Capitolo 51

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MARIANA

-Nico, che fai qui?

L'ultima persona che avrei aspettato di trovare sulla porta di casa mia è il migliore amico di Peter.

-Devo parlarti.

-Vuoi entrare?

-Sei sicura che non ci siano problemi? - chiede, nervoso.

-Certo che no.

Bene, probabilmente i miei genitori non penseranno la stessa cosa, ma a me va bene. Sono stanca di fingere, di temere l'ira di mia madre. Questo ragazzo è il miglior amico di Peter, e mi accetta come sono. Sono sicura che non gli è stato facile decidersi a venire fin qui. Spalanco la porta e lascio entrare Nicolas. Se mi chiede di Euge, cosa gli dico? Lei mi ha fatto promettere di mantenere il suo segreto.

-Chi è alla porta, Lali?

-Nicolas. - dico a mia madre - Un compagno di scuola.

-La cena è pronta. - dice mia madre poco sottilmente - Dì al tuo amico che non è molto educato fare una visita all'ora di mangiare.

Mi volto verso Nico.

-Vuoi rimanere a cena?

Un atto di ribellione. Mi piace. E' catartico. Sento i passi di mia madre che se ne va infuriata in cucina.

-Ehm... no, grazie. - risponde Nico, sopprimendo una risata - Pensavo di poter parlare, sai, di Peter.

Mi solleva sapere che Nico non è qui per chiedermi di Euge, anche se per la serietà della sua espressione non so se dovrei iniziare a preoccuparmi.

Lo accompagno in casa. Passiamo vicino a Laura che è in salotto a leggere una rivista.

-Laura, questo è Nico. E' amico di Peter. Nico, questa è mia sorella, Laura.

Sentendo il nome di Peter, Laura fa un grito di allegria.

-Ciao Laura. - dice Nico.

Mia sorella sorride da orecchio a orecchio.

-Laura, ho bisogno di un favore. - mia sorella scuote la testa in risposta mentre sussurro - Ho bisogno che tu mantenga impegnata la mamma mentre io parlo con Nico.

Laura sorride; so che mia sorella non mi deluderà. Mia madre entra nella stanza, ignorando Nico e me, mentre spinge la sedia a rotelle di Laura fino alla cucina.

Guardo Nico attentamente mentre ci dirigiamo fuori per avere un po' di intimità, in salvo dalla curiosità di mia madre.

-Che succede?

-Peter ha bisogno di aiuto. A me non va di ascoltare. Stanno tramando un importante spaccio e hanno scelto Peter per fare la consegna.

-Peter non si metterebbe mai in questi affari. Me lo ha promesso.

Lo sguardo di Nico mi dice che lui non ne è tanto sicuro.

-Ho cercato di farlo ragionare - continua Nico - ma il problema è che... si tratta di spacciatori importanti. C'è qualcosa che mi puzza, Mariana. Hector sta obbligando Peter a farlo, e ti giuro che non so perché?

-E cosa posso farci io? - gli chiedo.

-Dì a Peter che trovi il modo per liberarsi. Solo lui può aiutarsi.

Dirglielo? Peter non sopporta che qualcuno gli dica cosa fare. Anche se nemmeno me lo immagino ad accettare di spacciare droga.

-Mariana, la cena si raffredda! - grida mia madre dalla finestra della cucina - e tuo padre è appena arrivato. Ceneremo come una famiglia una volta tanto.

Il suono di un piatto che si rompe a terra fa rientrare mia madre in casa. Una mossa molto intelligente da parte di Laura. Ma non posso usarla per evitare di raccontare la verità ai miei genitori.

-Aspetta qui. - dico a Nico - Se non vuoi essere testimone di una discussione in casa Esposito.

Nicolas si sfrega le mani.

-Non può essere peggio dei litigi a casa mia.

Entro in cucina e do un bacio sulla guancia a mio padre.

-Chi è il tuo amico? - mi chiede con cautela.

-Nico, ti presento mio padre. Papà, questo è il mio amico Nico.

Mio padre annuisce.

Mia madre fa una smorfia.

-Nico ed io dobbiamo andare.

-Dove? - chiede mio padre, completamente confuso.

-A vedere Peter.

-Tu non vai da nessuna parte. - dice mia madre.

-Chi è Peter? - chiede confuso mio padre.

-L'altro messicano di cui ti ho parlato. - dice mia madre.

Si alza con il piatto pieno di roba da mangiare in mano e lo mette nel lavabo. Il piatto si rompe e il cibo schizza in aria.

-Ti abbiamo dato qualunque cosa volessi, Mariana. La macchina nuova, vestiti griffati...

La mia pazienza termina.

-Tutto questo è una frivolezza, mamma. Da fuori, tutti vi vedono come persone vincenti, ma come genitori fate schifo. Perché vi fa paura riconoscere che avete dei problemi, come tutto il resto del mondo? - mi sento in modo stupendo e non riesco a smettere - Sentite, Peter ha bisogno del mio aiuto. Una delle cose che mi fa essere come sono è la lealtà verso le persone importanti per me. Mi dispiace che vi faccia male o vi spaventi. Se volete cacciarmi a calci da qui, o ripudiarmi per essere me, allora fatelo e finiamola una volta per tutte.

Non voglio avere di nuovo paura. Per Peter, per Laura, per me stessa. E' ora di affontare le mie paure, altrimenti finirò per sprofondare nel dolore e nel rimorso per il resto della mia vita. Non sono perfetta, è arrivato il momento che tutti lo sappiano.

-Ascoltami, Mariana. Se esci da quella porta... sarà meglio che non torni

-Lo so, e mi sento benissimo. - confesso mentre prendo la mia borsa. E' tutto ciò che ho, a parte i vestiti che ho addosso. Con un sorriso, tendo la mano a Nico. - Ce ne andiamo?

Nico non ne dubita un istante. Mi prende per mano e dice: - Si.

Ormai in macchina, mi porta nella parte più oscura di Fairfield, fino ad un enorme magazzino dietro la strada, in una zona isolata. Come se madre natura pretendesse di avvertirci, delle minacciose nuvole grigie coprono il cielo e la temperatura inizia a scendere.

Un tipo muscoloso ci taglia la strada.

-Chi è la viso-pallido? - chiede.

-E' pulita. - afferma Nico.

Il ragazzo mi guarda da capo a piedi in modo insinuante prima di aprire la porta.

-Se ficca troppo il naso, dovrai rispondere per lei, Nicolas. - avverte.

L'unica cosa che voglio è portarmi Peter via di qui, lontano dal pericolo che ci circonda.

-Seguimi. - mi ordina Nico. Mi prende per il braccio e mi conduce lungo un lungo corridoio. Sento delle voci che vengono dal lato opposto del magazzino... la voce di Peter.

-Lascia che entri da sola. - lo prego.

-Non è un'idea molto intelligente. Aspetta che Hector finisca di parlare con lui. - suggerisce Nico, ma io non gli do retta.

Cammino verso la voce di Peter. Sta parlando con altri due tizi e, dal tono della conversazione, sembra essere qualcosa di molto serio. Uno di loro prende un foglio di carta e lo consegna a Peter. E' allora che si accorge della mia presenza.

Chimica PerfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora