Capitolo 59

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PETER

Si suppone che lo scambi avrà luogo qui, nel parco naturale di Buse Woods.

La zona del parcheggio e dei dintorni è al buio, quindi ho solo la luce della luna per trovare la strada.

Il posto è deserto, eccetto per una Berlina azzurra con le luci accese. Mi addentro nel bosco e vedo una figura scura stesa a terra.

Mi metto a correre in quella direzione mentre mi invade una sensazione di paura. Man mano che mi avvicino, riconosco il giubbotto. E' come se stessi presenziando alla mia stessa morte.

Mi inginocchio a terra e giro il corpo lentamente.

Nicolas.

-Merda! - grido quando il suo sangue caldo e umido mi bagna le mani.

Nicolas ha gli occhi vitrei, ma muove lentamente la mano e mi prende il braccio.

-Ho fatto una stronzata.

Appoggio la sua testa sulle mie cosce.

-Ti avevo detto di smetterla di farti gli affari miei. Non morire qui. Mi senti? Ti ho detto di non morire! - lo avverto con la voce spezzata - Maledizione, stai sanguinando da tutte le parti.

Dalla bocca gli scivola un filo di sangue splendente.

-Ho paura. - mi sussurra prima di fare una smorfia di dolore.

-Non lasciarmi. Resisti. Andrà tutto bene. Stringo con forza Nicolas, cosciente che gli ho appena mentito. Il mio migliore amico sta per morire. Non c'è modo di tornare indietro. Sento il suo dolore nella mia stessa anima.

-Guarda un po'. Il falso Peter e il suo amichetto, l'autentico Peter. Bella la notte di Halloween, vero? - mi volto verso la voce di Hector - Che peccato non essere riuscito a riconoscere Nicolas prima di sparargli. - continuo - Amico, alla luce del giorno siete così diversi. Suppongo che dovrei andare a fare una visita oculistica.

Prende una pistola e me la punta contro. Non sono spaventato; sono furioso. Ed ho bisogno di risposte.

-Perché lo hai fatto?

-Be', se proprio insisti, ti dirò che è tutta colpa di tuo padre. Voleva uscire dai Latinos Blood. Ma non c'è modo di uscire, Peter. Lui era il migliore uomo che avevamo. Proprio prima di morire, ha cercato di uscire dalla banda. La sfida che ha dovuto affrontare è stato quel traffico. Lo stesso che è toccato a te. E nessuno dei due uscirete vivi da questo. - scoppia a ridere e la sua risata risuona nelle mie orecchie - Quello stupido figlio di puttana non ha avuto mai nessuna possibilità. Tu sei come tuo padre. Ho pensato di poterti addestrare perché occupassi il suo ruolo di trafficante. Ma, no, sei uguale a lui. Un disertore... Un reietto.

Guardo Nicolas. Sta respirando con difficoltà. Appena riesce ad espellere aria dai polmoni. Mi accorgo del suo petto macchiato di sangue, della macchia rossa che si allarga lentamente. La scena mi ricorda mio padre.

Anche se questa volta non ho più sei anni. Adesso è tutto molto più chiaro.

Nicolas ed io ci guardiamo per un intenso secondo.

-I Latinos Blood ci hanno traditi, amico. - sono le sue ultime parole prima di farsi cadere senza vita tra le mie braccia.

-Lascialo a terra! E' morto, Peter. Come tuo padre. Alzati e guardami in faccia! - grida Hector, agitando l'arma in aria come un pazzo.

Colloco il corpo senza vita di Nicolas a terra con delicatezza e mi alzo, preparato a lottare.

-Metti le mani sopra la testa, dove posso vederle. Sai? Quando ho ammazzato tuo padre hai pianto come un neonato, Peter. Hai pianto tra le mie braccia, tra le braccia del tipo che lo ha ammazzato. Che ironia, vero?

Avevo solo sei anni. Se avessi saputo che l'assassino era Hector, non sarei entrato nei Latinos Blood.

-Perché lo hai fatto, Hector?

-Ragazzo, non imparerai mai. Tuo padre pensava di essere meglio di me. Ma gli ho dimostrato che stava sbagliando. Cazzo se l'ho fatto! Diceva che la zona sud di Fairfield aveva guadagnato molto da quando avevano messo il liceo nel vicinato ricco. Diceva che a Fairfield non c'erano bande. Io ho cambiato questo, Peter. Ho fatto agire i miei ragazzi e sono riuscito a far si che tutte le famiglie mi appartenessero. O venivano con me o perdevano tutto. Questo, ragazzo, è ciò che mi converte nel capo.

-Questo ti converte in un pazzo.

-Pazzo. Genio. Non ha importanza. - dice prima di spingermi con l'arma - Adesso inginocchiati. Credo che sia un buon posto per morire. Proprio qui, nel bosco, come un animale. Vuoi morire come un animale, Peter?

-Tu sei un animale, coglione! Almeno potresti guardarmi negli occhi mentre mi ammazzi, non come hai fatto con mio padre.

Quando Hector comincia a girarmi intorno, capisco che quella è la mia ultima opportunità. Lo prendo per il polso e lo obbligo a cadere a terra.

Hector diventa una furia e si alza, con la pistola ancora in mano.

Approfitto del suo disorientamento per dargli un calcio nel fianco. Lui si gira e mi colpisce con la culatta della pistola su un lato della testa. Cado in ginocchia, maledicendo il fatto di essere semplicemente un ragazzo.

Il ricordo di mio padre e di Nicolas mi da la forza necessaria per affrontare la annebbiata figura di Hector. Sono cosciente del fatto che si sta preparando per spararmi.

Cerco di colpirlo, ma cado a terra. Hector mi punta l'arma al petto.

-Parla la polizia di Arlington! Getti a terra la pistola e alzi le mani perché possiamo vederle!

Attraverso il bosco e la nebbia, riesco appena a distinguere le luci rosse e azzurre che brillano in lontananza.

Alzo le mani.

-Getta l'arma, Hector. E' finito il gioco.

Hector continua a puntarmi la pistola al cuore.

-Abbassi l'arma. - grida la polizia - Adesso!

Ha uno sguardo da pazzo. Sento la sua rabbia dal metro e mezzo che ci separa.

So che lo farà. E' un bastardo.

Premerà il grilletto.

-Ti sbagli, Peter. - dice - Il gioco è appena iniziato.

Tutto succede molto velocemente. Mi lancio a destra quando iniziano a suonare gli spari.

Bum Bum Bum.

Dondolo all'indietro e comprendo che sono ferito. La pallottola mi brucia la pelle, come se qualcuno stesse gettando del tabasco su di essa.

Allora, tutto diventa nero.

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