Fanculo l'orgoglio.
Avevo solo bisogno di lui.
Avevo solo bisogno dei suoi occhi.

IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora