24 capitolo

162 9 3
                                    

La mia solita apatia mi fa svegliare prima del previsto: ho dormito poco e male.
Davvero non reggo più questa situazione, voglio iniziare a sbattermene di tutto quanto: niente rabbia, niente paura, niente emozioni.
Che se ci penso davvero, alla fine, io senza sentimenti ci sto bene, ci sono stata bene.
Dovrei riadattare la mia vita in base a questa filosofia di vita e così decido di fare davvero.
Saluto pigramente e senza tante cerimonie Ruka, che mi risponde sorridendo.
Non sorrido e tiro avanti, mangiando tranquilla la mia colazione.
Non alzo lo sguardo dalla tazza quando sento la frecciatina di Sara addosso.
La verità? Manco l'ho sentita arrivare.
In cucina si presenta un Aido mezzo addormentato, che mi da il buongiorno baciandomi le labbra con trasporto; ricambio senza indugiare tanto, staccandomi dopo pochi secondi, facendolo rimanere male; non ci faccio caso e metto apposto il casino che ho combinato con il caffè.
Rima mezza addormentata, senza rendersene conto, mi butta addosso la sua tazza.
Guardo il mio pigiama di seta e decido di non ribattere: la vita ha voluto che Rima mi buttasse il caffè addosso.
Aido mi guarda preoccupato e sento la risata piena di Sara giungermi alle orecchie.
"Sfigata." Mi deride la ragazza; il suo commento entra ed esce dalle mie orecchie.
"Fa niente" rispondo verso Rima che mi chiede scusa infinite volte.
"Hana tutto bene?" Chiede Ruka.
"Certo" annuisco, andando a svegliare Ryo.
Osservo la sua stanza e noto che è un disastro.
"Ryo sveglia, hai scuola" dico, alzando le tapparelle della finestra.
"La colazione ti aspetta giù, quando torno dal lavoro se non hai messo apposto la stanza non si esce" aggiungo, andando a preparami.
Mi osservo allo specchio e mi faccio schifo; la rabbia prende il sopravvento, ma poi mi ricordo della mia filosofia di vita e metto su una faccia indifferente.
Infilo la divisa e preparo le mie cose: alle 8 in punto sono in classe.
I miei alunni entrano con altrettanta noia e inizio la mia spiegazione.
Finisco tutte quante le ore e verso le 5 torno sui miei passi, verso la stanza di Ryo, intento a leggere un libro.
Per tutto il giorno non ho controllato il telefono, ha suonato parecchio e mi sono arrivati parecchi messaggi.
"Pronto ad andare?" Chiedo, dopo aver osservato che la stanza è in perfetta condizione.
"Si sotto c'è papà con Sara." Mi informa birichino Ryo.
Aido sta ridendo ad una battuta, immagino uscita dalla bocca di Sara.
Lo saluto pigramente con un bacio a stampo.
"Non hai risposto a tutte le mie chiamate, ero preoccupato." Mi dice guardandomi.
Mh immagino quanto.
"Stavo lavorando, porto fuori Ryo, vieni?" Chiedo.
Lui annuisce, prendo un bicchiere d'acqua mentre aspetto che Aido si cambi.
Le mani mi tremano per il nervoso, ma la mia filosofia di vita mi impone di rimanere in silenzio e non fare scenate.
"Agitata?" Chiede vittoriosa Sara.
Scuoto la testa e prendo la mia pillola per gli attacchi di panico, li tiene sotto controllo.
"Andiamo dammi soddisfazione." Mi sprona la ragazza, appiccicandomi al muro.
Non ribatto e non la guardo in faccia: non voglio combattere.
Il bicchiere mi cade dalle mani, tremanti.
"Non voglio combattere" dico atona, raccogliendo i cocci.
"Fifona."
I suoi commenti non mi infastidiscono.
Mi manca Shiki in questo momento: lui e la sua filosofia di vita.
Provo a chiamarlo: uno squillo, due squilli, tre squilli, la sua voce metallica mi arriva all'orecchio.
Non risponde; caccio dentro il telefono e tento di non farmi prendere dalla tristezza.
Aido e Ryo sono pronti, prendo nostro figlio per mano e ci dirigiamo verso il parco.
Mi siedo su una panchina, guardando Ryo giocare con le foglie, mentre Aido mi osserva stranito.
"Ma che hai oggi?" Mi chiede, prendendomi la mano.
"Niente." Rispondo, guardandolo.
"Non hai ucciso Sara, mi stupisco e nemmeno chiesto di cosa stavamo parlando." Continua preoccupato.
"Semplicemente non mi interessa." Dico.
"Sono tornata alla mia filosofia di vita dello sbattermi fuori dalle situazioni e non procurarmi altro dolore." Aggiungo e specifico.
"Andiamo è assurdo! I vampiri per natura sentono le cose amplificate di milioni di volte.
Vuoi dirmi davvero che rinunci alla passione, all'amore così?" Mi chiede sconvolto.
"Si" rispondo senza indugiare.
"Non ci credo." Continua.
Sbuffo e lo guardo negli occhi.
"Senti Aido io sono fatta così: se ti va bene bene, se no pace.
Non mi sembra che io ti crei alcun danno, lasciami vivere la mia vita come mi pare e piace" sbotto.
"Non ti sopporto quando ti chiudi in te stessa" sbuffa, alzandosi e facendomi rimanere male.
Anche lui ha milioni di difetti, ma non glieli spiattello in faccia come fa lui.
Una piccola lacrima di insoddisfazione si fa largo nel mio viso, l'asciugo velocemente e mi impongo di non perdere il controllo.
Ryo si avvicina contento e mi fa vedere una sua creazione: rimango meravigliata, è bellissima.
"Questa la appendiamo in camera, che dici ometto?" Chiedo, osservando la grande foglia che ha tagliuzzato, e modificato.
Lui annuisce e mi monta in braccio, affondando il viso nel mio collo.
Aido ci osserva col sorriso e ringrazio Dio per aver un figlio così.
Torniamo al collegio verso l'ora di cena: prendo Ryo da parte mentre osservo Aido e Sara parlottare tra di loro.
"Ryo volevo dirti che fare amicizia è facilissimo: non ti annoi a stare sempre per conto tuo? Anche oggi eravamo al parco, c'erano tanti bambini della tua età, perché non sei andato a parlare con loro?" Chiedo, leggermente preoccupata.
Ultimamente Ryo è sempre appiccicato a me, il suo isolamento mi fa preoccupare.
"No non mi annoio: gli altri bambini sono umani, io sono diverso da loro, non mi accatterebbero." Mi dice stringendosi nelle spalle e facendo piangere il mio cuore.
"Mi dispiace Ryo per farti condurre una vita così". Dico a cuore aperto, vedendolo sorridere.
"Non preoccuparti mamma io ci sto bene con te" risponde, stringendomi in un abbraccio e dandomi un bacio a stampo.
"Non sei geloso del rapporto che ha Hana con tuo figlio? Lo vedo sempre appiccicato a lei.." bisbiglia Sara.
Ryo si gira verso la ragazza e la osserva con freddezza.
"Ma cosa puoi capirne tu di un rapporto madre figlio? In fondo sei stata abituata a crescere a pane e ignoranza, senza calore e affetto, tipico dei sangue puro." Commenta tagliente Ryo, facendomi ridacchiare sommessamente, mentre Aido ammonisce nostro figlio con lo sguardo.
"Lingua tagliente, chissà da chi ha preso" Ribatte acida la vampira bionda.
"Probabilmente da Hana" risponde Aido, osservandomi.
"Madre andiamo?" Mi chiede con tono implorante Ryo.
"Perché la chiami madre e non mamma?" Continua a farsi gli affari nostri Shirabuki.
"Perché tu non ti fai gli affari tuoi? Non mi stai simpatica, smetti di infastidirmi, e tu padre dovresti smettere di starle vicino" Ringhia Ryo, facendomi spalancare la bocca.
"La sincerità prima di tutto" commenta ridendo Ruka.
"Andiamo tesoro". Lo sprono a muoversi, mentre vedo lo sguardo furioso di Aido su di noi.
"Vogliate scusarmi un attimo".
Ci raggiunge in stanza e ci osserva arrabbiato.
"Non dovresti dargli il buon esempio tu? Ryo quello che hai detto nei suoi confronti non è educato". Lo ammonisce Aido, mentre io sbuffo.
"Per me ha fatto bene, non fa altro che farsi gli affari nostri e tu non fai niente per impedire che entri nelle nostre vite." Dico stizzita.
"Nemmeno quello che fai tu è educato! Hai mamma accanto a te, perché vai da lei? Non vedi che ha bisogno di te? Che sta soffrendo, e tenta di mascherare tutto sotto una falsa luce?
Sveglia padre." Ringhia Ryo, dandogli le spalle.
"Rimangiati quello che hai detto." Lo riprende Aido furioso.
"Non ho intenzione di farlo!" Ribatte questo, mentre vedo Aido avvicinarsi a Ryo.
Mi pongo di fronte a nostro figlio, preoccupata.
"Aido smettila!" Ringhio, facendo arrestare Hanabusa.
"Tutto questo è un enorme sbaglio! Mi avevi promesso che avresti limitato i tuoi contatti con lei, perché mi fai questo?" Chiedo, nervosa.
"Perché appena mi mostro indifferente ne approfitti? Pensi che mi piaccia vederti accanto e lei e ridere come se niente fosse?
Hai donato il tuo cuore a me, hai promesso che non le saresti stato vicino.
Dannazione Aido ma non lo capisci?! Lei vuole solo il tuo uccello" ringhio volgarmente.
"Non sarà mai in grado di darti l'amore che io ti regalo, senza pretendere niente in cambio.
Mi sono stancata di controllarti, non sei un un canarino in gabbia, hai la tua vita, sei in grado di decidere cosa vuoi davvero." Dico stanca e sfinita.
Ryo ci guarda preoccupato.
"Hana tutta questa messa in scena non ha senso! Io non la amo, non muori mica che se chiacchiero 5 minuti scarsi con lei, no?" Mi riprende facendomi sbuffare.
"Aido vedi che non capisci la situazione, non puoi parlare con lei come se tu parlassi con Rima o Ruka! Lei è un pericolo! Dannazione quando mi darai retta?! Quando capirai che le cose che dico si avverano davvero?!" Urlo, nervosa.
"Quando smetterai di starmi col fiato sul collo." Sibila, uscendo dalla stanza.
Sospiro, mentre sento le mani di Ryo asciugarmi le lacrime.
"Non dovresti assistere a tutto questo tu." Lo accuso.
"Hai solo 10 anni, meriti di vivere la tua vita con tranquillità." Aggiungo alzandomi in piedi.
"Quando nasci con l'oscurità nel cuore non puoi impedire che essa si diffonda anche nella vista esterna.
Madre non te ne faccio una colpa, ma cerca di sistemare le cose con papà, non mi piace quella ragazza." Mi dice.
Annuisco e scendiamo insieme.
La cena prosegue tranquilla, ma ho un tumulto nel cuore.
Dopo cena, fumo in solitudine la mia sigaretta, dopo aver messo a letto Ryo.
Ruka si siede accanto a me disperata e noto che sua figlia non la smette di piangere.
"Tienila due minuti non ce la faccio più!" Sbotta, facendomi ridere.
La cullo dolcente, cantandole una ninna nanna, lasciandole qualche bacio dolce sulla guancia.
Mi fa un gran sorrisone e si addormenta.
"Ma come hai fatto?" Mi chiede Kain sorpreso.
Sorrido, divertita.
"Mesi e mesi di esperienza con il mio mostriciattolo." Rispondo.
"Insegnamelo!" Mi implora Ruka.
"Amica mia non ci vuole tanto: basta prenderla in braccio, cullarla dolcemente e cantarle una canzone, a Ryo piaceva parecchio." Dico, nostalgica.
"Vedo che Aido si ostina ad andare dietro a quella vampira bionda" osserva Akatsuki.
"Già." Commento.
"Devo parlarci?" Mi chiede Kain, mentre la loro bimba continua a dormire nelle mie braccia.
La cullo dolcemente, mi tranquillizza.
"No non fa niente, capirà da solo quando è il momento di smettere di fare il coglione e rendersi conto che io lo amo davvero". Rispondo, afflitta.
"Ti ringrazio Hana per averla fatta addormentare, se domani ne ne vuoi parlare di questa situazione ci sono" mi dice Ruka.
Annuisco e la ringrazio.
"Idem con patate" si aggiunge Rima, stupendomi.
"Mi dispiace per come ti ho trattato Hana, non volevo" si scusa Rima, abbracciandomi velocemente.
"Tranquilla."
Rimango sola al freddo, sotto la luce della luna .
Provo a richiamare Shiki, mi sento più sola che mai, ho bisogno del mio migliore amico.
"Shiki torna da noi per favore! Abbiamo bisogno di te." Dico afflitta, lasciandogli un messaggio in segreteria.
So che non risponderà. È come un fantasma che aleggia nell'aria, trasportando il suo profumo.
Non mi chiedo dove sia finito Aido, non mi chiedo dove sia finita Sara, mi chiedo solamente quando tutto questo dolore finirà, se è il caso di andarmene davvero da questo mondo infame.
Un lupo in lontananza ulula alla luna e rimango ad ascoltare incantata: animali splendidi i lupi, temerari, furbi, saggi, forti e regali.
Il suo ululato mi fa commuovere e delle lacrime salate mi scendono lungo il collo: mi pare di percepire il suo dolore entrare dentro di me.
Non ho mai capito perché ululano alla luna: forse perché hanno perso qualcosa? Forse è solo un messaggio? Forse è il loro modo di contattare il capo branco?
Non lo saprò mai.
Sospiro, sconsolata: l'orologio che ho al polso segna le due di notte, inizia a tirare vento e decido di alzarmi dalla panchina su cui ero seduta.
Mi addentro nel collegio, tutte le luci sono spente, tranne una.
Fuori dal corridoio le candele illuminano il percorso: Aido e Sara chiacchierano tra di loro.
Lei è vicinissima a lui, lui la osserva senza dire una parola e una pugnalata mi arriva dritta allo stomaco.
La guarda nello stesso modo in cui guarda me.
"Davvero?" Ride Sara, facendo scintillare i denti bianchi nella notte.
Aido annuisce e ridacchia; sembra percepire il mio odore; così si gira nella mia direzione.
La mia faccia non esprime emozioni, ma dentro sto morendo.
"È arrivata la guastafeste." Annuncia Shirabuki, squadrandomi.
"Dio ma da quanto è che non dormi? Hai una faccia." Mi canzona la ragazza.
"Non è carino da dire." La ammonisce Aido, mentre gli lancio un'occhiata omicida.
"Fate pure con comodo, io me ne stavo andando.
Aido vuoi che ti porti i pasticcini e il the? Oppure un materasso e una coperta in modo tale che tu brutta puttana possa soddisfare le tue voglie e tu coglione le tue?!" Ringhio, col fiatone.
"Non so magari vuoi che le presti anche un mio intimo in modo tale da farti eccitare di più?
In fondo se ti guardo bene Sara hai proprio la faccia di una che non vede l'ora di prendere un uccello.. ti crescono per caso le ragnatele la sotto?" Domando, nervosa, sotto lo sguardo sconvolto di Aido.
"Hana". Hanabusa prova ad avvicinarsi.
La mia mano carica il colpo e lo colpisce in faccia.
"Vaffanculo Aido, con tutto il cuore" .
"Ma tu guarda questa!" Commenta la ragazza, facendomi imbestialire.
Il pavimento trema in maniera incredibile, le finestre si rompono, il muro si increspa, il mio cuore ruggisce.
In un secondo le sono addosso, e intrappolo al contempo Aido al muro.
"Ero stata chiarissima fin dall'inizio: ti avevo avvertito, avevo esplicitamente detto di stargli lontano, che ti avrei uccisa se ti fossi messa in mezzo.
Sei stata accontentata, ho chiuso gli occhi per qualche giorno, ma adesso mi sono stufata di vedere le tue luride mani da zoccola su di lui.
Iniziamo: vuoi che te le tagli una dopo l'altra o preferisci tutte insieme?" Ringhio, mentre la vedo tremare per la prima volta.
"Hana smettila!" Urla Aido, tentando di liberarsi.
"Tu coglione ci sei dentro ancora più di lei! Quante volte ti avevo detto di starle lontano? Credimi che dopo vengo anche da te." Sbraito, facendolo ammutolire.
La rabbia che avevo accumulato nel corpo, tenta di uscire da ogni mio poro e non lo impedisco: lascio che la mia forza, il mio potere si sprigioni nell'aria.
"Torniamo a te Sara: dicevo vuoi che te li mozzi una ad una o tutte insieme?" Chiedo, di nuovo.
"No per favore! Aiuto!" Singhiozza la ragazza, quando vede i miei canini spuntare.
"Troppo tardi per chiedere aiuto." Ringhio.
"Hana basta!" Implora Aido.
"Sta zitto tu" urlo, furiosa.
Avvicino i miei canini alle sue dita, ma qualcuno mi ferma prima e con una botta mi allontana dalla mia postazione.
Osservo l'artefice e noto il capo dormitorio guardarmi con freddezza: dietro di lui tutta la night class.
"Libera i prigionieri". Mi ordina Kuran.
"Perché dovrei, in fondo la mia rabbia è giustificata." Ribatto, con sfida.
"Vuoi davvero far del male alla persona che ami di più?" Mi chiede Kaname.
Incastro i miei occhi in quelli di Aido e non esito a rispondere.
"Si."
Lo sguardo di Hanabusa è su di me, il rancore, la rabbia e la disperazione scorrono dentro le mie vene, facendomi annebbiare il giudizio.
"Perché?" Mi domanda Yuki.
"Perché lui, per tutto questo tempo non si è reso conto che io avevo bisogno di lui, che non ha fatto altro che farmi soffrire.
Io lo amo davvero ma mi sono stancata di provare dolore per causa sua.
Non puoi capire Yuki quanto io in questo momento voglia farli fuori entrambi; anzi mi correggo: quanto voglia fare fuori lei e ferire lui.
Alla fine dei fatti, dopo un vampiro sono anche una donna e chi non risente della gelosia e dell'orgoglio?
Se lui mi amasse davvero, come Kain ama Ruka, non le andrebbe dietro.
Ho visto gesti, sguardi, in questi giorni che mi hanno fatto dubitare dei suoi sentimenti nei mie confronti; molte volte il nostro amore è stato messo in discussione, per una cosa o un'altra, ma alla fine ha sempre resistito.
Adesso non sono tanto sicura che sia così, che il nostro amore sia senza fine e senza tempo.
Ho dubitato così tanto di me stessa, a chiedermi se fossi io il problema, se fossi davvero la ragazza adatta a lui, da perdermi così tanto nelle domande, dimenticandomi di vivere.
Ogni azione che io compio verso di lui è un passo indietro nei confronti di me stessa.
La nostra relazione è tossica, fa male, e non sono tanto sicura di volerla mandare avanti." Dico, piangendo.
"Non puoi." Mi dice agonizzante Aido, sempre imprigionato.
"Non puoi lasciarmi così." Continua, mentre delle lacrime gli scorrono sul viso.
"È vero, la nostra relazione è tossica, dobbiamo lavorarci, ma non puoi! Tu sei tutto per me!
Hana per favore! Non lasciare che la gelosia rovini il nostro rapporto: ti chiedo scusa se ti ho fatto soffrire, ma non puoi lasciarmi in questo modo."
Le sue mani calde mi asciugano le lacrime.
Mi discosto, con il dolore nel cuore.
"Hai già chiesto troppe volte scusa Aido." Un singhiozzo mi scappa dalla bocca e noto praticamente l'intera night class con i goccioloni agli occhi, in particolare Ruka e Rima.
Se la cosa non mi facesse soffrire così tanto, probabilmente riderei; stiamo chiarendo i nostri problemi davanti ad una folla.
Un teen drama direi.
"Smammare! Non c'è niente da vedere" esordisce Kaname, dopo un po'.
"Aido..." Sara lo chiama e lui ringhia innervosito.
"Lasciami un secondo in pace" le urla contro.
In poco tempo rimaniamo io e Aido da soli.
"Cosa ne sarà di Ryo?" Chiede Hanabusa.
"Lo terrò io, ovviamente." Dico, non guardandolo in faccia.
"Hana davvero io non voglio lei, io amo te, per favore!"
"Non posso, non puoi chiedermi di continuare così.
Aido hai le tue responsabilità come padre e compagno! Non sono andata contro il volere dei miei genitori e dei sangue puro per caso!
Non posso davvero sopportare tutto questo da sola." Dico, scompigliandomi i capelli in un gesto nervoso.
"Non sei da sola! Non lo sei mai stata! Ti ostini a tenerti tutto dentro, escludendomi." Ribatte piccato.
"Questo perché tu non vieni mai in contro alle mie esigenze!" Rispondo.
"Ma se te non me ne parli come posso starti vicino?" Continua infervorato.
"Aido ho visto abbastanza in questi giorni, ti è piaciuto farti toccare da lei?" Domando, cambiando argomento e facendolo sbuffare.
"Sai che non la amo."
"Ma so anche che sei in grado di farti toccare dalla prima che passa: prima Yuki, ora lei, dopo Rima?" Chiedo.
"Smettila di dire stronzate! Io amo solo te! Come puoi non vederlo? Il fatto che io mi rapporto con altre femmine non significa niente! È la vita Hana! Sara ha tentato in tutti i modi di trascinarmi nel suo letto, ma non ci è mai riuscita e sai perché?! Perché non la amo, che per lei non prenderei una pallottola come invece farei per te!
Hana sei la mia intera vita, come puoi chiedermi di lasciarti andare così facilmente? "
Le sue parole mi arrivano dritte al cuore, ma davvero non riesco a capire cosa voglio.
Osservo i suoi occhi azzurri e prendendo un grande respiro, decido di fidarmi, che ne vale la pena.
"Questa volta la passi liscia, Aido, la prossima non sarò così clemente da darti una seconda possibilità." Dico fredda, ancora poco convinta.
Lui sospira e mi lascia una veloce carezza sul volto, prima di dileguarsi.
Ricontrollo il telefono: Shiki ancora non risponde.
Mi infilo a letto, con l'ansia e la delusione nel volto, Aido accanto a me respira piano, ma non dorme.
Lo vedo ogni tanto alzare la mano e riporla al suo posto, come se non sapesse che fare.
"Stai avendo il morbo di Parkinson?" Chiedo, cercando di smorzare la situazione.
"No è che ho voglia ti toccare il tuo viso, ma so che mi taglierai le dita." Dice, sospirando.
Non ha tutti i torti, ma decido comunque di andare per una via di mezzo: gli prendo la mano, stringendola debolmente.
"Meglio di niente." Sospira sollevato, osservandomi.
"Smettila di guardarmi, mi metti ansia" commento, sentendo il suo sguardo bruciare su di me.
"Non ci riesco, ho rischiato di non poter più vedere il tuo volto".
"Ciò è successo per causa tua." Asserisco, guardandola torva; pensare che ieri a quest'ora il mio corpo si univa al suo; una fitta mi colpisce il basso ventre e mi maledico.
Riesco a pensare al sesso anche nei momenti inopportuni, considerando che la mia mente non vuole e il mio corpo freme.
Del tipo fare pace col cervello e i sensi.
"Stai pensando al sesso" mi dice con ovvietà Aido.
"Ti sbagli caro, quello è l'ultimo dei miei pensieri ora." Mento, non guardandolo.
"Bugiarda, ti si sono rizzati i peli sulle braccia e ti stai mordendo le labbra: se ti toccassi probabilmente sentirei sotto i polpastrelli che le tue guance sono già in fiamme." Risponde, furbo.
Maledizione.
Tento di immaginarmi mio nonno in mutande, ma la scena di ieri, del suo corpo caldo, delle sue braccia, di lui, mi colpiscono e non riesco a fare a meno di rabbrividire.
"Ti sei appena schiaffeggiata?" Chiede ridendo Aido.
"No". Dico, passando la mano sulla guancia bollente. Che male cazzo!
"E allora cosa era quel rumore?"
"Uno schiaffo sulla coscia." Rispondo.
"Senti so bene cosa provi: ora vuoi mantenere le distanze emotive, ma non lasciare che questo fermi la tua voglia di em.. essere soddisfatta? Ti propongo un patto: io mi offrirò sessualmente a te, ma nella vita normale potrai evitarmi, finché non ti sentirai di nuovo pronta ad accogliermi come prima." Propone.
"Ti stai autodefinendo gigolo?" Chiedo, sorpresa.
"No, ti sto solo offendo sesso a volontà, visto che non riesci a stare senza." Commenta divertito.
"Scusa?! So stare benissimo senza fare sesso per tutto il tempo che voglio! " Sbraito.
"Ti sfido allora: tenterò ogni notte di farti mia, se mi respingi hai vinto tu , se ci riesco... beh ho vinto io."
"E io che ci guadagno scusa?" Domando.
"Me" risponde.
"Bell'acquisto.." commento ironica , facendolo rabbuiare.
"Accetto." Aggiungo, facendolo sorridere.
"Bene." Risponde, spegnendo le candele tutto d'un tratto.
"C-che fai?" Balbetto, sentendo le sue labbra sulle mie.
"Inizio la sfida." Dice, con ovvietà che mi fa ridere.
"Vediamo cosa sai fare." Lo sfido.
Le sue mani mi toccano dappertutto, mi regalano un piacere indescrivibile, l'aria si è fatta pesante, calda, irrespirabile, ma al momento dell'atto in se, chiudo di scatto le gambe, facendolo ringhiare.
"Ho vinto." Dico col fiatone, mentre mi asciugo il sudore sul collo.
"Per ora." Mi risponde mordendomi il collo, strappandomi un gemito.
"Smettila di gemere così, mi stai mandando fuori di testa." Sospira nel mio orecchio, procurandomene un altro.
"Maledetta." Inveisce contro di me Aido in chiara difficoltà.
Decido di vendicarmi, monto su di lui, completamente nudo e inizio a lasciargli baci bollenti sul collo, sul petto, mentre lo vedo mordersi le labbra.
All'ultimo mi ritraggo, facendolo sospirare sconfitto.
"Ti odio."
"Il sentimento è reciproco" rispondo.
Decido di alzarmi e aprire un po' la finestra: che caldo!
"Hai calmato i tuoi bollenti spiriti?" Mi chiede.
"Tu i tuoi?" Domando di rimando.
"Touché."
Rido, questa situazione mi sta divertendo davvero tanto.
Le settimane passano, Aido tenta ogni notte di farmi sua, ogni notte riceve pali, che lo fanno ringhiare.
Mi sta piacendo il modo in cui mi sta trattando: mi sta dedicando tantissime attenzioni, non mi lascia mai con lo sguardo.
In questo momento è davanti a me, il mio corpo spiaccicato al muro, in pieno giorno.
Ha iniziato a dare di matto, tenta i suoi approcci anche durante la mattinata, spudoratamente.
"Che c'è Aido, non riesci ad aspettare stasera?" Chiedo, divertita vedendolo disperato.
Le sue labbra sono sulle mie, in un bacio afflitto; la sua lingua entra nella mia bocca, con forza.
Le mani sui miei fianchi, le mia tra i suoi capelli.
"Aido! Aspetta! " lo fermo, allontanandolo.
"Cosa c'è?" Domanda.
"Siamo in pubblico." Dico, indicando Kain, Ruka, e Sara che mi guarda con odio.
Le faccio il dito medio, mentre la bocca di Aido è sul mio collo; mantengo il contatto visivo con lei, che fuma di rabbia, mentre stringo in modo possessivo Aido.
"Hei voi due! Non avete un altro posto?" Chiede Rima.
Aido mi prende per mano e spariamo nel collegio.
"Stronzetta". Mi riprende, divertito.
"Cosa te lo fa pensare?" Chiedo, mentre le sue mani mi tolgono il vestito leggero.
"Lo sguardo che hai rivolto a Sara pochi secondi fa, ti piace rivendicare ciò che è tuo, non ti biasimo." Risponde, mentre mi prende in braccio e mi adagia sul letto.
"Fino a qualche giorno fa non la pensavi cosi.. eri fortemente convinto che fossi troppo gelosa e ossessiva; la mancanza di sesso ti fa cambiare schieramento?" Domando, tentando di impormi un controllo, ma la cosa è difficile, visto che le sue mani stanno giocando col mio corpo.
"Affatto."
"La verità Aido è che ti sbatterei benissimo davanti a lei, ma non lo faccio per pudore e rispetto nei tuoi confronti.
Sai bene a chi appartieni, sai bene che nessuno oltre a me può toccarti, gli avvenimenti che sono avvenuti ultimamente mi hanno fatta sentire minacciata e insicura di ciò che è mio.
E tu sei mio, irreversibilmente hai firmato la tua condanna quando mi hai permesso di bere per la prima volta il tuo sangue." Dico, mentre gli salgo sopra e lo imprigiono sotto il mio corpo.
I suoi occhi azzurri fusi mi guardano, provocandomi una voragine nel cuore incredibile.
Non so quanto ancora potrò rifiutarlo, mi manca sentirlo del tutto mio.
"Arrenditi." Mi sussurra nell'orecchio, mordendomi il lobo.
"No, mai". Lo sento sorridere sul mio corpo, una volta che ha cambiato di nuovo posizione, mettendomi sotto di lui.
"Sai che lo farei altre cento mila volte." Mi dice, baciandomi le labbra gonfie e rosse.
"Tu?" Chiede, interrogandomi con lo sguardo.
"Certo che si, scemo."
Incredibili, folli, i nostri argomenti spaziano come fili di una ragnatela, disconnessi tra di loro, ma a noi va bene così.
Siamo speciali io e lui, diversi, anime gemelle destinate a distruggersi l'una con l'altro.
Io fuoco, lui ghiaccio, io tristezza, lui felicità, io follia, lui equilibrio.
È quella pietra del castello che incasina tutto quanto, che trema, sotto un equilibrio precario, sul filo del rasoio, ad un passo dalla salvezza e ad uno dalla morte.
I suoi occhi azzurri, che in questo momento mi guardano, paiono pozzi ghiacciati e mi ci rispecchio, timorosa di vedere la mia anima, completamente divorata da lui e dal suo essere, così naturale, così bello.
Stare con lui è la cosa più bella che possa fare, ma anche la più difficile: non mancano moment in cui vorrei distruggerlo, non sono certo assenti momenti in cui maledico il suo nome piangendo; ma la verità è che io ho bisogno di lui, quanto lui di me.
Siamo come quell'ecosistema che ha bisogno di certi animali per sopravvivere, lui è per me come l'acqua che bevo quando sono assetata, il cibo che mangio quando ho fame, la protezione che cerco quando il mondo mi si scaglia addosso senza pietà.
Mio unico rifugio, mia unica salvezza, mio unico amore, mia unica certezza, in questo mondo infame e marcio.
Luce che brilla la notte, sole che scalda la mia pelle, tuono che squarcia l'aria, fulmine che mi colpisce in pieno.
"Smettila di pensare, non ti si addice." Mi riprende ridendo, dopo che mi ha portata al culmine e lui ha ricevuto il suo solito palo.
"Stavo pensando a noi" dico, mentre la sua mano calda mi accarezza il seno.
"A cosa in particolare? Al tuo ribrezzo nei miei confronti?" Chiede.
"Io non provo ribrezzo nei tuoi confronti, non sarei qui con te adesso." Dico, con ovvietà, le sue mani che continuano a coccolarmi.
"Diciamo solo che ultimamente il tuo comportamento mi ha dato fastidio e mi ha fatta pensare" aggiungo, mentre lo vedo osservarmi.
"Mi dispiace." La sua voce non mi è mai parsa così sincera.
Lo bacio di mia spontanea volontà e lo sento sorridere contro le mie labbra.
La porta viene letteralmente aperta da Ryo che ci guarda schifati.
"Gesù, madre copriti." Mi lancia nel muso una maglia.
"Intanto ti calmi, e poi sei tu che avresti dovuto bussare, caro il nostro Ryo, quante volte tuo padre ti avrà detto di bussare?!" Ringhio.
"Le porte sono fatte proprio per questo!" Lo riprendo mentre apre la finestra.
"Ma chi te lo ha detto?" Domanda Aido, coprendosi gli occhi.
"Io" risponde con ovvietà nostro figlio.
"Ti ucciderò mentre dormi, stanne certo." Continua Aido, disperato.
"Certo."
"Gesù che aria pesante che c'è qui! Ma che odore è mai?" Chiede schifato Ryo.
"Odore di cose che tu non puoi manco immaginarti." Dico, scompigliandogli i capelli.
"Tu piuttosto mostriciattolo, cosa hai imparato di nuovo dal sito porno che ti ho detto?" Chiede Aido mentre lo fulmino.
"Che il porno fa schifo!" Risponde Ryo, scrollando le spalle.
"Cristo ho sentito abbastanza, me ne vado." Dico, infilando un intimo pulito.
"Ma eri nuda? Nuda nuda?" Mi chiede Ryo sconvolto.
"No a metà " rispondo ironica, sentendo Aido ridere.
"Davvero?"
"No, Ryo ancora non è il momento di dirti cosa io e tuo padre facciamo". Dico, uscendo dalla stanza.
Passando per il bagno noto Sara presa a fissare un punto.
"Bu!" La spavento, comparendole da dietro.
"Le tue unghie fanno davvero schifo, hai bisogno di un'estetista e decisamente di una maschera rilassante, così sembra che tu abbia un palo nel sedere" la canzono, mettendo da parte la mia filosofia del lasciar perdere.
"Vedo che ti sei ripresa." Mi dice, irritata.
"Ultimamente Aido non mi degna più di attenzioni, cosa gli hai fatto?" Mi chiede.
Sorrido.
"Credimi cose che tu nemmeno puoi immaginarti.. ma se proprio vuoi che entri nel dettaglio... vedi le sue mani, le sue dita, sono così affusolate che riescano a raggiungere posti che nemmeno ti immagini, e il modo in cui entrano dentro di me mi fanno perdere la testa.
Vogliamo parlare delle sue labbra e della sua lingua? Il paradiso.
O del uccello? Quello che te vuoi ma che non avrai mai? Per Dio, lui è il sesso in persona, il modo in cui mi guarda, il mondo in cui mi fa sua... tu davvero non puoi capire..." la stuzzico.
"Da come ne parli sembra che le sue arti amatorie raggiungano l'impossibile, dimmi, come vedi le sue mani sul mio di corpo?" Mi domanda, in risposta.
"Mozzate" dico semplicemente, guardandola con freddezza.
"Se proprio insisti possiamo fare una cosa a tre." La canzono.
"Non ci tengo, grazie."
"Che peccato, ti avrei accolta a braccia aperte, o magari visto che ti interessa tanto, puoi assistere alla scena in cui lui mi scopa e tu guardi e basta" asserisco malefica.
"Ringrazio e passo avanti, ma non dubitare del fatto che un giorno, Aido sarà nel mio di letto." Mi ringhia contro mentre rido sommessamente.
Un'altra settimana passa molto velocemente, Ryo cresce di giorno in giorno, così la disperazione di Aido.
Dopo due mesi esatti, di disperazione e desolazione decido di tirare fuori il mio asso nella manica.
Questa sera è stata inaugurata una festa, per il compleanno di Rima; attualmente il mio vestito rosso sangue, corto, con lo scollo fino a sotto il seno, sta destando parecchie occhiate e minacce sputate da Aido con difficoltà.
Gli sbatto una mano in faccia, con nonchalance, dopo l'ennesima occhiata disperata.
"Hana per favore! Il mio corpo sta esplodendo! Per favore, dammela!" Mi prega, quasi piangendo.
Prendo un sorso di champagne, sogghignando sommessamente.
Sono ubriaca? Si.
Le sue mani sono sui miei fianchi, la sua lingua nella mia bocca.
Gli succhio le labbra, emette un gemito sonoro, mi prende in braccio e scompariamo nel buio del collegio, mentre il bicchiere che tenevo in mano si rompe.
Chiude a chiare la porta, mi adagia sul suo letto, mentre continuo a ridere.
"Sei ubriaca, sei sicura che tu voglia farlo davvero?" Mi chiede.
Annuisco, mentre le sue labbra catturano le mie.
"Non mi odierai domani?" Mi domanda, mentre le sue mani passano tra i suoi capelli morbidi, che tiro leggermente, facendoglieli finire davanti al viso.
"No, vai pure." Dico con dolcezza.
Le sue labbra bollenti mi baciano le gambe, il polpaccio, la coscia.
Lo sento dentro di me poco tempo dopo, e mi lascio sfuggire quasi un urlo.
Era davvero troppo tempo, le sue mani mi stringono i fianchi, le mie unghie graffiano la sua schiena, in preda al piacere e alla follia che solo il suo corpo riesce a regalarmi.
Gemo nel suo orecchio, mentre lui mi fa sua con violenza e passione che mi fanno tremare il corpo per lo sforzo di stargli dietro.
Dopo essere esplosi, l'acool è scemato, in corpo e in bocca solo il sapore di lui.
Decido di cambiare scarpe, mi tremano le gambe, non riesco a stare in piedi e ho dolore in tutto il corpo.
"Mi hai sfondata!" Mi lamento, mentre lo vedo torturarsi le labbra già scarlatte di suo.
"Ancora tutta intera?" Mi chiede, prendendomi in giro.
"No!" Rispondo, mentre l'ennesimo dolore mi colpisce il ventre.
"Mi hai sfatto i capelli!"
"Ben ti sta vampiro biondo! Così impari a sfondarmi!" Lo riprendo, sorridendo.
La serata procede con tranquillità, finita la festa mi metto nel letto, addormentandomi nelle braccia del mio angelo.

SPAZIO AUTRICE: scusate il ritardo! Sono di corsa, se trovate degli errori mi dispiace.
Grazie per le 607 visualizzazioni, così mi farete morire!
Buona pasqua in anticipo!
Have a nice life 🍀

Endless Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora