CAP 28

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MARGHERITA POV.

L'avevo fatto. Ero scappata di casa mentre Niccolò era andato a farsi la doccia ed ero andata in conservatorio per annunciare al preside la mia decisione.
Ero entrata come una furia nella sua aula.


"Salve signor preside. Volevo annunciarle una mia decisione molto importante."


"Dica pure"


Mi aveva esortato.


"Ho deciso di lasciare gli studi."


Dissi a bassa voce. Forse troppo bassa, perché il preside mi chiese di ripetere.


"Non ho capito bene"


"Voglio lasciare gli studi."


Dissi con tono più deciso, poi abbassai lo sguardo. Il petto mi bruciava. Era come se avessi un macigno sul cuore. Ma lo stavo facendo per il bene di Niccolò e questo bastava per farmi tornare il sorriso.

"Ne é sicura? Da quanto vedo lei ha ottimi voti e grandi possibilità per il futuro..."


"Sicurissima."


Dissi decisa.


"Va bene. Accetto la sua decisione. Le auguro tutto il meglio, signorina. Arrivederci."

"Arrivederci."



Dissi, per poi scappare da quella stanza. Stava diventando troppo pesante rimanere lì. Continuavo a pensare a tutte le cose che avrei potuto fare rimanendo in conservatorio. A tutte le opportunità che avrei potuto avere: diventare una cantante vera e propria, avere un contratto con la Honiro... Invece il mio percorso finiva qui. Qualche lacrima scese dai miei occhi, ma le asciugai subito. Non volevo che Niccolò mi vedesse triste a causa sua. Infondo non lo ero veramente. Ero contenta di aver salvato la sua carriera, ma vedendomi piangere avrebbe potuto fraintendere.
Tornai a casa sulle 20.00. Prima di tornare a casa avevo voluto metabolizzare quello che era appena successo. Quando aprii la porta notai subito tutte le luci spente.


"Nick?"


Nessuna risposta.
Il panico salì dentro di me. E se era scappato e mi aveva abbandonata? E se era corso da Sonia?
Andai velocemente in camera da letto e lo spettacolo che vidi mi strinse il cuore. Niccolò era addormentato sopra il letto. Con un braccio stringeva il mio cuscino e la sua faccia aveva un'espressione molto buffa. Sembrava un bimbo. Il mio bimbo.
Mi avvicinai a lui e con la pressione del mio corpo che esercitai sul letto, Nick si svegliò. Aprì gli occhi leggermente.


"Wendy sei tornata."


"Certo amore"


Dissi accarezzandogli la guancia dolcemente.


"Avevo paura che capitan uncino ti avesse rapita."

Biascicò.



"Sono qui ora."

Gli accarezzai dolcemente una guancia.


"Vieni, stenditi vicino a me."


Mi misi al suo fianco. Con un braccio mi cinse la vita, poi chiuse nuovamente gli occhi.


"Buonanotte Wendy"


"Buonanotte Peter."


Ci addormentammo così. Uno abbracciato all'altro.


[**]



Come ogni mattina Niccolò era venuto a svegliarmi. Infatti, ancora non sapeva della mia decisione. Nessuno lo sapeva, nemmeno Stella. Un po' mi sentii in colpa, ma decisi di non dirgli niente ancora per un po'. Così mi recai al conservatorio con lui.
A circa cento metri dalla scuola accostó, per farmi scendere come sempre.


IL CAPOLAVORO CHE È IN ME ||ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora