Capitolo 38

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La cella puzza di urina e fumo. O forse sono i tipi che hanno avuto la sfortuna di finire rinchiusi con me qui dentro. Qualunque cosa sia, voglio uscire da questo posto.

Chi chiamerò per pagare la cauzione? Nicolas non ha soldi. Enrique ha investito i suoi nell'officina. Mia madre mi ucciderà se scopre che mi hanno arrestato.

Appoggio la schiena alle sbarre di ferro della cella e cerco di pensare con calma, anche se risulta molto difficile farlo in un luogo schifoso come questo. La polizia la chiama cella di detenzione, un modo sofisticato di dire gabbia. Meno male che è la prima volta che mi ci chiudono. Maledizione, giuro che sarà l'ultima. Lo giuro!

Mi inquieta l'idea di andare in carcere perché ho passato la vita a sacrificarmi per i miei fratelli. E se mi chiudono per tutta la vita? Dentro di me so che non è la vita che desidero. Voglio che mia madre si senta orgogliosa di me perché sono qualcosa di più che un delinquente. Voglio un futuro di cui potrò sentirmi orgoglioso. E voglio con tutte le mie forze dimostrare a Mariana che sono un bravo ragazzo.

Sbatto la nuca contro le sbarre di ferro, ma non riesco ad allontanare questi pensieri dalla mia mente.

-Lanzani, puoi fare la tua chiamata. - annuncia il poliziotto dall'altra parte delle sbarre.

Merda, mi sono distratto tanto che nemmeno ho deciso chi chiamare perché paghi la cauzione. Improvvisamente, sento un nodo allo stomaco, lo stesso che ho sentito quando ho visto l'enorme voto basso scritto in rosso sul compito di chimica. Conosco solo una persona con i soldi e i mezzi per tirarmi fuori da questo casino: Hector. Il capo dei Latinos Blood.

Non ho mai chiesto un favore ad Hector. Perché non sai mai quando lo vorrà indietro. Ed essere in debito con lui significa qualcosa di più che dovergli dei soldi.

A volte, la vita ti obbliga a prendere decisioni che non vorresti prendere.

Tre ore dopo, dopo che un giudice mi ha fatto un sermone fino a farmi quasi sanguinare le orecchie e ha fissato il prezzo della cauzione, Hector mi viene a prendere in tribunale. È un uomo potente.

Porta i capelli tirati all'indietro e pieni di gel, di un colore più scuro dei miei, e c'è qualcosa in lui che dice che conviene non provocarlo. Rispetto molto Hector perché è colui che mi ha iniziato nei Latinos Blood. E' cresciuto nella stessa città di mio padre; si conoscevano da piccoli. Hector si è occupato della mia famiglia e di me da quando è morto mio padre. Mi ha insegnato nuove espressioni come seconda generazione e dice parolacce nessun altro. Non lo dimenticherò mai.

Hector mi da una pacca sulla schiena mentre ci dirigiamo al parcheggio.

-Ti è capitato il giudice Garret. Grande figlio di puttana. Hai avuto fortuna che la cauzione non sia stata troppo alta.

Annuisco con la testa. Voglio solo tornare a casa.

Già in macchina, lontani dal tribunale, gli dico: "Ti restituirò i soldi, Hector."

-Non ti preoccupare di questo, amico. - risponde lui – Per questo ci sono i fratelli. Per essere sincero, mi ha sorpreso sapere che è la prima volta che ti arrestano. Sei più pulito di qualunque altro membro dei Latinos Blood.

Guardo attraverso il finestrino della macchina di Hector. Le strade sono tranquille e scure, come il lago Michigan.

-Sei un ragazzo intelligente, abbastanza da salire di grado dentro la gang. - spiega lui.

Darei qualunque cosa per occupare il posto di alcuni Latinos Blood, ma, salire di grado? Vendere droghe ed armi è una delle cose illegali che suppongono stare in una posizione più alta. Mi piace stare dove sto, cavalcando questa pericolosa onda senza però immergermi completamente in essa. Dovrei essere felice che Hector abbia intenzione di darmi maggiori responsabilità nei Latinos Blood. Mariana e il suo mondo sono solo una fantasia.

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