CAP 27

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MARGHERITA POV

Corsi incontro a Niccolò. Sonia se ne era appena andata e lui sembrava sconvolto.



"Nick...?"



L'unica cosa che fece fu abbracciarmi. Sentivo le sue braccia tatuate che avvolgevano il mio corpo. Stavolta però la sensazione non era quella di essere protettivo verso i miei confronti, ma cercava un appiglio. Voleva qualcuno che lo aiutasse, che gli desse una mano.
Non capivo cosa stesse succedendo.



"Nick cos'è successo?"



Non mi rispose.




"Per una volta che posso aiutarti voglio farlo. Tu mi hai aiutato così tante volte... Sono in debito. Confidati con me Peter."



"Marghe sai qual'è il problema? È che tu non puoi aiutarmi."




Nella sua voce percepivo tristezza ma anche paura.



"Sonia andrà a dire al preside della nostra storia e mi denuncerà. E io perderò il lavoro."




Non potevo crederci. Non ci aveva già rovinato abbastanza la vita? Perché andava tutto storto?
Non sapevo cosa dire. Lo abbracciai forte. E rimanemmo in quella morsa per un sacco di tempo.





STELLA POV.

Avevo salutato Marghe ormai da un po'. Lei era andata da Niccolò e io mi diressi subito dal mio ragazzo: Adriano. Mi aveva invitata a pranzo fuori e non vedevo l'ora. Arrivata a casa mi preparai. Non fu una cosa semplice... Ci tenevo tanto alla forma fisica, non mi piaceva uscire senza essermi sistemata capelli e vestiti. Mi feci una doccia veloce e mi misi un vestitino bianco, con sopra uno scalda cuore rosa e nelle gambe delle calze nere. Ai piedi portavo delle scarpe alte con un leggero tacco. Quando il campanello suonò corsi subito a rispondere.



"Sono io Stella. Scendi"




Disse la voce del mio uomo.
Corsi velocemente giù dalle scale. Odiavo far aspettare la gente, soprattutto i ragazzi. Da sempre avevo il terrore che questi nell'attesa scappassero e che io perdessi la mia opportunità.

Salii nella sua splendida macchina nera e finalmente potei salutarlo.
Gli diedi un bacio e insieme ci dirigemmo nel ristorante "punta marina", un ristorante in cui prediligevano piatti a base di pesce.

Ci sedemmo e mentre aspettavamo lui la sua aragosta e io la mia frittura mista, parlammo del più e del meno.
Fu un pranzo molto piacevole.
Poi arrivó il momento del dolce.




"Signori, desiderate qualche cosa per chiudere il pranzo? Un dolce? Un caffè?"




"Ci porti pure un dolce della casa"


Rispose Adriano al cameriere, facendo anche le mie veci.

Pochi istanti dopo il cameriere si presentó al nostro tavolo con due splendide coppe gelato. In quella che mi porse era visibile una leggera protuberanza sotto al tovagliolino che si trovava sul piatto su cui era servita la coppa.



"E questa cos'è?"




Chiesi incuriosita.
Adriano mi osservava con un leggero luccichio negli occhi.



Alzai il tovagliolo e... Una bellissima scatolina blu fece capolino.


"Ma..."



"Aprilo"




Disse subito lui.
Era tutto organizzato... Mi aveva fatto una bellissima sorpresa e probabilmente era d'accordo con il cameriere.

IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora