Capitolo 63

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Quindi adesso, tre mesi dopo la sparatoria, torno a Fairfield per affrontare ciò che la signora Attias chiamerebbe la mia peggior paura.

Enrique è seduto nel suo ufficio, nell'officina, scuotendo la testa. Abbiamo parlato della notte di Halloween e lo perdono per aver raccontato a Lucky che ero andato a letto con Mariana.

Dopo avergli spiegato cosa farò, Enrique fa un lento e profondo sospiro.

-Potresti morire. - dice, guardandomi fisso.

-Lo so. - ammetto, annuendo.

-Non potrò aiutarti. Nessuno dei nostri amici nei Latinos Blood potrà farlo. Pensaci bene, Peter. Ritorna in Messico e goditi il resto della tua vita.

Ho già preso una decisione e non ho intenzione di tirarmi indietro.

-Non sono un codardo. Devo farlo. Devo uscire dalla gang.

-Per lei?

-Si.

Per lei e per mio padre. Per Nicolas, per la mia famiglia e por me stesso.

-A cosa ti serve uscire dai Latinos Blood si ti uccidono? - mi chiede Enrique - Le botte che ti hanno dato quando sei entrato ti sembreranno una benedizione in confronto a questo. Faranno partecipare anche i membri più anziani.

Invece di rispondere, gli passo un pezzo di carta con sopra scritto un numero di telefono.

-Se mi succede qualcosa, chiama questo tipo. E' l'unico amico che ho che non ha niente a che fare con questo.

Né con questo né con Mariana.

Questa notte affronterò un magazzino pieno di gente che mi considera un traditore. Mi hanno chiamato così e in molti altri modi. Un'ora fa ho detto a Chuy, il successore di Hector, di volere uscire dalla gang. Una rottura pulita con i Latinos Blood. C'è solo un problema... per riuscirci devo sopravvivere ad una sfida: quello che loro chiamano un 360, un pestaggio in cui ti colpiscono da tutti i lati.

Chuy, rigido e con la fronte aggrottata, cammina verso di me con la bandana dei Latinos Blood. Osservo gli spettatori. Il mio amico Pablo, in fondo, distoglie lo sguardo. Anche Javier e Lucky sono qui, ma a loro brillano gli occhi dall'emozione. Entrambi godono a picchiarmi senza che io possa reagire.

Enrique, mio cugino, è appoggiato al muro, in un angolo del magazzino. Gli altri si aspettano che partecipi alla sfida, che metta il suo carico, rompendomi un osso che mi provochi la morte. La lealtà e l'impegno è la cosa più importante per i Latinos Blood. Se violi questa lealtà, violi l'impegno... e diventi il loro nemico. Se Enrique muove un dito per proteggermi, sarà fottuto.

Mi alzo orgoglioso mentre Chuy mi copre gli occhi con la bandana. So che lo può fare. Se la ricompensa è tornare al fianco di Mariana, ne sarà valso la pena. Non penserò nemmeno all'altra opzione.

Dopo avermi legato le mani dietro la schiena, mi portando ad una macchina e mi mettono sul sedile posteriore, con due tipi al mio fianco. Non ho la minima idea di dove ci stiamo dirigendo.

Chuy è adesso al comando, quindi qualunque cosa è possibile.

Un biglietto. Non ho scritto un biglietto. Cosa accadrebbe se morissi e Mariana non sapesse mai di ciò che sento per lei? Forse è meglio così. Lei potrà andare avanti con la sua vita più facilmente se crede che sono solo un ragazzo che l'ha tradita.

Quarantacinque minuti più tardi, la macchina esce dalla strada. Lo so perché sento il rumore della ghiaia sotto i pneumatici. Forse sapere dove sono mi tranquillizzerà, ma non posso vedere niente. Non sono nervoso, più che altro impaziente per sapere se sarò uno dei fortunati che escono vivi dalla sfida. E anche se ce la faccio, mi troverà qualcuno o morirò solo in qualche fattoria, magazzino o edificio abbandonato? Forse non mi picchieranno. Forse mi porteranno solo sul tetto di un edificio ed una volta lì mi daranno una spinta. E basta.

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