18 capitolo

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Osservo il cielo grigio, domandandomi come ho fatto a raggiungere un punto di non ritorno e come mai anche se ho una famiglia che mi ama, sento che non sono completa, come se mi stesse mancando un pezzo di anima.
Dove sono i miei sentimenti? Sono paralizzata, dov'è la vera me?
Quando è che ho perso me stessa? Quando è che sono diventata cosi fredda? Probabilmente quando ho iniziato a vedere la mia vita andare a rotoli.
Ripenso a qualche anno fa, quando ero appena arrivata al collegio e non conoscevo nessuno.
Ripenso a quando per la prima volta i miei occhi e quelli di Aido si sono incontrati, provocandomi mille brividi e come ancora sento la scossa quando mi tocca, quando mi bacia.. tutto questo è incredibile, lui è incredibile.
Ancora non ho capito come ha fatto a togliersi di dosso tutta la malinconia e la tristezza che negli anni  gli hanno macchiato l'anima a causa mia.
Sospiro, la mia vita è diventata un'altalena altalenante, che oscilla fra momenti di felicità e momenti di pura follia.
Decido di mettermi a lavoro, sto seguendo un corso di aggiornamento, che prevede anche conoscenze matematiche e fisiche.
Attualmente sono con la testa chinata sul libro di matematica, con il cervello in pappa.
Mi alzo infuriata e sbatto il libro alla finestra frantumandola.
Aido evita di poco il libro, guardandomi sorpreso.
"Hana."
Lo guardo irritata, mettendomi quasi a piangere per la frustrazione.
"Fa un bel respiro e libera la mente" mi consiglia Hanabusa, accarezzandomi i capelli.
Formule matematiche, numeri, algebra, lettere vorticano nella mia mente facendomi ringhiare.
"Non funziona" Sbraito, lanciando contro il muro la prima cosa che mi capita.
"Hana distruggendo la stanza non riuscirai a farti entrare in testa il meccanismo della matematica, fatti aiutare".
Così io e Aido ci mettiamo al tavolo, lo osservo spiegarmi le funzioni e le derivate, come se fosse letteratura.
"Allora: derivi la prima, moltiplichi per la seconda, poi derivi la seconda e la moltiplichi per la prima, chiaro no?".
Sento il fumo uscirmi dal naso e le mani tremare.
"Ma cosa cazzo significa?!" Sbraito innervosita.
"Hana arrabbiandoti perché non capisci una cosa non ti porterà da nessuna parte." Dice esasperato Hanabusa.
"Facile parlare per te Aido, tu sei un genio! Colui che ha creato le compresse ematiche! Io sono solo una demente che non è capace a fare due più due." Ringhio, chiudendo il libro.
"Mamma!" Mi osserva Ryo, sta per dire una cosa ma richiude la bocca.
"Okay scherzavo, te lo dico dopo" dice dopo aver visto il mio sguardo furioso.
Mi massaggio le tempie, nervosa, stanca e dolorante: sento il nervosismo uscire sotto forma di potere, incrinando l'unico vetro della finestra rimasto.
Sento un groppo in gola crescermi e sfumare in lacrime amare.
Non sto piangendo perché non capisco matematica, ma perché ancora una volta la vita delle persone che amo viene messa a repentaglio, includendo anche la mia.
Non posso tollerare altro dolore, non posso andare avanti semplicemente esistendo.
Vivaci singhiozzi mi scuotono il petto, mente mi rannicchio su me stessa, sentendo il pavimento tremare.
Aido mi abbraccia, e affondo il viso nel suo collo, mentre le sue dita si intrufolano tra i miei capelli.
Mi lascia teneri baci sulla guancia, mentre mi sfogo su di lui, le lacrime gli bagnano la camicia, ma non ci bada.
Ryo non dice una parola, si limita ad osservare la scena.
Passa una buona mezz'ora, le lacrime piano piano smettano di scendere, il respiro si regolarizza.
Mi asciugo le lacrime, sentendo un grande vuoto nel petto che mi impedisce di respirare.
"Mamma anche tu sei triste senza avere un motivo preciso?" Mi chiede Ryo, facendomi gelare e sospirare Aido.
"No tesoro, io un motivo cel'ho, quando crescerai ti spiegherò tutto sul mio  carattere complicato, ci stai?" Chiedo, cercando di sorridere.
Lui annuisce, scrutandomi con i suoi occhi azzurri.
"Su fila a fare i compiti" gli ordino, vedendolo sparire dalla stanza.
"Come ti senti?" Mi chiede Aido stringendomi i fianchi.
"Male" rispondo semplicemente.
"Mi sembra che tutto sia tornato all'inizio, quando Rido Kuran minacciava il collegio, quando sei sparito senza dirmi nulla, quando piangevo senza sapere perché." Aggiungo.
"Attraverseremo anche questa insieme Hana, sei la donna più forte che io conosca, la più intrepida, la più sexy.. quando tutto questo sarà finito voglio sposarti."
Mi dice guardandomi .
Il pezzo di cioccolato che stavo mangiando mi si incastra in gola, impedendomi di respirare.
Hanabusa mi assesta due pacche sulle spalle, facendomi andare giù il boccone.
"E me lo dici così?! Non puoi buttare la bomba e ritrarre la mano!" Lo accuso sorridendo.
"Ma a dire la verità era una cosa scontata." Mi dice, baciandomi le labbra.
"No che non lo era" rispondo.
"Mhh signora Hanabusa... non male" sogghigno, baciandolo.
Le sue labbra calde, che sanno di vaniglia, riescono a farmi sentire meglio.
Mi stacco, prendendo fiato e mi dirigo da colui che è in grado di motivarmi e darmi una scossa.
I suoi occhi grigi-azzurri sono su di me, mi ha sentita arrivare.
"Hana, ho sentito il vetro di camera tua frantumarsi da qui" mi dice Shiki, osservandomi.
"Eccesso di nervosismo" asserisco, sorridendo leggermente.
"La matematica è un opinione?" Chiede, posando il suo sguardo sulle pagine del libro che sta leggendo.
"A quanto pare" rispondo, sedendomi sul suo letto.
"Parla." Mi dice chiudendo il libro di scatto e regalandomi uno dei suoi sorrisi più sinceri.
"Ho paura". 
"Ho paura che tutto questo possa finire, ho paura di non rivedere più la luce del sole, la fine del tunnel.
Respiro, ma annego in esso, tento di arrancare, ma finisco solo per cadere distrutta al suolo.
Voglio liberarmi definitivamente da questa mia solitudine interiore, da questo ghiaccio che mi gela l'anima, da questa oscurità che purtroppo     ho tramandato anche a Ryo.
Lo osservo giocare, parlare, fare i compiti e non mi capacito del perché un bambino di 5 anni debba soffrire in questo modo per un mondo che non gli appartiene.
Quante volte ancora il Senato ci minaccerà? Quante volte ancora dovrò proteggere le persone che amo? Ho rischiato di perdervi una volta, non voglio rischiare di nuovo.
Sono stanca, stanca di questa vita e ringrazio chiunque sia lassù di avermi donato un compagno che mi ama e un figlio che è la mia ragione di vita, ma oltre a questo? Qual'è la mia vera essenza? Dov'è il vero scopo della vita? Ci rimugino tutti i giorni, ma non riesco mai a trovare una risposta che soddisfi questa mia curiosità." Mi sfogo, apertamente, guardandolo profondamente negli occhi.
Lui sospira.
"Ci sei ricaduta" mi dice, alludendo alla mia leggera forma di depressione e apatia.
"Non ho potuto fare altrimenti" ribatto.
"Aido lo sa?" Domanda.
"Non deve sapere nulla. L'ho già fatto penare abbastanza per la sua assenza durante la mia gravidanza, non deve sapere che ancora soffro e che ho dannatamente bisogno di lui." Rispondo leggermente stizzita.
"Come vuoi, ma quanto pensi possa andare avanti questa cosa? Sai bene che un giorno o l'altro lo verrà a sapere e saranno guai per te e per me.
Non capisco perché mi ostino a seguirti in tutto quello che fai." asserisce, guardandomi intensamente.
Ricambio lo sguardo, e lo vedo avvicinarsi.
"Ci sarò sempre per te, Hana, ricordatelo." Mi dice posandomi un dolce e decisamente strano bacio all'angolo della bocca.
Esce dalla stanza e mi tocco il punto in cui le sue labbra si sono posate.
Strano, tutto decisamente strano.
Che provi qualcosa per me? Che veda la nostra amicizia in modo diverso da prima?
Maledetto Shiki. Non fa altro che farmi scoppiare la testa, già piena di pensieri.
Osservo l'orologio, e noto che è quasi l'ora di andare; lancio uno strillo, facendo sobbalzare Rima appena entrata in stanza.
Corro lungo il corridoio che mi porta alla camera mia e di Aido, notando già Ryo e Hanabusa pronti.
"Ma dove ti eri cacciata? Bisogna andare!" Mi riprende Aido.
"Ho perso la connessione del tempo! Tua madre non mi ucciderà se facciamo un po' di ritardo! Corro!"
Mi infilo in bagno, lavandomi velocemente e vestendomi con altrettanta fretta.
Lascio i capelli bagnati, non ho tempo per asciugarli.
Maledetta me e la mia pigrizia.
Aido inarca un sopracciglio, facendo una smorfia.
"Sembri una barbona" mi dice, e sento Ryo ridacchiare.
"Apprezzo molto la tua onestà, Aido." Ribatto piccata.
"Pura verità tesoro" risponde facendomi un occhiolino.
"Hai intenzione veramente di venire in tuta?" Mi chiede, squadrandomi.
Mi osservo allo specchio: sono una gran figa.
Ho addosso pantaloni della tuta, con un top che mi arriva a metà pancia, lasciandola scoperta.
"Beh che ho che non va?" Domando, facendomi una coda alta.
"Sembra che tu debba andare a correre, non ad una cena." Mi dice, osservando la mia pelle scoperta.
"Pensala come ti pare, ma da come vedo, i tuoi occhi sembrano non staccarsi dalle mie tette, quindi si, ho intenzione di venire in questo modo." Rispondo, ghignando.
"Touché".
Prendo per mano Ryo, infilandomi dentro la macchina, attendendo Aido.
Infilo la prima e parto.
"Ma chi ti ha dato la patente?!" Strilla Aido, facendo ridere me e Ryo.
"Persone qualificate" sghignazzo.
"Io amo come guida mamma, tu no?" Chiede Ryo divertito.
"Se per amare intendi schiantarci contro un palo, beh allora non amo il modo in cui tua madre guida." Risponde terrorizzato.
"Ma sta zitto" asserisco, facendolo sbuffare.
Spengo la macchina, inserisco il freno a mano e scendo.
"Aido andiamo?" Domando, sbuffando.
Il vampiro biondo è ancora dentro la macchina, con nessuna intenzione di scendere.
"Oh che noioso che sei! Al ritorno mi fai vedere come guidi tu allora!" Ribatto piccata.
"Mh già meglio." Risponde, scendendo.
Alzo gli occhi al cielo, sentendo una piccola pacca che mi viene data sul sedere.
"Menomale che ti facevo schifo"dico sorridendo.
Bussiamo alla porta e ci apre la madre di Aido.
"Cel'avete fatta!" Esulta, con il suo solito brio che mi fa ridere.
"Ciao nonnaaaa" urla Ryo, abbracciandola.
"Tesoro!" Risponde la donna, stringendolo a se.
"Devo dire Aido che ti assomiglia ogni giorno di più" commenta sua madre.
"Già peccato che Ryo ha piu charme" scherzo, facendo ridacchiare la donna, che mi lascia un veloce bacio sulla guancia.
"Come va Hana tutto bene?" Domanda sua madre .
"Si grazie, tu?" Chiedo, accomodandomi in sala.
"Tutto bene, a parte tua sorella che fa sempre i capricci. È cresciuta tanto ed è in piena adolescenza." Dice, rivolgendosi ad Aido.
"Tipico" commenta sedendosi accanto a me.
"Dove è nonno?" Chiede Ryo, guardandosi attorno.
"Non cel'ha fatta a venire tesoro, aveva degli impegni a lavoro." Risponde dispiaciuta la nonna, facendo ammosciare Ryo.
"Quando hai intenzione di lasciarlo madre?" Domanda duro Aido.
"Aido smettila." Ringhio, tentando di interrompere l'imminente litigata.
Aido questa volta sembra farsi da parte e ricevo un flebile grazie da parte di sua madre.
La cena prosegue tranquilla, fra gli schiamazzi di Ryo, le battute di Aido e il chiacchiericcio fra me e sua madre.
Dopocena mentre Ryo gioca con la  nonna, esco nella terrazza a fumare una sigaretta seguita a ruota da Aido.
Incrocio le braccia al seno, osservando lo stupendo panorama che si vede dalla villa.
Sento la presenza di Aido dietro di me, mi ruba la sigaretta, finendola.
"Ti ho portato sulla cattiva strada" commento, vendendo il fumo uscire dalla sua bocca.
È tremendamente stuprabile!
"O magari la volevo già imboccare da prima e tu sei stata solo una spinta" risponde sorridendo malizioso.
Mi attira a se prendendomi dai fianchi nudi, e posando le sue labbra sulle mie.
La sua lingua sa di tabacco e vaniglia, e credo di non aver mai assaggiato un sapore così buono.
Il mix è perfetto e mi fa venire i brividi.
Infilo le mani tra i suoi capelli, mentre lo sento stringermi di più.
"Nonna, ma perché papà e mamma sono sempre appiccicati? Pensa che una volta li ho visti pure nella vasca insieme!" Dice birichino Ryo.
"Ryo!" Lo rimprovero, sentendo le guance andare a fuoco e la risata cristallina di sua madre.
"Tesoro sii felice del fatto che i tuoi genitori si amano così tanto,il loro amore è una cosa rara.
Non ho mai visto nessuno amarsi come fanno loro" parla con voce emozionata la donna, facendomi arrossire ancora di più, sentendo la presa di Aido sui miei fianchi e il suo mento appoggiarsi alla mia spalla.
Gli accarezzo il viso dolcemente, lasciandogli un lungo bacio sulla guancia che lo fa sorridere.
Controllo l'orologio.
"Ryo è l'ora della nanna!" Esclamo sciogliendo la presa di Aido e prendendo in braccio Ryo.
"Figlio mio ti voglio bene, ma inizi a pesare" dico sentendo un leggero dolore alla schiena.
"Oppure sei tu che stai invecchiando." Mi risponde furbo Ryo.
"Questa mi è piaciuta" commenta Aido, dando il 5 al figlio.
"Simpatici" ribatto, sbuffando.
"Grazie per la cena, era tutto buonissimo" ringrazio sua madre, dandole un bacio sulla guancia.
"Buona notte cari, al prossimo giovedì" risponde questa sorridendo.
Dopo aver messo Ryo dietro, profondamente addormentato, mi siedo accanto a Aido, che è al posto del guidatore.
"Vediamo come guidi tu genio". Lo sfido, allacciando le cinture di sicurezza.
"Meglio di te di sicuro" risponde sghignazzando.
10 minuti dopo sto sbagliando, profondamente annoiata.
"Aido di questo passo ci arriviamo all'alba al collegio" dico,  allungando i piedi sul cruscotto.
"Mia nonna andava più veloce" torno all'attacco, sentendolo sbuffare.
Ingrana la terza e arriviamo al collegio.
"Sarebbe da ritirarti la patente, è illegale andare a 20" ribatto, prendendo in braccio Ryo.
"Maledizione sta diventando pesante davvero però" dico.
"Lascia, lo prendo io".
Così Ryo passa dalle mie braccia alle sue.
"Non hai tutti i torti" mi dice Aido.
" E comunque i cartelli di velocità indicavano di andare a 20, hai mai letto la teoria?" Chiede, ridendo Hanabusa.
Gli pianto una sberla.
"Sei manesca"
"E tu un'idiota" Ribatto.
Arriviamo nella stanza di Ryo, io gli infilo il pigiama, mentre Aido gli toglie le scarpe, mettendolo a letto.
Io e Aido successivamente ci dirigiamo nella nostra stanza, guardo la luna piena, mentre sento le mani di Aido levarmi il top con gentilezza.
"Sei bellissima" e io ancora, per l'ennesima volta arrossisco come un'adolescente alla sua prima cotta.
"Grazie" rispondo, abbassando lo sguardo.
Mi fa sdraiare sul letto, togliendomi anche i pantaloni, per poi posare dolcemente la testa sul mio seno, mentre le mie mani sono tra i suoi capelli ad accarezzarli delicatamente.
Si addormenta in pochi secondi e io con lui.
Mi agito nel sonno, sentendo un gran caldo, sudo, osservo ciò che mi sta succedendo nel mio incubo.
Vedo Ryo che sembra guardarmi impanicato a sua volta.
Una scena raccapricciante mi fa urlare e piangere allo stesso momento.
So che sto sognando, ma non posso fare a meno di non svegliarmi, mi guardo le mani, sono pieno di sangue, non mio.
Il mio vestito bianco è coperto di sangue, vedo lontanamente un sorriso inquietante e malefico. 
Vengo imprigionata, mentre sento fuori, delle mani scuotermi.
Soffoco, dentro il sogno poi apro gli occhi, di colpo e respiro.
Osservo la stanza dove mi trovo, ma i miei occhi non mettono a fuoco come dovrebbero.
Sono sudata, bagnata mezza, due occhi azzurri entrano nella mia traiettoria e mi guardano preoccupati.
"Hana?" Mi chiede Aido, ma la sua voce mi arriva ovattata.
Mi guardo le mani, non sono più coperte di sangue.
"Hana stai bene?" Continua a chiedermi Aido.
Finalmente la mia vista torna, smetto di tremare e vedo Ruka e Kain su di me che mi guardano.
Sospirano.
"Abbiamo sentito urlare, in questa stanza e in quell'altro." Mi dice Ruka.
"Ryo!" Urlo, alzandomi di scatto e correndo nella sua stanza.
Dentro Rima e Shiki che abbracciano Ryo.
"Mamma!" Urla mio figlio, correndomi incontro.
"Ti ho visto nel mio sogno!" Mi dice, tremando.
È sudato quanto me.
"Anche io, eri tu vero? Eri consapevole che non stava succedendo davvero? Riuscivi a sentirmi?" Gli chiedo, mentre lo vedo annuire.
"Ryo... hai visto di chi era il sangue che mi macchiava i vestiti e le mani?" Domando, facendo sussultare Aido e gli altri.
Annuisce una seconda volta, ma non ha il coraggio di aprire bocca.
"Shiki, Kain, Ruka e Rima, potete uscire un attimo?" Chiedo, spostandomi i capelli fradici dal viso.
Loro se ne vanno, lasciando da soli me e Aido e Ryo.
"Tesoro mio di chi era il sangue?" Domando, temendo la risposta.
"Quello di papà" risponde, con gli occhi lucidi.
"Voi due morirete nella lotta, non voglio rimanere da solo! Non voglio!" Urla, furioso e malinconico, iniziando a gelare la stanza.
"Ryo tranquillo, sono solo sogni!" Tento di calmarlo, vedendo Aido più preoccupato che mai.
Ryo inizia a piangere, stringendomi in un abbraccio ossessivo, geloso, disperato.
Aido ci guarda da fuori, mordendosi le labbra, nervoso.
"Ryo non devi temere per la nostra incolumità, io e tuo padre siamo forti, abbiamo già affrontato una battaglia in passato, e il nemico  era assai più pericoloso di questo.
Ci proteggiamo le spalle a vicenda, verremo a prenderti, tu sarai sano e salvo, noi uguale.
Ti fidi di me, di noi?" Gli faccio la stessa domanda, che gli aveva fatto Aido.
"Si, ma ho paura." Mi dice, mentre Hanabusa lo circonda nel suo abbraccio.
"Anche io tesoro mio, ma è questo che ci rende saggi, è questo quello che ci rende ciò che siamo, senza paura, non ci sarebbe quell'istinto di sopravvivenza che ci caratterizza, è normale avere paura, ma non temere, noi siamo qui per te, te lo ripeto Ryo: nessuno ci dividerà mai! Il nostro amore per te è più forte di qualsiasi altra cosa, sei la nostra ragione di vita, colui che ci fa andare avanti, colui che ci da la scossa.
Sei il nostro piccolo uomo, piccolo eroe, e non permetteremo a nessuno di farti del male, di separarci.
Il nostro legame è senza fine!" Dico, convinta e motivata, alternando il mio sguardo da Aido a Ryo.
"Tua madre ha ragione Ryo.  Fidati di noi, fidati del tuo istinto.
Ascolta le tue emozioni, senti il tuo respiro e guarda dentro il tuo cuore. Cosa vedi ?" Chiede Aido, guardando negli occhi nostro figlio.
"Speranza" risponde questo, facendomi battere il cuore.
"La nostra speranza" continuo io.
Sospiro, asciugandogli le lacrime.
"Vieni Ryo torniamo a letto." Gli dico, prendendolo per mano e conducendolo nel nostro letto.
Sono nel mezzo, tra Aido che mi stringe i fianchi e Ryo, che ha il viso poggiato sul mio seno.
Si addormenta in pochi secondi, stremato, mentro sento le labbra di Aido posarsi dolcemente sul mio collo, dando dolci baci che hanno un effetto calmante.
"Ti amo" sussurro.
"Anche io, ora dormi, veglio io su di voi." Mi dice, facendomi sorridere.
Gli stringo la mano, e crollo.

SPAZIO AUTRICE: eccomi qui!
Ringrazio le 393 persone che leggono la mia storia, io vi sto amando 😭😭😭😍😍😍.
Maledico il mio collo, che mi fa praticamente piangere e niente, godetevi il capitolo 😌🤙🏻.
(I miei contatti già li sapete).

Have a nice life 🍀💖🌲

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