I livello E ci guardano famelici e sono pronti ad attaccarci, corrono verso di noi e cerchiamo di proteggerci a vicenda.
"Kain attento!" Gli urlo, dopo aver visto che uno dei vampiri lo sta per attaccare alle spalle; uso i miei poteri e lo elimino.
Ogni minuto che passa i livelli E aumentano, abbiamo bisogno di aiuto.
Mentre lotto, proteggo le spalle di Aido e noto con piacere che sa cavarsela.
"Maledizione sono troppi! Non ce la faremo mai" stringo i denti e decido di usare il mio potere per creare una bolla difensiva intorno a noi.
Non so quanto reggerà, mi sento debole, ma continuo a lottare e tenere duro, almeno finché non arrivano i rinforzi.
Aido mi tiene la mano e gliene sono grata; fuori dalla bolla, i Livello E tentano di distruggerla, famelici.
"Continua così Hana, Kaname sta arrivando" mi incoraggia Kain.
La testa mi fa malissimo, gli occhi diventano lucidi per la concentrazione, ma nonostante ciò continuo a proteggere i miei compagni.
Kaname fortunatamente arriva in tempo, prima che la mia bolla venga distrutta e cado in ginocchio, stremata.
"Hana sei stata bravissima" mi dice Ichijo e posso leggere negli occhi di Hanabusa gratitudine e orgoglio.
Mi rialzo subito, non posso permettermi di essere debole, nel frattempo il cortile del Collegio viene pervaso da ghiaccio, fuoco, fulmini e tanto altro.
Zero, Yagari e Kaien Cross se la stanno cavando benissimo, mi giro verso Aido: ha lo sguardo concentrato.
Improvvisamente il mio cuore perde un battito: un livello E gli arriva alle spalle e presa dalla foga, con un salto direi impossibile, mi butto su di lui, spostandolo e prendendo il colpo al posto suo.
Elimino il vampiro con il mio potere e mi stringo la ferita sanguinante con una mano.
Subito gli occhi dei livelli E si tingono di rosso, annusando il profumo del mio sangue: Shiki, Rima e Ruka accorrono eliminandoli.
La mia ferita si rimargina in fretta e ringrazio i miei genitori per questa dote, mentre sento Aido urlarmi contro per il mio gesto avventato.
"Era mio compito proteggerti Hanabusa. Sta zitto e continua a concentrarti" lo liquido, guardandogli le spalle.
Qualche ora dopo, di livello E ne è rimasto solo uno e attualmente si ritrova incatenato sotto il seminterrato de collegio per farsi interrogare.
Siamo tutti stanchi e deboli, questa battaglia ci ha distrutti emotivamente e fisicamente; Kaname è insieme al vampiro catturato, mentre noi altri siamo riuniti nel dormitorio Luna.
Nonostante la ferita si sia rimarginata, il dolore si fa sentire con delle fitte allucinanti.
Mi tocco il fianco delicatamente, lasciandomi sfuggire un gemito di dolore che viene percepito da Aido.
Il vampiro biondo fa per venire da me, ma viene interrotto nel suo cammino da Yagari, che gli si pone davanti.
"Dove pensi di andare ragazzo?" Gli domanda scrutandolo.
Hanabusa sbuffa, cercando di sorpassarlo.
"Per favore! Un minuto! Le devo chiedere una cosa" dice con tono di voce palesemente irritato.
"Sai bene che ha un ordine restrittivo nei tuoi confronti, non insistere. Puoi dirglielo da qui" gli suggerisce il professore fumando.
"Aido va bene così". Lo rassicuro con voce dolce, guardandolo dalla mia lontana postazione.
"Signor professore, lo sa che è severamente proibito fumare nel dormitorio?! Siccome ho già mal di testa di mio, perché non esce fuori a prendere una boccata d'aria e fumare?! " Gli ringhio contro battendo un pugno sul tavolo sentendo le tempie martellarmi.
"Calma ragazza, non c'è bisogno di trattarlo così" mi dice il direttore gentilmente.
Prendo un respiro profondo cercando di calmarmi, ma l'unica cosa che mi esce fuori è un grugnito furioso.
Vedo lo sguardo di Aido implorante, so che vorrebbe essere al mio fianco e io voglio lo stesso, ma purtroppo in questa stanza abbiamo troppi occhi addosso.
"Ti fa ancora male il fianco?" Mi domanda seduto sugli scalini Hanabusa.
Annuisco, incrociando le braccia sotto al seno per poi sentirmi osservata: sto per perdere la pazienza.
"Maledizione che avete da guardare tutti?! Posso permettermi di parlare con il mio compagno o mi è stato negato anche questo diritto?! Lo so che non posso avvicinarmi, ma se continuate ad osservarmi con quelle facce da pesci lessi i prossimi a morire sarete voi!" Urlo infuriata sentendo una fitta più forte alla testa che mi costringe ad inginocchiarmi al suolo e portarmi le mani sulle tempie.
Maledizione! Odio tutto questo!
"Hana" una mano mi si poggia sulla spalla e la scanso infastidita da tutte queste attenzioni.
"Sto bene! Lasciatemi in pace!" ringhio sbattendo la porta alle mie spalle.
Prima mi trattano come la peggio assassina, poi come se fossi un docile pulcino! Io non ho bisogno di nessuno e non ho sicuramente bisogno di essere sotto i riflettori h24.
Non mi hanno nemmeno ringraziato per quello che ho fatto questi disgraziati!
Con un abile salto raggiungo il tetto del collegio, aspettando l'arrivo di Hanabusa.
Abbiamo escogitato un piano durante la battaglia per stare insieme senza bisogno di una balia: ogni notte io fingo di andarmene a dormire, chiudendo la porta a chiave, per poi uscire dalla finestra e raggiungere il tetto, mentre Hanabusa finge di andare a prendere un po' di aria.
Non so quanto reggerà questo piano, ma è l'unico modo per vederci.
Lo vedo arrivare in tutta la sua divina bellezza e tutto il dolore che avevo, sembra essersi dissolto in pochi secondi.
Subito le sue braccia mi circondano i fianchi, stando ben attento a non farmi male mentre è appoggiato con la schiena al cornicione: io sono in mezzo alle sue gambe, con la schiena poggiata al suo petto.
Intreccio le mie mani con le sue, massaggiandole piano, perdendomi nei miei pensieri.
Sento le sue labbra calde appoggiarsi sul mio collo e lasciare un dolce bacio che mi fa rabbrividire.
"Perché ti sei esposta così tanto durante la battaglia?" Mi sussurra, poggiando il mento sulla mia spalla.
"Perché è il minimo dopo tutto ciò che ti ho causato" gli rispondo seria, scrutando il cielo.
"Ti ostini a pensare che tu possa farmi del male, ma non è colpa tua" tenta di difendermi da me stessa, cercando di giustificare la mia orribile azione.
Mi infurio subito, sentendo le guance scaldarsi; non lo capisce che sono davvero pericolosa, non concepisce il fatto che l'ho quasi ucciso.
"Maledizione ma ti senti quando parli? Non c'è parola, atto, azione che possa giustificare quello che ho fatto.
Tu vedi in me del buono, tu mi dici che non sono pericolosa, tu sei qui, con i tuoi maledetti occhi azzurri a dirmi di non preoccuparmi, ma non capisci cosa è successo veramente.
Non capisci quanto possa essere grave quello che ho fatto?! Non capisci che succederà di nuovo?" Gli Urlo contro disperata alzandomi.
"Io credo in te" mi dice con occhi lucidi avvicinandosi.
"Non posso più fidarmi delle mie azioni; la persona che conoscevi non esiste più. " mi prende le mani tra le sue.
"Non è vero! Io la sento che è dentro di te, fai di tutto per nasconderlo, ma ti conosco troppo bene per fingere che non ti interessa.
Questa situazione non la reggo e non la reggiamo più. Va bene, avrai sbagliato, ma chi sono io, chi è Kaname per non darti una seconda possibilità?" Mi chiede a due centimetri dal mio viso.
Il suo corpo sprigiona un profumo intenso e il vampiro che è in me si risveglia.
Mi allontano di scatto, piangendo.
"Non riesco a starti vicino senza nemmeno azzannarti. Lo vedi?" Chiedo con voce debole, interrotta dai singhiozzi.
Lo guardo e noto che si è trasformato di sua spontanea volontà.
Scuoto la testa, amareggiata.
"Aido non è la stessa cosa! Tu ti trasformi per tua spontanea volontà, io no! Tu non hai bisogno del mio sangue per andare avanti! Il tuo corpo non rigetta le compresse ematiche! Il mio si! Non vedi che mostro sono diventata?!" La disperazione ha raggiunto il suo limite.
Mi porto le ginocchia al petto, cercando di nascondermi dal suo sguardo insistente.
Le sue mani, mi prendono il viso, accarezzandomi dolcemente le guance e asciugando con i pollici le mie lacrime.
"Vattene per favore!" Mi scosto dal suo tocco gentile, tentando di domare me stessa.
Lui non mi da retta e inizio a pensare che forse ha manie masochiste.
"Non farlo ti prego" lo imploro con gli occhi bagnati da mille lacrime.
Le sue labbra sono sulle mie, dolci, delicate, esigenti.
Il nostro bacio sa di sale, un sale che brucia le mie ferite, che sotterra il mio orgoglio e fa sanguinare il mio cuore.
La sua lingua va in cerca della mia, mi chiede l'accesso, cerco di negarglielo, ma la mia mente razionale si è dissolta improvvisamente e lui si approfitta del mio momento di debolezza.
Il nostro bacio si fa più passionale, vengo scaraventata al muro con poca grazia, mentre sento le sue mani percorrermi il corpo con dolcezza e accarezzarmi le cosce nude arrivando alla mia intimità.
Purtroppo la mia gonna corta, non facilita le cose, non voglio che lui vada avanti, perché più andiamo avanti e più le cose peggiorano, più sarà difficile dimenticarsi di lui.
Il suo dito entra con difficoltà dentro di me e lo sento sussurrarmi all orecchio di rilassarmi.
Cerco di fare come dice, ma la mia mente è troppo impegnata a pensare alle conseguenze.
Lo sento muovere il dito con lentezza e fatica ma il mio corpo decide di intercedere per me una seconda volta e scollegare il cervello.
Con la schiena al muro e le sue dita a procurarmi piacere.
Non voglio niente di tutto ciò, non così, che senso ha se non possiamo mostrarci in pubblico insieme? Che senso ha tutto questo?
Sento un altro dito infilarsi dentro di me e mi mordo le labbra: non importa quanto la mia mente mi stia urlando di andarmene, lui mi obbligherà a rimanere.
Le sue labbra sono ancora unite alle mie, se non altro sono riuscita a tenere a bada il mio lato vampiro.
Gemo sulle sue labbra, quando il ritmo inizia a farsi più frenetico; il mio volto si scalda, le mie guance avvampano e mi impongo di rimanere in silenzio nonostante abbia voglia di urlare.
Dopo essere venuta, sento le sue dita bagnate uscire da me e crollo.
Lacrime cristalline rotolano giù dai miei occhi, mi alzo in fretta, sparendo nel buio della notte come una ladra.
Corro, corro senza una meta, corro perché è l'unica cosa che so fare adesso, corro per dimenticare gli istanti, corro per lottare contro il tempo e l'odio nei miei confronti.
Non ho mai avuto un'esistenza facile e mi chiedo se possa esistere una cura per trasformarmi da vampira a umana.
Amare qualcuno così tanto da ucciderlo: questa è la mia condanna, questo è il mio peccato.
Desiderare alla follia il suo sangue, che sciagura; innamorarmi di un vampiro comune la mia disgrazia.
Piango e in queste settimane mi sembra di aver fatto solo quello: che senso ha essere sangue puro, avere dei poteri inimmaginabili, se poi mi tocca soffrire così?!
Non ho mai voluto tanto nella mia miserabile vita, adesso che so con cosa non posso stare senza, mi viene imposto di allontanarmi, di andarmene e rinunciare alla mia felicità .
In fondo l'ho sempre saputo di avere qualcosa di sbagliato: troppo aperta, troppo esagerata in tutto ciò che facevo, ma se da una parte sono grata ai miei genitori per essere nata come un vampiro, dall'altra li odio profondamente.
È colpa loro se sono così, è colpa loro se non mi hanno educato a dovere! Avrei voluto il loro aiuto durante la mia adolescenza, il momento più critico; ma l'unica cosa che sono stati in grado di fare fu incatenarmi.
È colpa loro se non so controllarmi e adesso che ho trovato la gioia della mia vita, l'essenza di me stessa mi devo allontanare di nuovo.
Distrutta e sola, la mia anima cerca di lenire le ferite; sento ancora la sensazione delle sue dita dentro di me, sento il suo profumo entrarmi nel naso, come a volermi ricordare che lui ci è stato e ci sarà sempre.
Mi chiedo cosa lo porta a volermi così tanto, a desiderare un'assassina.
Sono una ragazza comune: occhi azzurri spenti, capelli biondi cenere, altezza nella media e fisico asciutto.
Niente può competere con la sua bellezza e nonostante siamo simili fisicamente, io non ho niente da condividere con lui caratterialmente.
Lui è la mia nemesi e la mia antitesi, ciononostante io lo amo davvero.
Mi fermo stanca e sfinita al limitare del bosco, permettendomi di crollare a terra.
Sospiro, sdraiandomi sull'erba bagnata, rabbrividendo, attualmente la mia mente sta cercando di trovare una scusa che mi permetta di andare avanti, di svegliarmi la mattina col sorriso, ma niente di tutto ciò mi sfiora minimamente.
È lui l'unico motivo per cui svegliarsi e sorridere, lui che rende la mia vita più facile, più colorata, nonostante il colore dei suoi occhi che amo follemente sia un azzurro ghiaccio, non rispecchia per niente il suo carattere: solare, sorridente...
Aido come faccio senza di te?
Mi abbandono alla più triste malinconia, mentre vengo stretta in un gelido abbraccio dalla mia apatia ormai compagna di vita.
Davanti ai miei occhi vorticano le immagini dei miei continui fallimenti come figlia, come studentessa, come vampiro, come compagna.
Mi chiedo a questo punto che senso abbia continuare la mia vita e nello stato in cui mi trovo se un vampiro di livello E mi piombasse addosso non me ne importerebbe niente, lo/ la lascerei divorarmi completamente.
Inizia a piovere a dirotto e mi rendo conto di quanto questa situazione sia assurda: la pioggia mi fa stare bene, nasconde le mie lacrime al mondo, facendomi scivolare addosso il rumore esterno.
Sorrido, mentre vengo pervasa da brividi di freddo.
Continuo a osservare il cielo, sentendo le gocce fredde infrangersi contro il mio volto, ho tutta la divisa bagnata e sto morendo di freddo, ma non mi interessa.
La terra mi si appiccica alle gambe, i capelli sono fradici e sporchi, il mio volto senza emozioni.
Se i miei genitori mi vedessero, probabilmente mi ripudierebbero; rido amaramente, sono ridicola, pessima e pazza.
Mi sembra di sentire voci dentro la mia testa urlarmi di farla finita, di sparire dalla faccia della terra perché non faccio niente se non schifo.
L'immagine di Aido quasi dissanguato da me mi si para difronte agli occhi, scaccio via l'immagine tirandomi i capelli con forza.
Mi convinco difficilmente che Aido sta bene, ma il problema è che io non sto bene senza di lui.
Inizio di nuovo una corsa frenetica, diritta verso il bosco oscuro e in mezzo al buio i miei occhi rossi stonano.
Corro, graffiandomi le mani, il volto, le braccia con i rami degli alberi, inciampo nelle radici, ferendomi profondamente, il dolore non lo sento nemmeno.
Corro e mi sembra di essere nella selva oscura di cui Dante Alighieri aveva parlato, persa, insicura, distrutta.
Cado e mi rialzo di nuovo e senza nemmeno accorgermene sono davanti al collegio.
Mi siedo sugli scalini gelidi, mentre le pioggia picchietta sul mio corpo ferito.
Le voci nella mia testa si fanno più insistenti: non la farò finita, non voglio.
"Fuori dalla mia testa!" Urlo al niente.
Dei fremiti mi percorrono, osservo il mondo circostante e non lo riconosco più.
Immagini sfocate mi si presentano davanti, guardo le mie mani e mi pare di vederle ricoperte di sangue, così come i miei piedi nudi.
Urlo così forte che sento la voce andare via, urlo e piango, mi perdo e mi ritrovo, muoio e rinasco.
Una presa calda mi stringe il braccio e fuori di testa non riconosco la persona che ho davanti.
Mi ribello, scagliando questa presunta persona lontana da me, sentendo un lamento di dolore: i miei occhi stanchi e rossi davvero non riconoscono il vampiro che ho difronte , ma percepisco che è una persona a me cara.
I rumori esterni, i profumi non arrivano al mio naso, mi sembra di essere ceca e sorda.
Una voce gentile mi richiama, tento di rispondere, ma non ne esce niente.
"Sono qui!" Urlo dentro la mia testa, mentre sento le solite voci dirmi di attaccare questo vampiro. Così faccio.
Mi scaglio su di lui, facendolo volare lontano; all'improvviso mi viene sparata una pallottola nella spalla e urlo di dolore, cadendo per terra.
Maledizione una pallottola anti vampiro!
Urlo e mi dimeno, dolorante, divento sempre più aggressiva, poi il buio.
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Endless
VampireHana Ikeda, figlia di due purosangue innamorata di un vampiro; non un semplice vampiro, ma il ragazzo in questione ha solo un nome: Hanabusa Aido. Quando Hana per la prima volta ha incontrato il suo gelido sguardo, sapeva che quella storia era dest...