Capitolo 65

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Cinque mesi dopo

La fragranza di agosto in Colorado è davvero molto diversa da quella dell'Illinois. Mi scuoto i capelli. Con il mio nuovo taglio, non devo disturbarmi a lisciarmi i capelli crespi mentre cerco di disfare le valigie nella stanza del dormitorio universitario.

La mia compagna di stanza, Lexie, è dell'Arkansas. Sembra una fata, piccola e dolce. Potrebbe pensare per una delle discendenti di Campanita. Giurerei che non averla mai vista fare una faccia cattiva. Cande, che sta all'università dell'Illinois, non ha avuto così tanta fortuna con la sua compagna di stanza, Dara. La ragazza ha diviso l'armadio della stanza e la stanza in quattro parti separate e si alza alle cinque e mezza della mattina, fine settimana inclusi, per studiare. Cande è nervosa, ma siccome passa la maggior parte del tempo nella stanza di Agus, non esplode.

-Sei sicura che non vuoi venire con noi? - mi chiede Lexie con il suo energico accento di campagna. Nel parco del campus si celebra una specie di festa di benvenuto per gli studenti del primo anno.

-Devo disfare i bagagli, e dopo voglio andare a visitare mia sorella. Le ho promesso di farlo non appena avessi finito con le valige.

-Ok. - dice Lexie mentre si prova diverse combinazioni di vestiti per ottenere l'aspetto "perfetto per questa sera". Quando trova un completo, si aggiusta i capelli e comincia a truccarsi. Mi ricorda la me stessa di qualche tempo fa, quella che cercava disperatamente di soddisfare le aspettative di tutti.

Quando Lexie se ne va, mezz'ora più tardi, mi siedo sul letto e prendo il cellulare. Lo accendo e guardo la foto di Peter. Detesto sentire questa necessità. Ho cercato molte volte di cancellare le foto, cancellare il passato. Ma non posso.

Metto la mano nel cassetto della scrivania e prendo la bandana di Peter, appena lavata e piegata in un piccolo quadrato. Accarezzo il morbido tessuto, ricordando il momento in cui Peter me l'ha regalata. Per me non rappresenta i Latinos Blood, ma Peter.

Suona il telefono e ritorno al presente. E' qualcuno di Sunny Acres. Quando rispondo, una voce di donna dice - Potrei parlare con Mariana Esposito?

-Sono io.

-Sono Georgia Jackson, di Sunny Acres. Va tutto bene con Laura, ma le piacerebbe sapere se verrà qui prima o dopo di cena.

Guardo l'orologio. Sono le quattro e mezza.

-Le dica che sarò lì tra quindici minuti. Esco subito.

Dopo aver chiuso la telefonata, lascio la bandana nel cassetto della scrivania e metto il telefono nella tasca. Prendo l'autobus fino all'altro lato della città.

Prima di rendermene conto avanzo lungo la sala di Sunny Acres dove, secondo la receptionist, si trova mia sorella.

Prima vedo Georgia Jackson. E' il vincolo tra me e Laura quando la chiamo per chiedere di lei ogni pochi giorni. Mi riceve con un caloroso abbraccio.

-Dov'è Laura? - le chiedo, percorrendo la stanza con lo sguardo.

-Sta giocando a dama, come al solito. - risponde Georgia, indicando un angolo. Anche se Laura è di spalle, riconosco la parte posteriore della sua testa e la sedia a rotelle.

Sta gridando, segno che sta vincendo.

Quando mi avvicino, riconosco la persona che sta giocando con lei. I capelli neri avrebbero dovuto darmi un indizio che la mia vita è sul punto di avere dei risvolti sorprendenti, anche se non sarei riuscita a vederli bene finora. Rimango pietrificata.

Non può essere. La mia immaginazione mi deve star giocando un brutto tiro.

Però, quando si gira e mi attraversa con quegli occhi color oliva che conosco tanto bene, la realtà mi colpisce come un martello.

Peter è qui. A dieci passi da me. Oh, mamma, tutto ciò che sento per lui mi invade di nuovo con la forza di uno tsunami. Non so cosa dire, cosa fare. Mi giro verso Georgia, chiedendomi se lei sapesse che Peter era qui. Dalla sua espressione speranzosa capisco di si.

-E' arrivata Mariana. - sento che dice Peter a mia sorella prima di alzarsi e girare la sedia a rotelle, attentamente, perché Laura possa vedermi.

Mi avvicino a mia sorella come un robot e la abbraccio. Quando la lascio, Peter si pianta davanti a me. Indossa dei pantaloni di cotone color kaki e una camicia azzurra a quadri. Non posso smettere di guardarlo. Sento le farfalle nello stomaco e mi sento svenire. Il mondo sparisce intorno a noi. In quel momento esiste solo lui.

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