Capitolo 6

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Mi rialzo sulla sedia mentre la classe continua a stare in silenzio.

-Vi presento Mariana Esposito. - inizio, sapendo che tutti gli sguardi ricadono su di me. - Quest'estate si è dedicata ad andare al centro commerciale per comprare vestiti nuovi per allargare il suo armadio, ed ha speso lo stipendio del papà in un'operazione di chirurgia estetica per rialzare le sue, ehem... qualità.

Forse non è quello che lei ha scritto, ma sicuramente si avvicina alla realtà. A differenza della presentazione che lei ha fatto per me.

Noto le risatine dei miei colleghi nella parte posteriore della classe. Mariana è rimasta di sasso di fianco a me, come se le mie parole avessero ferito il suo apprezzato ego. Mariana Esposito è abituata che gli altri le facciano da zerbino e forse ha bisogno di qualcuno che le apra gli occhi. In realtà, le sto facendo un favore. Quello che non sa è che non ho ancora finito la sua presentazione...

-Il suo più grande desiderio – aggiungo, ottenendo la stessa reazione che ha trovato lei, durante la presentazione che ha fatto di me – è uscire con un latino (persona messicana-Statunitense) prima di finire il Liceo.

Così come mi aspettavo, le mie parole sono seguite da commenti e sibili nella parte di dietro della classe.

-Ben fatto Lanzani. - Gridano.

-Io uscirei con te. - Aggiunge un altro.

Batto il 5 con un altro Latin Blood che sta seduto dietro di me. Dopo guardo la mia amica Euge, che sta negando con la testa come se avessi fatto qualcosa di male – Che? Mi sto solo divertendo un po' con una bimba ricca della zona nord.

Mariana guarda il suo ragazzo, e dopo me. Lancio a Pablo uno sguardo che dice "Inizia il gioco". La faccia di Pablo adotta improvvisamente un colore sorriccio, ho appena invaso il suo territorio. Questo va bene.

-Silenzio ragazzi. - Interviene con fermezza Attias – Grazie per le sue creative e... chiaritive presentazioni. Signorina Esposito e Signor Lanzani, rimanete dopo la lezione.

-Le sue presentazioni non solo sono state orribili, ma anche molto irrispettose per me e per il resto dei compagni. - Dice Emilia Attias dopo la lezione mentre Mariana ed io aspettiamo davanti la sua cattedra. - Avete un'opzione. - Aggiunge stringendo due fogli di punizione azzurri in una mano e due fogli di carta nell'altra – O scegliete di rimanere in castigo oggi dopo le lezioni, o acconsentite a scrivere per domani una relazione di 5000 parole sul rispetto. Che ne dite?

Mi inclino e prendo il foglietto di punizione. Mariana sceglie il foglio di carta. Come no.

-Uno di voi non è d'accordo con il mio metodo di assegnare i compagni di laboratorio? - Chiede Emilia.

Mariana risponde "sì" allo stesso tempo che io rispondo "no". Emilia si toglie gli occhiali e li lascia sulla cattedra.

-Ascoltate, sarà meglio che regoliate le vostre differenze prima che finisca l'anno. Mariana, non le cambierò di compagno. Entrambi state all'ultimo anno e dovrete affrontare diverse responsabilità dopo il diploma. Se non volete andare ai corsi estivi per recuperare le materie, vi suggerisco di lavorare l'uno con l'altra. Adesso sbrigatevi se non volete arrivare tardi alla vostra seguente lezione.

Subito dopo, la mia compagna ed io usciamo dalla lezione.

-Finiscila di seguirmi! - esplode, guardando da sopra le spalle per controllare quanta gente ci osserva camminando insieme per il corridoio.

Come se io fossi il diavolo in persona.

-Mettiti un cappotto lungo quando vengo a prenderti sabato sera. - insisto essendo cosciente che lei sta sul punto di perdere i nervi. Normalmente, non sono solito legare con le bambine viziate, ma mi piace mandare fuori di testa questa in particolare. E Mariana, oltre ad essere la più popolare e la più desiderata di tutte, è anche il bersaglio perfetto.

-Altrimenti avrai molto freddo sul sedile posteriore della mia moto.

-Ascolta Peter. - mi dice, girandosi e facendo che la criniera schiarita dal sole le cada sulle spalle. Mi lancia uno sguardo di ghiaccio con i suoi occhi caffè, sì, questo... Tra miele e caffè – Non esco con ragazzi che appartengono a gang, e non uso droghe.

-Nemmeno io esco con ragazzi che appartengono alle gang. - dico avvicinandomi a lei – E non uso droghe.

-Si, chiaro. Mi sembra strano che tu non sia già in un centro di disintossicazione o una prigione per giovani delinquenti.

-Non mi conosci.

-So a sufficienza. - dice incrociando le braccia. Di seguito, abbassa lo sguardo notando che con quella posizione riesce solo a rialzare i suoi attributi e lascia cadere le mani ai fianchi. Faccio uno sforzo per non guardarle i seni e faccio un passo in avanti.

-Mi hai accusato davanti a Vazquez?

-E cosa se l'ho fatto? - replica, retrocedendo un po'.

-Piccola hai paura di me. - è un'affermazione, non una domanda. Voglio sentire dalle sue labbra la ragione dell'oppressione che sente per me.

-La maggioranza della gente di questo centro ha paura di guardarti in modo sbagliato e finire con una pallottola nel petto.

-Allora la mia pistola, ormai già caccerebbe fumo, non ti sembra? E perché non esci scappando via dallo stupido Latino eh?

-Lo farò appena ne avrò l'opportunità.

Mi sono già divertito con questa ragazza. È ora di lasciarle le cose in chiaro e farle vedere chi porta i pantaloni. Accorcio la distanza che ci separa e le sussurro all'orecchio.

-Affronta i fatti. La tua vita è troppo perfetta. È probabile che tu rimanga tutta la notte sveglia fantasticando su qualcosa di sapore a questa montagna di nuvole nella quale vivi. - Maledizione, posso sentire l'odorino di vaniglia del suo profumo o delle sua crema. Mi ricorda i biscotti e mi piacciono i biscotti, e questo non è niente di buono. - Chi gioca con il fuoco finisce per scottarsi, piccola...

-Se le tocchi un solo capello, te ne pentirai, Lanzani. - Dice la voce di Pablo. Sembra un asino con quegli enormi denti bianchi e quelle orecchie che gli escono dalla criniera – Allontanati subito da lei.

-Pablo. - dice Mariana – Non preoccuparti. Posso farcela da sola.

Faccia d'asino ha portato i rinforzi: 3 colleghi con lo stesso aspetto da viziati si alzano dietro di lui come body-guards. Arrivo alla conclusione che è probabile che i 4 ce la farebbero contro di me, ma in questo caso non uscirebbero illesi dallo scontro.

-Quando sarai abbastanza forte per giocare in serie A, sportivo del 3 a 4, allora ascolterò tutta la merda che esce dalla tua bocca. - Gli rispondo.

-Pablo, non ne vale la pena. - Dice Mariana.

"Grazie piccola. Dico lo stesso di te" penso.

-Mi stai minacciando Lanzani? - Sputa ignorando la sua ragazza.

-No coglione. - dico guardandolo fisso – Solo le pappa-molle come te minacciano gli altri.

Mariana si mette davanti a Pablo e gli mette una mano sul petto.

-Non dargli ascolto, Pablo.

-Non mi fai paura. Mio padre è avvocato. - Si vanta prima di circondare con il braccio Mariana – Lei è mia, non lo dimenticare mai.

-Allora mettile il guinzaglio – lo avverto – o forse si sentirà tentata di cercare un altro padrone.

Il mio amico Nicolas appare al mio fianco e mi chiede. - Tutto bene Peter?

-Si, Nico. - Rispondo. Vedo due professori che si avvicinano dal corridoio. Non cadrò in trappola o nella lista nera di Vazquez. - Sì, tutto ba bene. - ripeto e, girandomi verso Mariana, aggiungo – Ci vediamo più tardi, sto desiderando di esplorare la nostra chimica.

***
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