Capitolo 35

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PETER

Mariana si bagna con la lingua quelle sue labbra perfette, a forma di cuore, lasciandole lucide, ancora più tentatrici.

-Non giocare con me. - le dico gemendo, con le labbra a scarsi centimetri dalle sue.

I suoi libri cadono a terra sul tappeto. Lei li segue con lo sguardo e perdo la sua attenzione, forse per sempre. Porto le dita al suo mento e volto la sua testa con dolcezza, perché mi guardi di nuovo.

Lei mi restituisce lo sguardo con i suoi occhi vulnerabili.

-E se finisce per essere qualcosa in più di un semplice bacio? - mi chiede.

-Qual'è il problema se finisce così?

-Promettimi che non significherà niente.

Appoggio la testa al divano e le dico - Non significherà niente.

Non dovrebbe essere l'uomo ad assicurare che un semplice bacio non implica un impegno?

-E senza lingua.

-Tesoro, se ci baciamo, ti garantisco che sarà con la lingua.

Lei dubita per un istante.

-Ti prometto che non significherà niente. - le ripeto.

Infatti, non credo che significhi niente per lei. Suppongo che si limiti a giocare con me, a mettermi alla prova per vedere quanto posso resistere prima di cadere in basso. Però, quando abbassa le palpebre e si china su di me, mi rendo conto che è sul punto di succedere. La ragazza dei miei sogni, la persona che assomiglia a me più che nessuno che io abbia mai conosciuto finora, vuole baciarmi.

Riprendo il controllo quando vedo che china il capo. Le nostre labbra si sfiorano leggermente, faccio scivolare le dita tra i suoi capelli e comincio a baciarla, dolcemente. Le copro la guancia con il palmo della mano, sentendo la sua pelle setosa contro le mie dita. Il corpo mi dice di approfittarmi della situazione, ma il cervello (l'altro, quello che non è dentro i miei pantaloni) mi aiuta a mantenere il controllo.

Mariana si lascia scappare un gemito di piacere, come se si sentisse completa a stare tra le mie braccia. Accarezzo le sue labbra con la punta della lingua, incitandola ad aprire la bocca. Lei la riceve con la sua lingua, indecisa. Le nostre bocche e le nostre lingue si incontrano in un ballo letto ed erotico finché il suono della porta che si apre mi allontana da lei con un salto.

Maledizione. Sono incazzato. Per prima cosa, per essermi lasciato portare dal bacio, e secondo, per aver desiderato che quel momento durasse per sempre. E inoltre sono incazzato perché mia madre e i miei fratelli hanno deciso di arrivare a casa nel momento più inopportuno.

Guardo Mariana e vedo che si è piegata a prendere i libri da terra, in un goffo tentativo di dissimulazione. Mia madre e i miei fratelli sono in piedi davanti alla porta con gli occhi spalancati.

-Ciao, mamma. - dico, più nervoso di ciò che dovrei.

Dal cipiglio minaccioso di mia madre, capisco che non la diverte molto averci beccato a baciarci. Come se fosse un indizio di ciò che sarebbe successo dopo.

-Vico, Stefano, in camera vostra. - ordina mentre entra in salotto, un po' più tranquilla - Non mi presenti la tua amica, Juan Pedro?

Mariana si alza con i libri in mano.

-Salve, sono Mariana.

Nonostante il tragitto in moto e il nostro bacio, i suoi capelli color mogano sono ancora perfetti. E' bellissima. Mariana allunga la mano verso mia madre.

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